Ieri tutto il giorno pioveva e pioveva ma a gocce piccole e leggere, siamo rimasti in casa e fuori dalla finestra guardavamo le persone che passavano veloci per la strada. Qui quasi nessuno usa l’ombrello quando piove così, se hai l’ombrello vuol dire che non sei di qui. Lei risale Mont- Royal con in mano un piccolo pacchetto, alla pasticceria bretone ha comperato qualche dolce per la colazione. Io sono ancora a letto ma troverà aperto perchè Céline è ancora in casa, in casa in questi mesi siamo io che dormo, Céline al telefono che parla spagnolo, Anne che probabilmente è già uscita. Questa mattina la luce è tremenda e il sole quasi scalda, e il vento ti toglie gli occhiali da sole dalla faccia. Lei tiene in una mano il pacchetto, nell’altra gli occhiali che indossa. Cammina senza fretta e si lascia distrarre. Quando arriva qui si sfila gli occhiali si apre la giacca, apre la porta e vede in fondo al corridoio Céline in cucina, la saluta sfilandosi le scarpe. Percorre il corridoio e appoggia il pacchetto sul tavolo della cucina, bacia Céline e viene verso camera mia. Apre lentamente la porta, viene a sedersi sul letto. Apro gli occhi quando sento che mi passa tra i capelli una mano. Le dico salut lei mi sorride e indica la finestra, dice c’è uno scoiattolo lì fuori che si sta mangiando la vostra spazzatura, ha rotto il sacchetto e ci si è infilato. Facciamo il caffè e torniamo in camera, scostiamo appena la tenda e ci mettiamo a guardare fuori, lo scoiattolo che fa su e giù dall’albero e si tuffa nel sacchetto, riemerge con una crosta di torta alle mele e risale il tronco.

