Constantin Severin tra poesia e pittura, nelle traduzioni di Toti O’Brien ⥀ Le vele – Poesia della traduzione 13

La rubrica Le vele propone, con tre uscite distinte, le traduzioni di alcune poesie di Constantin Severin, poeta rumeno tradotto dall’inglese da Toti O’Brien

 

Le vele pubblica, con tre uscite distinte, la traduzione di tre poesie del poeta e artista visionario Constantin Severin. Gli inediti inclusi nella raccolta The Lives of the Painters sono tradotti dall’inglese da Toti O’Brien. Severin vive a Souceva, in Romania, si occupa di arte, di poesia, di dialogo tra le forme artistiche. La prima poesia è dedicata a Frida Kahlo. Un ritratto potente, realizzato a tinte forti che mette in risalto, attraverso il colore e le tracce di un’esistenza tormentata, la forza e la fragilità di una donna straordinaria, che ha fatto dell’arte il suo mezzo per urlare la vita, il suo strazio, la sua incontenibile bellezza.

(a cura di Rossella Renzi)

 

L’immagine di copertina, Here is the archetypal expressionism!, è di Constantin Severin.


 

FRIDA KAHLO

Non ho mai steso sogni sulla tela, ho dipinto soltanto le due Fride
dal cuore insanguinato dentro il secchio dei miei palmi tremanti.
Ero colomba troia angelo demonio comunista e capitalista
felicità è lama scintillante di coltello sotto il rebozo
solitudine e dolore i fidi siamesi
che mi spinsero a tracciare incessantemente il mio autoritratto
con colori estratti dal fulgido arcobaleno del male

rosso – un mucchio d’ossa imbrattate di sangue a diciott’anni
arancione – fiore d’agave nato ogni trent’anni dal dolore
giallo – il corpo distrutto dal male avvolto da angelica aureola
verde – la collana di giada è un bizzarro magnete per il male
azzurro – partorii quadri e amori in Casa Azul con dolore intenso
indaco – il cappello di Diego colui che causò il secondo incidente
violetto – l’universo in cui dopo amori e dolori ho ritrovato me stessa

Gradualmente capii che il capolinea dell’autobus fatale era l’arte
e sotto lo specchio appeso sul letto di Casa Azul
nacqui nuovamente con i primi dipinti
e coi gemiti di uomini e donne amati sino in fondo
Breton disse che ero un nastro annodato intorno a una bomba
forza e fragilità le parole che mi descrissero in Gringolandia
un’eterea creatura con sopracciglia unite come ali di corvo
colibrì sfuggito alla lava primigenia riemerso dalla morte

forse non sarei stata intera e forte
senza le fratture di clavicola costole pelvi e spina dorsale
la pienezza d’amore si raggiunge solo col cuore spezzato
il torace serrato dal corsetto talvolta si riempiva di gioia
mentre gli occhi si annebbiavano di smagliante tristezza
la vita mi piacque in chiaroscuro e la bellezza in contrasto
preferii la ricchezza interiore all’euforia fuggitiva

Ho sempre sentito in gola un grumo ostinato e duro
come se disperatamente avessi ingoiato il mondo
volevo penetrare il nucleo oscuro del tutto
per non più sentire il grido di bambini affamati
volevo essere trascinata dal vento in una canzone non scritta
l’arte infine mi diede ali e scordai lo strazio della cancrena
l’urlo della mia arte e l’urlo della mia identità sono uguali

Suceava, 12 agosto 2020

 

FRIDA KAHLO

I never laid down dreams on the canvas I just painted the two Frida
with a bloody heart throbbing in the bucket of my trembling palms
I was a dove and a bitch an angel and a demon a communist and a capitalist
happiness is a shining knife blade hidden under the rebozo scarf
pain and loneliness were my faithful Siamese
which inspired me to paint my self-portrait indefinitely
with colors extracted from the most beautiful rainbow of pain

red – a lump of broken bones sprinkled with blood at the age of 18
orange – a corolla of agave blooming from pain every 30 years
yellow – my body disintegrated with pain in the halo of a loving angel
green – a necklace of jade beads worn as a strange attractor of pain
blue – in Casa Azul I gave birth to my works and love stories with intense pain
indigo – Diego’s hat the man who provoked my second accident
purple – the universe in which I recomposed myself from love and suffering

I gradually understood that the death bus had art as its final destination
soon under the mirror mounted above the bed in the Casa Azul
I was born for the second time with the first paintings
and with the cries of the women and men I loved to the end
André Breton said I was a ribbon wrapped around a bomb
fragility and strength were the words with which I was described in Gringolandia
a fragile creature with eyebrows joined together like black bird wings
a hummingbird gushing from the mysterious lava of life returned from death

maybe I wouldn’t have been whole and strong
without the spine clavicle ribs and pelvis shattered
the depth of love can only be reached after your have broken your heart
sometimes joy filled my chest tight in orthopedic corsets
while the dazzling sadness overwhelmed my eyes
I loved life in chiaroscuro and the contrasting beauty
and I preferred inner fullness instead of fleeting happiness

I always felt something hard and persistent in my throat
as if I had desperately devoured the whole world
I wanted to get inside the darkest part of the wholeness
so that I will no longer hear the cries of starving children
I wanted a storm to come that would make me flow into an unwritten song
in the end art gave me wings and I forgot the pain the gangrenous leg
the scream of my art is as intense as the scream of my identity

Suceava, August 12, 2020

 

 


Constantin Severin, Here is the archetypal expressionism!, Oil on board, 50X70 cm, 2012.

 


Constantin Severin è nato a Baia de Arama e vive a Suceava. È un poeta, scrittore e artista rumeno, fondatore del movimento artistico Archetypal Expressionism e autore di dieci libri di poesia, saggistica e narrativa tra cui Improvisations on harmonic key, The Axolotl and The Alchemical City. Le sue opere visive e i suoi articoli su arte, teoria, critica e cultura sono apparsi sul sito della nota Saatchi Gallery di Londra e su riviste internazionali quali Artdaily, World Literature Today, Levure littéraire, Trafika Europe, Empireuma, Contemporanul, Vatra, Arkitera, Glare Magazine, Cuadernos del Ateneo, Dance and Media Japan and Pro Saeculum. Ha contribuito regolarmente ai programmi della BBC e di Free Europe Radio.

Toti O’Brien, nata a Roma e residente a Los Angeles dall’inizio degli anni ’90, è autrice di Other Maidens (BlazeVOX, 2020), An Alphabet of Birds (Moonrise, 2020), In Her Terms (Cholla Needle, 2021), Pages of a Broken Diary (Pski’s Porch 2022) e Alter Alter (Elyssar, 2022). Contribuisce recensioni e articoli su arte, cultura e società a varie riviste. Traduce poesia in italiano dallo spagnolo, dall’inglese e dal francese.

 

Le vele. Poesia della traduzione 1
Le vele. Poesia della traduzione 2
Le vele. Poesia della traduzione 3
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Le vele. Poesia della traduzione 5
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