Dino Baldi, Morti favolose degli antichi ⥀ Quodlibet, 2010

Recensione del nuovo libro Morti favolose degli antichi di Dino Baldi pubblicato per Quodlibet

Per scrivere la recensione di Morti favolose degli antichi – autore Dino Baldi per Quodlibet – decido di prendere i fogli e andare al circolo, dista solo dieci minuti. Del resto ho le idee molto chiare, l’ho fulminato. Trovo al banco T. ci offriamo da bere e finisco a parlargli del libro che ho in borsa. “È un dizionarietto che raccoglie i racconti delle dipartite degli antichi come tramandati dalle fonti classiche, organizzati e presentati con competente eleganza, voglio scriverne una recensione per Argo”.
Lo sfoglia incuriosito, legge qualche riga, poi dice: “Prezioso”. Prezioso in effetti, è un ottimo aggettivo per meglio definire questo volumetto che affianca il rigoroso canone delle tanatografie classiche, un vero e proprio genere letterario perduto nei tempi, con un racconto leggero, di piacevole lettura. Anche perché se le “morti” sono il punto di arrivo per tutti i protagonisti, uno spazio cospicuo del racconto è dedicato anche alle loro esistenze.
Nella concezione classica che ci viene qui presentata, la morte è l’ultimo atto veramente scenico della commedia della vita e come tale deve essere preparata, pensata, organizzata; deve essere l’ultimo messaggio da lasciare ai posteri, un messaggio coerente con la vita, e in questa operazione gli antichi annalisti e biografi greci e romani non avevano dubbi: insegnare a morire è insegnare a vivere e ogni aggiustamento del reale sul verosimile è tollerato: “ […] è più vero quello che è più utile o più adatto per quel determinato scopo o semplicemente più bello, più elegante, più divertente, più tragico, più comico, più giusto […]”, cito dalla bella prefazione di Baldi.
Non poche sono le riflessioni che queste salde convinzioni degli antichi suscitano calate nella nostra contemporaneità. Il misero rapporto vita-morte che inquadra quest’ultima come uno spauracchio affilato, tenebrosa soglia verso il dolore, è un indicatore dell’incapacità dei vivi contemporanei di dialogare con la morte.
Pubblicazione preziosa, si diceva, e curiosa: da possedere. Personalmente l’ho messa sui miei scaffali tra la Storia di Roma di Montanelli e L’enciclopedia degli aneddoti di Fernando Palazzi.Per scrivere la recensione, parlando con T. al circolo, abbiamo pensato di dedicarla a Monicelli, al suo ultimo passo nel vuoto. Maestro.
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