Anna Lamberti-Bocconi: Canto di una ragazza fascista dei miei tempi ⥀ Recensione

La recensione di Gianni Montieri del poemetto Canto di una ragazza fascista dei miei tempi di Anna Lamberti-Bocconi

 

Che soddisfazione regala al lettore questa nuova prova di Anna Lamberti-Bocconi. Arrivati in fondo al poemetto Canto di una ragazza fascista dei miei tempi (Transeuropa 2010) ci si sente come alla fine di un viaggio, una corsa a perdifiato ai lati opposti della Storia, in una Milano che ne sta al centro, ma è soprattutto lo strumento attraverso il quale la poetessa tesse la trama del racconto.

 

 

Tu vuoi sapere che cosa ho guardato:
Niguarda che svettava nella notte
o che gravava sotto il sole estivo,
immensa cattedrale di salvezza
e capitello dell’ultimo addio;
mia madre sorridente nella bara
più bella di qualsiasi essere al mondo.
( Poetessa pag. 12)

 

 

A me piace l’inverno di Milano.
Guarda il Gonzaga che ti incombe addosso
come una cattedrale dei Templari
mentre aspetti lontano sui binari
che si palesi un tram, il cinque rosso
per ritornare a casa come un cane.
A me piace l’inverno nella sera
ma che in realtà fa una paura cane
quando sei solo dentro e fuori ancora,
vuoi esprimere qualcosa, e ti rimane
soltanto il freddo o una figura nera
tanto lontana, e tutto va in malora.
(Poetessa pag. 30)

 

Dal coro di questo poemetto emerge il contrasto fra le due protagoniste: la ragazza fascista e la poetessa (alter ego di Anna). La poetessa gira per (Milano) la città , si muove al suo interno. Osserva, parla, si incuriosisce, è attratta dagli “strani”, i solitari come lei (vedi il protagonista del III canto). E’ Romantica e viva.
La ragazza fascista è figlia di tormenti, di gioventù difficili e allo sbando, degli anni duri del terrorismo ma soprattutto della deriva che tutti proviamo da ragazzi, quando un colpo di vento, un sorriso, una parola, qualunque cosa che colmi un vuoto ti trascina da una parte o dall’altra, prima che tu riesca a comprendere.

 

Conobbi il movimento a sedici anni
che mi toccavo con le lunghe dita
Giovanni era il più bello del liceo
in primavera aveva già la moto
senza patente ché se ne fregava
conosceva dei dritti quarantenni
parlava di valori e di Ezra Pound.
(ragazza fascista pag. 6)

 

In fondo le due protagoniste, sono due facce della stessa medaglia e a volte pure una faccia sola. A tratti lo sbandare di una si avvicina a quello dell’altra, la differenza la fa (mi pare) il saper trasformare la rabbia che deriva dal perdersi, nel coraggio (o incoscienza) della curiosità. Il poemetto (salvo rare e, credo, volute eccezioni) è scritto interamente in endecasillabi. Si intuisce che il controllo che la poetessa ha della metrica è tale che potrebbe farne a meno in qualsiasi momento. L’endecasillabo non è una gabbia ma una risorsa. Lamberti-Bocconi prepara il suo congedo dal lettore con un corsivo che vola oltre Milano, come deve fare la poesia:

 

Voi vivi, voi borghesi, voi distanti
voi padri e madri, voi giorni passati:
siete la fossa dove abbiam buttato
i soli cuori che ci avete dato.

 

Fine del viaggio, buona lettura.

 

(recensione di Gianni Montieri)


 

Anna Lamberti-Bocconi è nata a Milano nel 1961. Ha pubblicato alcuni volumi di poesia tra i quali: Sale Rosso (1992) con Stampa Alternativa e Devi Chiamarmi (2005) con Campanotto; inoltre il saggio La forza della preghiera (2000) con Sperling e Kupfer. Come autrice di testi di canzoni ha collaborato, fra gli altri, con Ivano Fossati (in Discanto) e Fiorella Mannoia (in Gente Comune). Nel giugno 2009 è uscito il suo primo romanzo, Rumeni, edito da Stampa Alternativa. È redattrice del lit-blog La poesia e lo Spirito. Nel 2009 ha partecipato a Ricercabo2009, e in quell’occasione ha letto alcune parti del Canto di una ragazza fascista del mio tempo, allora non ultimato.