70 sospensioni al liceo De Liguori ⥀ Deve pagare chi inquina, non chi occupa!
Il Collettivo De Liguori contesta le 70 sospensioni inseguito all’occupazione del liceo De Liguori di Acerra per riportare all’attenzione il problema dell’inceneritore di Acerra e del biocidio che interessa l’intera area conosciuta come la Terra dei fuochi
L’8 gennaio del 2024 ha avuto luogo, al liceo Alfonso Maria De Liguori di Acerra, un’occupazione contro il biocidio. L’intenzione con la quale noi studentə del liceo De Liguori abbiamo occupato è quella di porre fine alla lenta e massacrante devastazione che, giorno dopo giorno, la nostra terra subisce; abbiamo provato così a costituire un ambiente collettivo in cui creare spazi di discussione per immaginare un futuro diverso.
Durante l’occupazione, infatti, abbiamo avuto momenti di confronto con esperti in materia di biocidio e inceneritore, costruendo, così, una settimana di didattica autogestita dallə studentə per lə studentə. Abbiamo messo alla luce tutto ciò che sta accadendo da anni nel nostro territorio di Acerra e dintorni. Durante e dopo l’occupazione, il preside ha affermato più volte di essere aperto al dialogo, e di sentirsi «rammaricato per tutto quello che sta succedendo all’interno dell’istituto che rappresento», quello che però si evince dalle sue azioni è una totale avversione al dialogo con noi studentə.
Decidiamo la sera dell’11/01, forti della grande risposta politica e aggregativa, nonché mossi da un forte senso di responsabilità, di abbandonare i locali scolastici autonomamente per precludere qualsiasi possibilità di causare danni alla struttura del nostro liceo. Noi studentə abbiamo provato grande soddisfazione, e la gran voglia di riversare il nostro grido di lotta per le strade della nostra Acerra si è concretizzata durante il corteo studentesco del 13/01.
Le lezioni riprenderanno il 15 e, al rientro delle attività didattiche, entriamo nell’istituto respirando un’aria diversa, che puzza di repressione, non soltanto da parte della dirigenza e di alcuni professori – evidentemente colpiti nel proprio ego – ma anche da parte di alcuni studenti che hanno subito il riflesso di quei comportamenti oppressivi, i quali hanno foraggiato insulti e giudizi da parte dei nostri stessi compagni di scuola: questo ci preoccupa.
Lə studentə hanno dovuto affrontare dei veri e propri processi all’intenzione, caratterizzati da terrorismo psicologico da parte di alcuni professori, venendo addirittura esclusi dalle attività scolastiche ed extracurricolari e vedendoci limitatə e attaccatə nelle modalità di libero pensiero ed espressione. Lo ricordiamo: la libertà di pensiero è un diritto sancito dall’articolo 21 della Costituzione italiana. Questa che ci difende è la stessa Costituzione a cui dirigenza e docenti si appellano solo a loro piacimento, nonostante utilizzino contemporaneamente ogni loro strumento (voti, atteggiamenti ecc.) per punire coloro che sono al di fuori del loro binario di pensiero, arrivando finanche all’esclusione dai progetti didattici.
Praticare pressioni e minacce sullə studentə significa fare sì che questi non si sentano più partecipi veramente del loro istituto, che piaccia o meno, è anche questa una forma di esclusione intollerabile, così come lo sono le 70 sospensioni arrivate nei giorni scorsi.
Non ci stanchiamo di dirlo ancora una volta: non riuscirete a ridurci a soli «partecipanti» o «promotori», così come non riuscirete a sminuire l’altissimo afflusso e consenso di cui la nostra occupazione ha goduto e di cui continua a godere; un importantissimo atto collettivo, che ha visto più di 500 persone (e non 70) che per ogni giorno hanno attraversato con passione e determinazione la scuola occupata, costruendo confronto e prospettive insieme a noi.
Non ci fermeremo qui, siamo stanchi di ascoltare le vostre bugie. Chi inquina deve pagare, non chi occupa!!!
(Collettivo De Liguori)