Ballade en l’honneur de Louise Michel | OttoMarzo

Seconda puntata della rubrica OttoMarzo, a cura di Francisco Soriano

In questi giorni abbastanza bui fra tentazioni restauratrici, tensioni sovraniste e regressioni in termini di diritti umani e civili, ho avuto la buona sorte di imbattermi in una bella pubblicazione di Anne Sizaire sulla vita dell’anarchica transalpina, Louise Michel, La “viro major” – Breve storia (1830-1905), stampato dalle Edizioni “La Fiaccola”, di Ragusa.

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Louise Clémence Michel Demahis nasce nel 1830, in un castello storico della Lorena nei pressi di Domrémy. Louise era figlia di Laurent Demahis, notabile del castello di Vroncourt-la-Cote e della sua donna di servizio. Sopraggiunta la morte di Monsieur Demahis, gli ereditieri riescono a distruggere l’esistenza dorata di Louise, cacciandola dal castello. Tuttavia nei suoi primi anni lontana dalla Loira, Louise potrà sopravvivere grazie a una piccola dote assegnatale per evitare l’esclusione totale ai beni di famiglia. Nel 1856 giunge a Parigi e si stabilisce nei pressi della Bastiglia come gestrice di una pensione per donne. Divenuta istitutrice nel gennaio del 1853, le sue iniziative pedagogiche vengono intercettate dalle istituzioni e censurate come incongrue, talvolta vengono definite addirittura come scandalose. Coerentemente con le persecuzioni messe in atto, non tarda ad arrivare dal rettorato di Chaumont una denuncia contro Louise per aver cancellato dalle sue lezioni la preghiera del mattino sostituendola con la Marsigliese. Louise ha una notevole sensibilità letteraria e scrive epistole e poesie a Victor Hugo suo ammiratore. Esordisce inoltre, scrivendo per un giornale di Chaumont, con un testo sull’Impero romano metafora del regime illiberale di Napoleone III.

A Parigi scopre il suo talento di scrittrice e incontra persone che saranno determinanti per tutta la sua esistenza di libertaria: Jules Vallès, Auguste Vermorel, Émile Eudes futuri protagonisti della Commune. Segue corsi clandestini di materie vietate per decreto imperiale, come le lezioni di storia moderna. Louise dà il suo contributo organizzando corsi di letteratura e sostenendo l’idea del romanzo come strumento di un linguaggio semplice ma ricco di contenuti sociali: La misère, Le claque-dents, Le crimes de l’époque e Les paysans. Tra le sue frequentazioni importanti quella di Henri de Rochefort, il marchese anarchico dalla penna sublime che sbeffeggiava con derisione e ironia l’impero. Altri attivisti vicini a Louise furono Louis Auguste Blanqui e Armand Barbès, ambedue incarcerati e rilasciati in varie occasioni dal 1830 fino ai moti del 1848. Intanto nel 1864, grazie soprattutto alla compagine francese antiautoritaria guidata da Eugène Varlin, nasce a Londra l’A.I.L, la Prima Internazionale dove per la prima volta nella storia del mondo, operai di tutti i Paesi discutono sulle strategie da attuare per il miglioramento delle proprie condizioni di lavoro. La corrente maggioritaria alla Prima Internazionale è quella dell’anarchismo mutualista grazie alla presenza delle imponenti figure di Proudhon e Bakunin. Lo scontro sul metodo fra marxisti e anarchici, sul concetto di Stato e del potere non deflagra il movimento che rimane compatto solidaristicamente.

Napoleone III aveva subito una débâcle senza precedenti contro le truppe prussiane e aveva gettato il Paese in una situazione di confusione istituzionale ed economica. I francesi vivevano la vergogna della disfatta ribellandosi anche alle ingiustizie sociali. Furono organizzati gruppi di volontari armati, intellettuali ed esponenti della sinistra parigina che presero parte a una rivolta che portò, il 4 settembre del 1870, alla formazione della Repubblica. L’esperienza della Comune rimarrà esperienza irripetibile: vennero pianificate elezioni, si assicurarono i servizi di base alla popolazione, furono creati aiuti pensionistici per vedove e orfani di guerra, fu avviata la restituzione dei beni dati allo stato nel periodo precedente alla rivoluzione, si sancì la libertà di stampa e opinione, il diritto dei lavoratori di gestire la fabbrica qualora fosse stata abbandonata dal proprietario, i salari pubblici furono equiparati a quelli degli operai e infine, vennero emanati decreti che prevedevano la separazione delle funzioni Stato-Chiesa con il regime scolastico completamente laicizzato. Durante la Comune, Louise si vestiva da maschio e non voleva essere relegata al ruolo di infermiera che di solito veniva riservato alle donne. Non amava né tattiche né strategie e combatteva sulle barricate come nessuno era capace. Arrestata, venne trasferita nel forte militare di Satory con centinaia di rivoltosi. In tribunale dichiarò di aver voluto uccidere Thiers e chiese la propria esecuzione capitale ai giudici della corte: Se mi lascerete vivere esorterò alla vendetta. La sentenza fu di esilio a vita e Victor Hugo le dedicherà una lirica, “Viro major”: Facevi ciò che fanno i grandi cuori folli. Esaltavi coloro che vengono schiacciati e calpestati. Nell’agosto del 1873, Louise con altri comunardi condannati venne esiliata in Nuova Caledonia. Oltre ai lavori forzati, ai prigionieri veniva lasciata una certa libertà di movimento in quella straordinaria natura selvaggia. Louise subito si interessò agli abitanti autoctoni, i canachi: li frequentò, imparò la loro lingua, insegnò loro il francese. Nel 1878 ebbe l’amnistia e fu così che poté rientrare insieme ai suoi cinque gatti dalla Nuova Caledonia.

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Louise ha cinquant’anni, è il novembre del 1880 e tutti l’attendono alla stazione di Saint-Lazare. Giornalisti e vecchi compagni di lotta, il marchese de Rochefort, Jules Vallès e Louis Blanc. Il fallimento della Comune determinò anche l’appannamento di quella idea di società libertaria, solidale e mutualistica che l’aveva animata. Cambiarono i rapporti di forza al congresso dell’Aia del 1872 e i marxisti fecero espellere Bakunin. Louise è contro ogni potere e molti dei suoi amici sono ormai degli ottimi funzionari ministeriali: Il potere è maledetto ed è per questo che sono anarchica! Nel 1881 è delegata a Londra per la sezione francese dell’A.I.L, che si riunisce in congresso. Si tracciano linee di azione nel sociale, scioperi, insurrezioni e interessanti proposte di creazione di negozi cooperativi, società di mutuo soccorso e assistenza, giornali e atelier autogestiti. Un anno dopo partecipa a una manifestazione in onore di Blanqui nell’anniversario della sua morte, viene arrestata per oltraggio al pubblico ufficiale. Nello stesso anno, dissociandosi dai socialisti parlamentaristi nel salone Favié a Parigi, si pronuncia per l’adozione della bandiera nera. Si dichiara anarchica contro il suffragio universale, definendolo inganno del potere. Crea la Lega delle donne rivoluzionarie e si dirige verso Lione per sostenere gli anarchici arrestati, fra cui Kropotkin. Tiene innumerevoli conferenze, provoca una sommossa e si pone a capo di una manifestazione di disoccupati nel cuore di Parigi. Arrestata viene condannata a 5 anni di reclusione, fuori dalla prigione de Rochefort provvede alle spese di mantenimento soprattutto della madre di Louise. Un anno dopo, grazie all’ennesimo movimento per la liberazione dei detenuti politici viene amnistiata. A Le Havre, nel 1888 mentre parla in pubblico, un uomo le spara, ferendola a un orecchio. La reazione di Louise è ancora una volta sorprendente. L’uomo è uno squilibrato e Louise si preoccupa per lui e la famiglia che versano in uno stato di miseria. In tribunale, la difesa verso quell’uomo è così strenua che i giudici gli conferiscono la libertà. Il primo maggio del 1890, Louise si trova a Vienne, nell’Isère: è a una manifestazione con i compagni anarchici a protestare per i licenziamenti nelle fabbriche della seta grazie alla meccanizzazione del settore. Arrestata, le autorità optano per il rilascio e la dichiarano incapace di intendere e volere. Louise offesa, lascia la Francia direzione Londra dove ritrova Rochefort e Kropotkin. Gli anarchici intraprendono in Francia una deriva terroristica e, l’11 marzo 1892, Ravachol posiziona una bomba a Saint-Germain. Nel 1893 puntuale arriva l’inasprimento di leggi sulla sicurezza e nello stesso anno vengono giustiziati il giovane italiano Sante Caserio e Ravachol che avevano tentato di far saltare in aria l’Assemblea Nazionale. Il 24 giugno 1894 viene assassinato a Lione il presidente Sadi Carnot. A settanta anni, Louise torna in Francia, organizza più di 100 conferenze e collabora con i suoi scritti su Le Libertaire. Nel 1897 pubblica il libro La Commune, grazie a Paul-Victor Stock. Nel 1904 è ad Algeri, per un giro di conferenze e per protestare contro l’imperialismo francese in Africa. Rientrata a Marsiglia, in una sua ultima conferenza afferma: Quando ero tra la vita e la morte, ho visto scurirsi tutto il male venuto dalle miserie eterne. Mi sembrava che l’amore infinito diventasse portatore di senso, era una forza dell’avvenire. Sono tornata per dirvelo. La rivoluzione sarà lo sbocciare dell’Umanità come l’amore è lo sbocciare del cuore. Il 10 gennaio del 1905 si spegne serenamente a Marsiglia.

Bibliografia essenziale:

  • Anne Sizaire – Louise Michel, La “viro major” – Breve storia (1830-1905), Edizioni “La Fiaccola”, Collana “La Rivolta”. Ragusa, 2012
  • Louise Michel, Mémoires, François Maspero. Paris 1976
  • Louise Michel, La Commune. Editori Riuniti. 1969