Fine turno nella fabbrica di pelle sintetica di Andrea Capodimonte ⥀ Passaggi

La rubrica Passaggi, dedicata alla sperimentazione nell’ambito della prosa breve, presenta oggi alcune prose di Andrea Capodimonte, Fine turno nella fabbrica di pelle sintetica. L’editoriale della rubrica si trova qui

Foto in copertina di Edoardo Capodimonte, Eindhoven, 2018

Fine turno nella fabbrica di pelle sintetica

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Una stanza con quattro ragazzi che guardano un grafico al computer. Dall’alto calano pelli sintetiche, un ultimo macchinario le ammucchia in un angolo. Strati e strati di pelle finta che verrà lavorata dall’uomo per creare altri uomini che potranno vivere di più, con o senza pelle. L’operaio di nome Carlo sta sfilando e tagliando i pezzi mal riusciti, gli altri li inserisce ben piegati in una scatola che corre via sul nastro. Ogni tanto, senza farsi vedere dalla telecamera, mette un pezzo di pelle in tasca, che usa come pellicola per tappare una perdita del lavandino. 

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Può succedere che la macchina si blocchi. Spuntata con un tocco l’ultima revisione sullo schermo, l’operaio ha salutato e lo schermo ha risposto in modo cordiale. 

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Lo schiavo – così chiamato da Carlo – riponeva sempre l’ultimo scatolone alle ore diciotto. Finiva il turno e si spegneva per risparmiare. 

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Su quel tabulato non sapevano cosa scrivere per non farsi scoprire dalla direzione. Alla fine, stanchi e per sbrigarsi, presero un tabulato simile e lo copiarono. 

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Nell’ultima stanza hanno allestito un piccolo centro di aiuto dove usano la pelle scartata per sistemare alcuni modelli logorati dagli urti. L’ultima donna sembrava piangere dalla paura, ma non ne aveva motivo, perché era solo un riflesso.

Chi volesse proporre prose brevi per la rubrica, può inviarle a questo indirizzo email: RubricaPassaggi@argonline.it