Credevano di Stefania Zampiga ⥀ Autopoetica
La rubrica Autopoetica, a cura di Marzia D’Amico, che accoglie testi inediti accompagnati da un’autodichiarazione critica, presenta oggi il suo sesto contributo con un lavoro di Stefania Zampiga. È possibile segnalarsi inviando propri testi e una dichiarazione di autopoetica alla mail: autopoetica.argo@gmail.com (tutte le pubblicazioni finora apparse nella rubrica possono essere lette qui)
Progetto Velature
nel contatto non intacca, fra le correnti di parole. talvolta. parole. per bocca, negli umori, ribalta. registra. estende il braccio di carne, tre dimensioni, quattro. stacca, stanca, talvolta. direzioni. ‘prova a stare senza corpo (fai esperimento)’. la biopolitica in realtà. ‘su una superficie un leggero strato’. leggero velare, un ambiente sospeso, vuoto non vuoto, sintonizzazioni, amnesie, filacce, qualcosa. producono, riducono trame sovrappongono. l’autore non è. ‘l’uso della velatura non è un ripiego’. riprende il filo, un filo. ‘preordinato artificio’. se riesce si muove, nasconde, rivede, convive, si nutre (si) trasforma. le forme di un con-tatto. affonda. empatie. da rismontare. enfasi, acqua da palude, togliere. intrecci verticali, diagonali, orizzontali, nodi. come inizia. a mano. mano a mano. tesse a mano. sabbia. in mano. nothing but ways (Trinh T Minh Ha). tese allentate. ordite. dietro di lato davanti di fronte, ragnatele. politiche. intona, addolcisce. urti, ahi. aria. neuroni. senza mappa, grammatiche. di fuga. connessioni. più spazi. predispone spazi, vuoti. il formarsi. fluttua rigoglio. presenza assenze. molteplici, assenze. il punto. i punti, tocca. di. sospensioni.
(Stefania Zampiga)
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credevano trovarsi in una stanza, in una casa, in una zona, una città, una provincia, regione, un paese, continente, un pianeta, costellazione, universo. credevano vedere cose. poggiare su un cuscino, divano, pavimento, cantina, fondamenta, terra, falde acquifere, magma. credeva sentire caldo, freddo, tiepido. odori, suoni. credevano distinguere fra cose, piante, animali, persone. i colori primari, secondari, le sfumature. stasi e movimento. volumi e vuoti. luce e buio. film. linee.
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sull’ipad con le dita
colore approssimato, sporco. decomposizioni. strisce. bianco. spessori casuali di matite, pennarelli, pulsanti. rimozioni. la cancellatura è un colore.
– prima media, 1969 (incendi di petroliere, esplosione di aerei, massacri. dal giornale il prof legge-impone. dipingerli, in particolare: fuoco, brandelli, schizzi, prima. di Zabriskie Point)
più, difficile distinguere i gradi.
dove arriva.
quello che si può dire.
le forme delle spazializzazioni.
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i posizionamenti. altra. stessa cosa.
rispetto a dolori, in corso.
entangled.
dolori prevedibili spesso. la curva
dell’orbita quasi di casa
quasi a casa
quasi sempre persa
quasi sempre presa, così.
come senza. marce. sbam.
sbam. sbam.
inner groove. incanta.
blocchi. in ripetizione
mappatura sì. tutti sanno ma.
ma il corpo non.
la testina.
e dunque, stare con errori
(propri. che non si credono).
dolorrori.
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tantissime parole ma non.
(la verità sembra lì ma non)
con quel genere. rosa non.
occhi quando parla. e quando. non parlano.
lontano, destra, sinistra, alto, basso. lontano
sugli accaduti, esercizi di metonimia
in traiettorie. giri.
ai bordi.
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non semplice il freno
col piede. ancora rimbalza
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aironi appostati a distanza
regolari sul ciglio regolare
di lungo ruscello
(sembrava-no statue).
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Simone Biles, Kali.
mantica. magnesite
su trave, prese. fessure.
delicate. muovono.
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Il mio interesse si rivolge spesso a ciò che è vagabondo e incompiuto, irriducibile ad una verità. Il frammento, nelle sue varie forme, è al limite tra la negazione e l’affermazione di qualcosa.
Al limite fra i due mondi immagino si possa continuamente riscrivere la propria identità, i propri codici. Questo pensiero è la base di un percorso di ricerca che muovendosi nella frattura, nello spazio fra due o più domini, prende ogni volta una forma e una strada apparentemente diversa. Questa fascinazione per l’incompiuto, l’errore, il continuo sfuggire al senso mi conduce alla poesia. Multiforme e frammentato, il mio modo di agire l’arte non si esaurisce in una risposta conclusiva, tenendosi aperto all’indeterminato.
(Valentina Vallorani)

Stefania Zampiga, nata a Cesena, vive e scrive, traduce, a Prato. È presente in rete e in pubblicazioni cartacee. Il suo libro d’esordio è feelers (AnimaMundi, 2024), a cui fa seguito Rangifera (Manufatti Poetici).

Marzia D'Amico
Marzia D'Amico è poeta e traduttorə, il suo esordio è Liricologismo (Zacinto edizioni). Ha pubblicato poesie su diverse riviste nazionali e internazionali in lingua inglese e italiana. La sua prosa, le sue traduzioni e i suoi contributi culturali sono apparsi in radio, su carta e online. Co-edita mensilmente una newsletter transfemminista (Ghinea).