Alessandro Brusa traduce Adam O’Riordan ⥀ Le vele – Poesia della traduzione 5
Le vele – Poesia della traduzione propone i testi tradotti da Alessandro Brusa del poeta britannico Adam O’Riordan
Le vele – Poesia della traduzione è una rubrica che propone versioni inedite in italiano di voci che provengono da altre lingue, luoghi e culture, per accoglierle e farle nostre attraverso il faticoso lavoro di scavo, di ricerca, di trasporto da una lingua a un’altra lingua.
(a cura di Rossella Renzi)
ADAM O’RIORDAN – A HERRING FAMINE
I testi qui tradotti da Alessandro Brusa fanno parte della raccolta A Harring Famine uscita nel 2017, inedita in Italia. I versi di Adam O’Riordan costruiscono una fitta e calibrata trama musicale, in cui lo sguardo struggente sul paesaggio – e sul passato – l’attenzione al dettaglio e la dimensione più intima ed emozionale entrano in relazione. E si compenetrano, generando un contrasto continuo tra grazia ed asprezza, sgomento e consolazione, ricercando e rivelando lo stupore e la meraviglia che si celano nel quotidiano.
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MACHIR BAY
Un vento spietato sulla spiaggia bianca e le ultime luci color blu dell’ostrica,
una casa abbarbicata sul promontorio e tu che ne esci a grandi passi
con le mani affondate nelle tasche. Ti amavo allora, con tutta la forza
ed il semplice furore di un mare di piombo che ingrossa senza sosta,
di solchi paludosi e di sabbie agitate, ed il tuo desiderio di essere sola,
per quanto già vasta fosse la tua solitudine, attraverso correnti vorticose
ed ondate incostanti, un freddo pungente sulle nostre guance,
screpolate quando fummo tornati alla macchina e la luce di cortesia
si accese, ci guardammo, vedendo quello che eravamo diventati.
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MACHIR BAY
Fierce wind on the white sands and the oyster-blue last light
a house crouched on the headland, and you striding out
hands deep in your pockets. I loved you then, bay all
the power and simple rage of the moiling lead-lined sea,
boggy hollow and the rushing sands, and your wish to be
alone, however vast already was your aloneness, through
spinning drifts and snaking waves, the bitter cold at our faces,
raw when we returned to the car and the courtesy light
clicked on, and we saw ourselves, what we’d become.
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CAMPO BANDIERA E MORO
La bocca nera, la lingua nera, le labbra nere, nero di seppia;
un litro di vinaccio bianco messo in una bottiglia di plastica
come piscio o benzina di contrabbando. Rintronati sul vaporetto
i vetri pieni di condensa in direzione dell’aeroporto.
Il tuo sapore sulla mia lingua, una macchia dolce a segnarmi le mani;
piove ancora, ma non riesco più a definirti attraverso tutte le scene
finali di un matrimonio: così ti porto indietro alla stanza
prima della partenza, il suono di campane, mentre guardiamo un
ragazzo in una mantella blu inseguire un uccello attraverso la piazza.
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CAMPO BANDIERA E MORO
Black-mouthed, black-tongued, black-lipped, squid-ink;
a litre of rough white wine pumped into a plastic bottle
like piss or contraband petrol. Woozy on the vaporetto
the windows thick with condensation en route to the airport.
Your taste on my tongue, a sweet stain wreathing my hands;
it’s raining again, but I cannot capture you through all
the vanishing acts of a marriage: so I trace you back to
the room before we left, sounds of church bells, looking out
to a boy in a blue cagoule casing a bird across the square.
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LE TERME DI CARACALLA
Mussolini allestiva spettacoli in questi cunicoli.
Forse esiste un culto che ognuno di noi elabora, uno spazio
dove ogni negligenza, ogni scortesia, ogni crudeltà,
ogni bacio di Giuda, ogni pasticciata ed improvvisa lascivia
giace. Ignorando il giro organizzato
giri nella sala con le grandi pareti,
uno spazio fatto per sgranchirsi ai banchetti,
e dai uno sguardo alla buca ove un toro narcotizzato –
i lamenti contenuti, gli zoccoli che scivolano –
veniva portato verso una graticola, la gola possente tagliata.
Sotto la graticola una nicchia. Senti il bisogno di
trascinarti a quattro zampe, di rinascere, a fondo in essa,
di inzupparti di sangue caldo e inarrestabile.
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THE CARACALLA BATHS
Mussolini staged operas in these tunnels.
Perhaps there is a cult we each construct, a room
where every carelessness, unkindness, cruelty,
each bitter kiss, each fumbled, flickering list
lives. Ignoring the tour groups,
you turn into a chamber with its wide flanks,
its space for stretching out a banquet,
glance at the pit in which a dragged bull –
the low mewling, the slipping hooves –
was led to a metal grill, muscled throat slashed.
Below the grill a niche. You recognize the need
to crawl on hands and knees, initiate, deep into it,
to be drenched with hot, unstopping blood.
Alessandro Brusa (1972) vive a Bologna. Pubblica il romanzo Il Cobra e la Farfalla (Pendragon – Bologna 2004), in poesia La Raccolta del Sale (Perrone 2013, premio Orlando) e In Tagli Ripidi (nel corpo che abitiamo in punta) (Perrone – Roma 2017). Nel 2015 insieme a Martina Campi e Valerio Grutt dà alle stampe Centrale di Transito (ceci n’est pas une anthologie) (Perrone 2016). Il suo ultimo lavoro è il romanzo L’Essenza Stessa (L’Erudita 2019). Suoi testi poetici ed in prosa sono apparsi su antologie e riviste, in Italia e all’estero, in traduzione. Traduce dall’inglese con testi pubblicati su riviste (Testo a Fronte e Le Voci della Luna); la scelta degli autori è per lo più frutto di un lavoro di ricerca nelle librerie del territorio tra Stati Uniti, Gran Bretagna ed India. Tra gli autori tradotti: Brian Borland, Kayo Chingonyi, Kamala Das, Jemima Foxtrot, Colin Herd, William Letford, Stephen Mills, Seth Pennington. Fa parte del comitato organizzatore del Festival Letterario Bologna In Lettere.
Adam O’Riordan è nato a Manchester nel 1982. Nel 2008 è stato il più giovane poeta-residente al Fondo Wordsworth: Centro per il Romanticismo Britannico. La sua prima raccolta di poesia In the Flesh (2008) ha vinto il Premio Somerset Maugham. Dirige la Scuola di Scrittura della Manchester Metropolitan University.
Le vele. Poesia della traduzione 1
Le vele. Poesia della traduzione 2
Le vele. Poesia della traduzione 3
Le vele. Poesia della traduzione 4