CIPOLLA CAFÈ, ovvero di come iniziai ad amare l’alluce valgo e conclusi odiandolo | Racconto di Gian Marco Griffi

Mi chiamo Remo, pulisco i bagni al Mercato Coperto di Asti e ho creato un profilo su Facebook per potermi conseguentemente iscrivere a un gruppo Facebook per gente che ha l’alluce valgo, anche se non ho l’alluce valgo.

Spiego: il mio amico Bruno (su Facebook si chiama Brad Pittbull, anche se è brutto come il peccato e odia i cani) è iscritto a Cipolla Cafè da quattro mesi e dice che le donne con l’alluce valgo hanno una voglia di scopare pazzesca.
Poiché io, come Bruno, ho una voglia di scopare pazzesca, ho inviato la richiesta di iscrizione a Cipolla Cafè.
Prima di accettare la richiesta d’iscrizione, quelli di Cipolla Cafè chiedono tassativamente una fotografia del proprio alluce valgo.
Bruno è stato fortunato perché sia sua mamma che suo padre hanno l’alluce valgo, e tra l’altro un alluce valgo davvero ben fatto, che potrebbe essere preso da modello per fare un manifesto del Movimento Alluci Valghi, se esistesse un simile Movimento.
Bruno se n’è infischiato del fatto che suo padre ha dei piedi davvero orrendi, tozzi e rovinati, e ha postato la foto del piede di suo padre con la cipolla spacciandola per sua.

Io ho insultato mio padre perché non ha l’alluce valgo, mi ha chiesto se ero impazzito, gli ho spiegato la faccenda e lui mi tirato un ceffone che sono quasi svenuto. Ha maledetto i suoi spermatozoi per aver generato un figlio tanto imbecille, ha detto che preferiva avere un figlio tossico, tisico, spastico, e mi ha anche tirato un calcio nel culo. 
Naturalmente non lo pensava veramente, sono cose che si dicono in momenti di rabbia intensa, e infatti mia mamma gli ha detto che si doveva vergognare di aver detto quello che aveva detto sugli spastici, che poverini avevano ben altri problemi.
Il mio problema invece era la fotografia da inviare agli amministratori del gruppo.
Non sapevo bene cosa fare e così ho cominciato a cercare gente che avesse l’alluce valgo tra i clienti dei bagni del Mercato Coperto.
In pratica ho chiesto se tra quelli che venivano a pisciare c’era qualcuno che aveva l’alluce valgo, ne ho trovati tre, gli ho chiesto se potevo fargli una foto e mi sono preso un paio di vaffanculi. 
Il terzo però ha lasciato che glielo fotografassi; mi ha chiesto di seguirlo a casa sua (abitava lì vicino) perché non poteva mica mettersi lì, davanti a tutti quelli che pisciavano, a sfoggiare la sua cipolla del piede, e quando siamo arrivati a casa sua mi ha anche offerto una cedrata, mi ha fatto accomodare sul divano e mi ha detto di aspettarlo lì che arrivava subito.

Cinque minuti dopo è uscito dal bagno nudo e schifoso e ha cominciato ad avvicinarsi, io ho fatto uno scatto all’indietro e sebbene non abbia niente contro gli omosessuali gli sono andato incontro di corsa e gli ho tirato un calcio di punta che non ha respirato per cinque minuti.
In quei cinque minuti ho fatto una foto del suo piede con la cipolla e l’ho immediatamente postata sul gruppo Facebook per dimostrare che anche io avevo una bella cipolla al piede destro, e che potevo far parte di quel bellissimo gruppo riservato alle persone sfortunate per via l’alluce valgo, ma fortunate per via del fatto che potevano condividere tanti momenti bellissimi insieme, come una comunità dovrebbe sempre fare.

Risultato, dopo tre mesi trascorsi su Cipolla Cafè a commentare foto di alluci valghi con facce stupite, cuoricini e complimenti vari (“un alluce valgo perfetto”, “il miglior alluce valgo che abbia visto negli ultimi sei-otto mesi”, “sei la dea degli alluci valghi”), a scrivere poesie sulle cipolle del piede prima di addormentarsi, a postare film e canzoni sull’alluce valgo, a discutere delle proprietà fisiognomiche di un alluce valgo fatto in un modo piuttosto che un altro, a ricordare lo sterminio delle persone con alluce valgo e agli esperimenti compiuti su di essi da parte dei nazisti, a decantare il quoziente intellettivo superiore di quelli che hanno l’alluce valgo, a sostenere pro e contro delle bende ortopediche, ad accanirsi su una pomata piuttosto che su un’altra, a consigliare una scarpa piuttosto che un’altra, a fantasticare su un Partito politico dell’Alluce Valgo, a una religione dell’alluce valgo (nomi proposti: allucevalghesimo, allucevalghismo, testimoni dell’Alluce Valgo, avventisti dell’alluce Valgo) a un film interamente interpretato da alluci valghi, a una storia alternativa scritta da portatori di alluce valgo, a discriminare chi non ha l’alluce valgo, a sbeffeggiare simpaticamente quelli che postavano foto di alluci valghi piccolini, a celebrare chi aveva un alluce valgo sovradimensionato, a tentare di eccitare le donne millantando succhiate e leccate di alluce valgo, bondage dell’alluce valgo, alluci valghi avvolti nel latex, Bruno e io abbiamo accalappiato Sandra e Sandra e siamo riusciti a invitarle a cena fuori.

Quando siamo entrati in pizzeria e le abbiamo viste abbiamo pensato che erano brutte da togliere la pace ai vivi e ai morti (del resto non potevamo aspettarci granché) e abbiamo valutato se filarcela subito; tuttavia Bruno ha sottolineato che anche noi siamo brutti come la fame, tanto che io gli ho detto di parlare per sé stesso, e ha aggiunto che dopo qualche litro di vino anche Sandra e Sandra potevano sembrare quantomeno carine; io non ero molto convinto ma ci siamo presentati, ci siamo avvicinati al tavolo zoppicando un po’ come da copione perché Bruno sosteneva che sua mamma aveva una cipolla grande come due cipolle e quando camminava zoppicava, così ha dato per scontato che la gente con l’alluce valgo zoppicasse, anche se questa cosa non mi ha convinto del tutto.
A tavola la conversazione si è svolta con Sandra che parlava e Sandra (l’altra) che confermava.
La prima cosa che ha detto Sandra è stata che avendo la cipolla al piede destro lei si sentiva fascista. Sono fascista, ha detto, è un problema? 
Bruno ha detto che era fascista anche lui, sebbene sia iscritto alla Cigielle e tenga un quadro di Stalin in camera (era di suo zio), e Sandra ha detto benissimo, magnifico, sapete che Hitler aveva l’alluce valgo? Io ho detto che non lo sapevo, Sandra ha confermato, Bruno ha detto che l’aveva sentito dire, Sandra ha detto che Churchill non lo aveva, Mussolini lo aveva, Pertini no, Almirante sì, Berlinguer assolutamente no, Licio Gelli uno piccolo ma lo aveva, Guevara tutti sostengono lo avesse, ma non lo aveva, si trattava di una deformazione minore. Sandra ha confermato tutto.
Poi Sandra (quella che parlava, non quella che confermava) ha attaccato a parlare dell’Iliade e dell’Odissea e di questo Achille che aveva l’alluce valgo (anche lui) e del progetto di introdursi nelle chiese per raffigurare Gesù Cristo con l’alluce valgo, Sandra (quella che confermava) ha chiesto se eravamo d’accordo sul fatto che Gesù Cristo avesse l’alluce valgo, io non sapevo bene cosa dire ma alla fine ho detto che ero d’accordo.
Sandra ci ha raccontato la storia del libro scritto dall’altra Sandra, intitolato Storia Parodistica dell’Alluce Valgo in Monferrato, e abbiamo riso.
Nel proseguo della conversazione Sandra ha pronunciato centododici volte la parola “alluce”, centosette volte la parola “valgo” (in cinque circostanze la parola “alluce” non era associata alla parola “valgo”), trentanove volte la parola “piede”, tredici volte la parola “segare”, undici volte la parola “pus”, nove volte la parola “arrossato”, sei volte la parola “amore”, ecc. e alla fine, dopo cinque bottiglie, ci ha raccontato del Grande Progetto del gruppo Cipolla Cafè: un grande incontro alla fine dei tempi di tutti gli utenti del gruppo presso la Clinica Humanitas Cellini di Torino, dove si sarebbero fatti segare via ciascuno la propria cipolla e avrebbero trascorso un paio di giorni per fare amicizia e robe del genere, tra un’anestesia e l’altra, tra una segata e l’altra dell’alluce valgo.
E quando Bruno ha fatto notare a Sandra e Sandra che dopo l’incontro il loro gruppo avrebbe dovuto cambiare nome, Sandra e Sandra hanno risposto in coro ASSOLUTAMENTE NO! perché l’alluce valgo ti resta impresso nell’anima.

Comunque per farla breve alla fine della cena abbiamo preso due camere al motel: io mi sono beccato Sandra (quella che parlava) e Bruno si è appartato con Sandra (quella che confermava). 
Mentre andavamo in camera ero silenzioso e Sandra per rompere il ghiaccio mi ha chiesto se mi capitava di pensare che tutte le persone viventi durante la guerra civile americana adesso erano morte, io ho detto che non ci avevo mai pensato, poi mi ha chiesto se mi capitava di pensare ai babilonesi, io le ho chiesto per quale motivo avrei dovuto pensare ai babilonesi, lei ha detto Perché Nabu, Dio della sapienza e della cultura, veniva rappresentato con l’alluce valgo, io le ho risposto che non avevo mai pensato ai babilonesi in vita mia, lei si è rabbuiata e mi ha chiesto se ultimamente avevo guardato il cielo stellato in una notte ventosa in aperta campagna, perché in simili notti è visibile una costellazione a forma di piede con alluce valgo, io ho detto che conoscevo l’orsa maggiore e quella minore, lei ha parlato di tristezza, la scienza mi procura tristezza, ha detto, io ho chiesto in che senso la scienza le procurava tristezza, lei ha detto A causa della pareidolia, io ho chiesto che cos’era la pareidolia, lei ha detto che la pareidolia è quella cosa per cui le stelle si dispongono nella volta celeste per raffigurare Orione e tu ti innamori di Orione e delle sue stelle, mentre la scienza è quella cosa che rovina tutto sussurrandoti in un orecchio che nello spazio tridimensionale le stelle della costellazione di Orione sono separate da distanze enormi e non raffigurano un bel niente, e l’amore che sentivi solo un momento prima svanisce e tu ti senti una stupida, io ho provato a estraniarmi dalla conversazione pensando di essere in un altro luogo, lontano come i babilonesi e le stelle di Orione, ma poi finalmente siamo entrati in camera, abbiamo iniziato a spogliarci e io naturalmente volevo tenere i calzini per non svelare l’assenza dell’alluce valgo, da cui avrebbe capito che odiavo i fascisti e le donne fasciste, ma Sandra ha detto che la prima cosa da fare, quando si fa l’amore tra persone con l’alluce valgo, è unire i propri alluci valghi, sfregarli e farli amare.
Ho detto a Sandra che se ci amavamo noi si amavano anche i nostri alluci valghi, lei ha detto che nella sua anima c’era un vuoto, io ho detto come un vuoto, lei ha detto un vuoto scuro come un gorgo d’inchiostro e insignificante come certi organismi unicellulari che vivono nell’acqua stagnante, per esempio il paramecium, io non ci ho capito niente e ho iniziato ad accarezzarle i capelli, lei mi ha fermato e ha detto No, prima uniamo i nostri alluci valghi, io ho detto che avevo in mente qualcosa di meglio, lei ha detto non riesco a pensare niente di più eccitante che sfregare il mio alluce valgo sul tuo alluce valgo, e allora ho capito che doveva trattarsi di una specie di petting per persone con l’alluce valgo, una sorta di perversione erotica per cui avrei dovuto leccare l’alluce valgo di Sandra o una roba così.

È stato in quel momento che ho vomitato sulla moquette del motel, una moquette lurida come i cessi del Mercato Coperto quando fa il turno il mio collega ecuadoregno, e lei ha approfittato della mia indisposizione per strapparmi i calzini di dosso, ha scoperto che non avevo l’alluce valgo, ha iniziato a gridare come una matta accusandomi di essere un impostore, un pervertito, un maniaco, uno stupratore, un comunista, un debosciato, un paramecium, un coglione, e totale non me l’ha più data.

(Pubblicato in accordo con l’Agenzia letteraria Stradescritte)