Aracne di Pietro Bocca ⥀ Passaggi

Prosegue il nostro appuntamento settimanale con la rubrica Passaggi insieme alla prosa breve di Pietro Bocca intitolata Aracne. L’editoriale della rubrica può essere letto qui

Illustrazione in copertina di Marta Goldin, Il doppio, 2022.

 


 

Dal pianeta degli umani si propagano frequenze distratte. Ci incontriamo nella nebbia del mondo digitale. Io la guardo, lei mi guarda: non ci riconosciamo. Dove dobbiamo andare per amarci? Come dobbiamo parlare per capirci? Serve una mappa. Faccio scorrere il dito sul tessuto cartografico di Roma come per tessere una ragnatela, produco schemi di geografia umana: esco di casa e riconosco nelle strade di cemento un labirinto – la ragnatela orizzontale che avevo immaginato; un’intera città costruita sulla chimica dei filamenti di seta. Dal bar alla stazione, al mercato, alla piazza, all’università, al quartiere e all’insegna al neon di un cinema senz’anima, sempre lo stesso tragitto orizzontale che stiracchia la prospettiva, la ridicolizza. Spinge a guardarsi i piedi e a confrontare ogni cosa su un piano funesto. Per quanto io possa camminare sull’appiccicoso filamento della ragnatela, non riesco mai a trovare il ragno che l’ha creato. I passi si fanno sempre più pesanti.

Anni e anni più tardi, come in una favola. Io, lei e migliaia di noi che passeggiano fra gli ecomostri di Roma. Da un’appendice della nostra schiena cola una strana materia che indurisce il cemento: eccoci a tessere il labirinto di seta che i nostri successori dovranno sciogliere. Corpi amorfi e rimpiccioliti; orizzontali. Quando cala la sera, ci ritroviamo sulle sponde di una grande pozzanghera e ci affacciamo sull’acqua – il riflesso proietta i volti di un esercito-Aracne. Soffriamo insieme il confronto col mito. Poi si raccoglie la forza di esistere e si torna a dormire; ciascuno per sé, in case di seta. È notte. I pochi che lasciano accesa la luce si spogliano e si congiungono; nel frattempo, fuori dalle finestre si consuma l’atto rivoluzionario del muratore dell’edilizia acrobatica – che sospeso su filamenti diversi dai nostri, oscillante su liane artificiali, si arrampica in verticale e si affaccia sulla metropoli dormiente. I bambini parlano fra loro della scimmia che di notte si arrampica sui tetti. Mio figlio torna a casa da scuola e gioca ad arrampicarsi sulla libreria. Io e sua madre sdraiati su un tappeto di seta. Mio figlio dice che ha visto il muratore acrobatico. Gli auguro tutto il bene del mondo.

 

 

 


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Pietro Bocca
Marta Goldin, Il doppio, 2022.