Crimine di Enrico Cattaruzza ⥀ Passaggi

Oggi la rubrica Passaggi presenta Crimine di Enrico Cattaruzza, autore già noto per la prosa breve Trittico per la Generazione Y. L’editoriale della rubrica si trova qui

Illustrazione in copertina di Gabriele Doria, Senza titolo, 2022.

 


 

La nostra storia si è dissolta nell’istante ora trascorso, disse il bombarolo etarra, staccatesi le labbra di lei dalla sua guancia, prima di vederla esplodere in mille pezzi colorati, persa nell’andatura astrale, sul lungomare basco.
Annuso la fine in ogni inizio, nella polvere da sparo, nel grumo di sangue tra i capelli, ribadì il brigatista nell’agguato, il proiettile già conficcato in cartilagine, ricordando i baci sotto i portici, al primo amore piovoso e incerto.
Il seme è un fiore appassito, affermò il terrorista nero, rovesciando la clessidra, e vide il treno entrare dilaniato in galleria, e un vecchio sé stesso consumare un breve amplesso con la signora della prima classe, tra le lamiere in fiamme, nel vuoto aperto dallo scoppio.
Il milite amputato, il kamikaze in agonia, l’amante che nel raptus strangola il compagno di una vita, tutti con lo stesso racconto del tempo dissipato assieme a te: un urto, la temperatura elevata, una scintilla, o il solo ticchettare del cuore nelle carni, questa piccola esplosione del detonatore, mi ha permesso di raccogliere i frammenti di noi due, svaniti nell’assalto.
Come faremo, mi dicevi, quando saremo grandi, e i dolori si ammucchieranno sui nostri corpi stanchi?
E io non ci pensavo, assemblavo i materiali per evitare tutto questo, per celebrare altri inizi guardando il passato davanti a noi come fanno quegli indios nelle Ande, preparavo i fuochi per la festa, perché finissimo così, in un’ordalia di fotogrammi ardenti, e il tritolo ci aprisse nuovi varchi tra gli incendi.
Magari fossi stato bravo, con i fili e con l’innesco, avessi polverizzato i nostri corpi nell’oblio di un attentato, e invece tocca sopravviverci, tornare ogni volta alla fitta primordiale.
Ed ecco, che mi avvierò verso di te sganciandomi dalle tue braccia, dimenticati gli anniversari, le cene, i genitori e i regali, le coppie, gli animali, il divorzio e gli avvocati, spargendo il sentiero di baci al contrario, per arrivare puntuale a quando ti avevo incontrato, nel locale colmo di studenti ubriachi, dove riconoscersi sarà un altro crimine.

 

 

 


Chi volesse proporre prose brevi per la rubrica, può inviarle a questo indirizzo email: 

Enrico Cattaruzza
Gabriele Doria, Senza titolo, 2022.