Donna, vita, libertà ⥀ Appello per la difesa della libertà di parola e di pensiero

In seguito alla giornata di dibattito e poesia a sostegno dei diritti umani e della libertà di parola in Iran tenutasi sabato 27 maggio 2023 al Polo del ’900 di Torino, su iniziativa di Azam Bahrami lanciamo oggi un appello a scrittrici e scrittori, poete e poeti, traduttrici e traduttori per la difesa della libertà di espressione contro ogni forma di censura

Immagine in copertina di Leila Rahimian, ispirata alla poesia Un’altra nascita di Forough Farrokhzad.

 


Possiamo impedire di leggere: ma nel decreto
che proibisce la lettura si leggerà pur qualcosa della verità
che non vorremmo venisse mai letta…
(Italo Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore)

 

Nell’Indice della libertà di stampa compilato ogni anno da Reporter senza frontiere l’Iran occupa il 177° posto tra i 180 paesi censiti – superato solo, nell’ordine, da Vietnam, Cina e Corea del Nord. Dal 1979, l’anno della Rivoluzione, e con la nascita del Ministero della cultura e dell’orientamento preposto anche al controllo delle attività culturali del paese nel 1984, la censura risponde a uno sforzo sempre meglio coordinato, sistematico, brutale. Grazie a un registro ufficiale della giustizia iraniana ottenuto nel 2019, Rsf ha rivelato che dal 1979 al 2009 i giornalisti perseguiti, arrestati, detenuti o giustiziati in Iran sono almeno 860 (tra i quali, 218 donne). Solo i casi noti fanno salire oggi i numeri a più di 1000.

Ha due volti, la censura. Sotto l’egida del precetto coranico a «ordinare ciò che è giusto e proibire ciò che è sbagliato», liberamente colpisce ciò che non è ritenuto «in linea con la promozione dei principi della rivoluzione islamica», secondo le parole del responsabile del Dipartimento editoria del Ministero della cultura Mohammad Selgi. Ma il modo in cui la censura agisce in Iran è più arbitrario che libero, perché le leggi che la regolano sono formulate in modo vago, ambiguo, e così lasciano spazio alla manipolazione. La libertà di espressione è accettata, nella Costituzione iraniana, «purché non vengano offesi i principi fondamentali dell’Islam o i diritti della collettività» (art. 24), ma i dettagli di questa eccezione, che secondo l’articolo sarebbero dovuti essere stati precisati da una successiva legge, restano sconosciuti perché questa legge, ad oggi, non esiste. Si ricorda qui che nel febbraio del 2019, in un hangar di Teheran, è stato scoperto un deposito di mezzo milione di libri vietati che vanno da Omero a Orwell a Camus. Altrettanti sono probabilmente i libri che ogni anno cadono nei meandri del sistema censorio e non ne escono, non arrivando mai a pubblicazione. Gli altri, i testi pubblicati, pagano invece quasi sempre il prezzo di assurde restrizioni che si fanno tanto più intransigenti, oggi più di prima, intorno alla donna. Dal 1979 a oggi, le donne iraniane hanno infatti visto cadere l’illusione di avere garantiti, a prescindere dalle vicissitudini politiche, alcuni standard di diritti, di libertà, di emancipazione, e scontano quindi il peso di una censura che le colpisce non solo come autrici, ma nell’immagine stessa che di loro è permesso o meno divulgare. Le privazioni che sotto l’azione deformante della censura le nuove generazioni iraniane sono costrette a subire sono incalcolabili, perché questa sottrae loro la possibilità di conoscere una ricchezza culturale che non è soltanto quella proveniente dall’esterno, ma prima di tutto la propria.

Parallelamente a questo, la censura mira anche alla produzione di un sapere teso a manipolare l’opinione pubblica a favore del potere statale. È il caso paradigmatico della nazionalizzazione di Internet intrapresa dal governo iraniano nel 2013, con l’obiettivo di espandere il controllo sociale regolando i flussi di notizie ma anche di favorire, attraverso le narrazioni che la accompagnano, il consenso a un potere che riconosca il ruolo di primo piano della tecnologia dell’informazione per la modernizzazione del paese. Un paese che vede intanto dissanguate di giorno in giorno le proprie risorse umane e culturali, sprecate dalla lunga e sistematica repressione subita. Con «cultura della censura» non si intende soltanto una cultura difettosa, mutilata, ma una cultura alla quale la censura, privandola delle parole, nega la possibilità di conoscere una realtà diversa da quella imposta dal regime, una cultura che sotto l’influenza prolungata della censura finisce dunque più o meno consapevolmente col riprodurre in sé i meccanismi del potere statale e a perpetrarli.

Su iniziativa di Azam Bahrami, facciamo quindi appello alla responsabilità di scrittrici e scrittori, poete e poeti, traduttrici e traduttori di ogni paese perché indipendentemente dai confini territoriali, culturali e linguistici l’arte diventi oggi uno strumento per sostenere e dare voce alle persone che, in Iran come in Russia, in Afghanistan, in Siria, ovunque la censura dilaghi come l’esito naturale di un potere oppressivo, ogni giorno lottano per la libertà di pensiero e pagano questa libertà con la vita.

 

* Raggiunte le 2000 firme, l’appello sarà inviato ad alcune libere associazioni internazionali scelte con le seguenti richieste:

  • di sostenere le scrittrici e gli scrittori iraniani indipendenti coinvolgendo le case editrici dei paesi liberi per la pubblicazione delle opere che in Iran sono state colpite dalla censura;
  • di mobilitarsi per la liberazione delle scrittrici e degli scrittori che attualmente si trovano in carcere per il proprio lavoro artistico, e di sostenere con un impegno concreto la libera circolazione delle loro opere;
  • di prendere in definitiva una posizione forte contro la censura, sostenendo e diffondendo tutta quella parte di arte proveniente dall’Iran che ogni giorno viene colpita, snaturata o cancellata dalla sua azione.

 

 

در پی برگزاری برنامه ای شامل بحث و میزگرد و شعرخوانی در حمایت از حقوق بشر و آزادی بیان در ایران که در روز شنبه 27 می 2023 در Polo del ‘900 به ابتکار اعظم بهرامی در تورین برگزار شد،, فراخوانی برای جلب حمایت و توجه نویسندگان و شاعران، مترجمان آغاز شد که هدف آن دفاع از آزادی بیان در برابر همه اشکال سانسور است.

در شاخص آزادی مطبوعات که هر ساله توسط گزارشگران بدون مرز تهیه می شود، ایران در میان 180 کشور مورد بررسی در رتبه 177 قرار دارد – به ترتیب تنها از ویتنام، چین و کره شمالی بالاتر قرار گرفته است. از سال 1358، سال پیرووزی انقلاب اسلامی، و با تولد وزارت فرهنگ و ارشاد در سال 1363 که مسئولیت کنترل فعالیت‌های فرهنگی کشور را نیز بر عهده داشت، سانسور به تلاشی هماهنگ، سیستماتیک و وحشیانه ادامه دارد. به لطف ثبت رسمی دادگستری ایران که در سال 2019 به دست آمد، RSF فاش کرد که تنها از سال 1979 تا 2009، حداقل 860 روزنامه نگار در ایران (از جمله 218 زن) تحت تعقیب، دستگیری، بازداشت یا اعدام قرار گرفته اند. فقط موارد شناخته شده ( به شکل رسمی) امروز این اعداد را به بیش از 1000 می رساند.

سانسوردر ایران دو چهره دارد. یکی تحت حمایت دستور قرآنی که انرا به نام «امر به معروف و نهی از منکر»میشناسند. سیستمی که آنچه که «در راستای ترویج مبانی انقلاب اسلامی» تلقی نشود، آزادانه حذف میکند, سانسور میکند. بعلاوه مجموعه قوانینی هم تبیین شده که رویه سانسور را فرم قانونی میدهد. شیوه کار سانسور در ایران در بخشهای زیادی، خودسرانه است، زیرا قوانین حاکم بر آن به صورت مبهم، تدوین شده و در نتیجه جا برای دستکاری و اعمال نظرهای سلیقه ای باقی می گذارد. به طورمثال آزادی بیان در قانون اساسی ایران «مشروط به عدم تضییع مبانی اسلام یا حقوق جامعه» (ماده 24) پذیرفته شده است. این قانون به صورت ناشناخته و مبهم باقی می ماند.

یادآوری می‌شود تنها در یک نمونه, در فوریه ۲۰۱۹ در انباری در تهران، نیم میلیون کتاب ممنوعه از هومر گرفته تا اورول و کامو کشف شد. احتمالاً به همان اندازه کتاب وجود دارد که هر ساله در پیچ و خم سیستم سانسور گرفتار میشوند و هرگز از آن خارج نمی شود و هرگز به چاپ نمی رسد. اما از سوی دیگر، بقیه، متون منتشر شده، نیز تقریباً همیشه بهای محدودیت‌هایی پوچ را می‌پردازند که امروزه بیش از پیش حول محور زنان و زنانگی دور میزند. از سال 1979 تا به امروز، زنان ایرانی در واقع شاهد افول هر روزه آرزو و خواستهای برحق خود در برخورداری از معیارهای معینی از حقوق، آزادی و رهایی، بدون توجه به فراز و نشیب‌های سیاسی بوده‌اند، و از این رو از وزن سانسوری رنج می‌برند که نه تنها به‌عنوان نویسنده، آنها را تحت تأثیر قرار می‌دهد بلکه تصویر آنها, مجوز فعالیت آنها و لایه های پنهان بسیار دیگری از زندگی و هنر را تحت تاثیر قرار میدهد. محرومیت‌هایی که نسل‌ جدید جوانان در ایران در اثر تحریف و سانسور مجبور به تحمل آن می‌شوند غیرقابل محاسبه است، زیرا امکان شناخت یک ثروت فرهنگی, نه تنها در هنر و فرهنگ بیرونی (غیر ایرانی) بلکه قبل از هر چیزدر فرهنگ و هنری که  متعلق به نسلهای پیش از خودشان است، نیز از آنها سلب میشود.

بھ موازات این، سانسور تولید محتوا با ھدف دستکاری افکارعمومی بھ نفع حکومت مرکزی نیزادامھ دارد. یک نمونھ پارادایم ملی شدن اینترنت است کھ توسط دولت ایران درسال 2013 انجام شد، با ھدف گسترش کنترل اجتماعی از طریق تنظیم جریان اخبار و ھمچنین تقویت جریان اطلاعات انتخابی، از طریق روایات ھمراه با نھاد قدرت، تلاشی برای تولید اجماع برای قدرتی کھ بھ رسمیت شناختھ شود. این ھمھ تحت عنوان نقش پیشرو فناوری اطلاعات برای نوسازی کشور انجام میشود, اما در این میان، توان فرھنگی و ھنری کشوری کھ منابع انسانی و فرھنگی خود را روز بھ روز در خون می بیند، در اثر سرکوب طولانی و سیستماتیکی کھ متحمل شده است، ھدر می رود. منظور ما از »فرھنگ سانسور« فقط یک فرھنگ معیوب و ناقص نیست، بلکھ فرھنگی است کھ سانسور با سلب کلمات، امکان شناخت واقعیتی غیر از آنچھ توسط رژیم تحمیل شده است را غیر ممکن میکند، فرھنگی کھ تحت نفوذ .طولانی مدت سانسور،آگاھانھ بھ بازتولید مکانیسم ھای قدرت دولتی در درون خود و اجرای آنھا منجر میشود.

بدین وسیله به مسئولیت نویسندگان ، شاعران و مترجمان هر کشور متوسل می شویم  و یادآوری میکنیم که هنر امروز بدون توجه به مرزهای سرزمینی، فرهنگی و زبانی میتواند به ابزاری برای حمایت و صدای مردمی تبدیل شود که در ایران مانند روسیه، افغانستان، سوریه، و هر جا که سانسوربه عنوان نتیجه طبیعی یک قدرت سرکوبگر گسترش می یابد، هر روز برای آزادی اندیشه می جنگند و بهای رسیدن به این آزادی را با جان خود می پردازند. از همه نهادها و سازمانها و هنرمندان مستقل خواهان:

حمایت از نویسندگان مستقل ایرانی از طریق مشارکت دادن مؤسسات انتشاراتی کشورهای آزاد برای انتشار آثاری که تحت تأثیر سانسور در ایران قرار گرفته اند

بسیج برای آزادی نویسندگان و هنرمندانی که در حال حاضر به دلیل کار هنری خود در زندان به سر می برند و حمایت از انتشار آزادانه آثار آنها با تعهدی مشخص.

در نهایت دعوت میکنیم به اتخاذ موضعی قوی در برابر سانسور در تمام حوزه های هنروحمایت از هنرمندانی که هر روز تحت تأثیر آن قرار می‌گیرند، تحریف یا نادیده گرفته میشوند.

– تلاش میکنیم برای به همراه داشتن حداقل 1000 امضا از هنرمندان (ایرانی و ایتالیایی) شما میتوانید امضای خود را در لینک زیر اضافه کنید.

 

Firmatari
  1. Azam Bahrami
  2. Federico Sanguineti
  3. Siavash Guil
  4. Rossella Renzi
  5. Paolo Gallo
  6. Fulvio Vallana
  7. Claudia Valsania
  8. Franco Antonio Canavesio
  9. Parimah Avani
  10. Ludovica De Benedetti
  11. Hasti Naddafi
  12. Salvatore Sblando
  13. Riccardo Olivieri
  14. Nicola Crosta
  15. Andrea Sola
  16. Lello Voce
  17. Noemi B.
  18. Ilaria Sorrenti
  19. Angela Vitale
  20. Mohammad Sadegh Fayyaz Sendi
  21. Silvia Longo
  22. Gabriele Operti
  23. Alberto Rovera
  24. Elisa Baglioni
  25. Daniela Pericone
  26. Leila Rahimian
  27. Omid Shams
  28. Alireza Behnam
  29. Negin Farhood
  30. Hadi Keykavoosi
  31. Andrea Capodimonte
  32. Marco Benedettelli
  33. Valerio Cuccaroni
  34. Giulia Pettinelli
  35. Fabio Orecchini
  36. Marzia D’Amico
  37. Toti O’Brien
  38. Pina Piccolo
  39. Maria Benedetta Cerro
  40. Gabriella Musetti
  41. Paola Mancinelli
  42. Cosimo Forleo
  43. Angela Cassola
  44. Nunzio Oliviero
  45. Giuseppe Fabro
  46. Eloisa Guidarelli
  47. Mauro Giacosa
  48. Rosita Panetta
  49. Immacolata Schiena
  50. Monica Annalisa Quargnali
  51. Rosa Mancini
  52. Antonio Farina
  53. Rita Del Noce
  54. Pasquale Foresta
  55. Assunta Sperino
  56. Johanna Finocchiaro
  57. Donatella Garnero
  58. Francesco Scaramuzzino
  59. Rosolino Granata
  60. Chiara Buranj
  61. Maria Elena Lazzaro
  62. Flavio Sanza
  63. Daniela Gioda
  64. Marco Folletti
  65. Ant Anto
  66. Giuseppe Mastarone
  67. Rita Del Noce
  68. Angela Cocciolla
  69. Patrizia Tasini
  70. Ennio Grassi
  71. Rita Stanzione
  72. Christian Ricci
  73. Federica D’Emiliano
  74. Isabella Vignola
  75. Grazia Barbera
  76. Paolo Besso
  77. Andrea Galeazzi
  78. Roberto Audino
  79. Angela Conigliaro
  80. Rita Pini
  81. Mariacristina Melia
  82. Patricia Porini
  83. Giuseppe Marino
  84. Luigia Valente
  85. Daniele Di Palma
  86. Lorenzo Calzavara
  87. Marco Calabrese
  88. Cristiano Battistini
  89. Paola Colombi
  90. Fabio Zanatta
  91. Marco Bosi
  92. Giancarlo Mauro
  93. Maurizio Maggio
  94. Francesco Rizzo
  95. Chiara Racanelli
  96. Pasquale De Marco
  97. Carla Barovetti
  98. Alberto Taverna
  99. Teresa Nicolini
  100. Francesco Mortillaro
  101. Vilma Xocco
  102. Antonio Granieri
  103. Maddalena Benedetto
  104. Mauro Leone
  105. Titti Garelli
  106. Annarita Canova
  107. Anita Blecic
  108. Maura Banfo
  109. Liliana Remolif
  110. Cristina Frascella
  111. Paolo Quartana
  112. Angelica Ciocchetti
  113. Donatella Buoni
  114. Carla Gagliano
  115. Gianna Vecchio
  116. Beatriz Basso
  117. Maria Migliaccio
  118. Luigi Landolfi
  119. Silvia Galia
  120. Caterina Stucchi
  121. Daniela Sacco
  122. Maurizio Tonelato
  123. Luciano Breschi
  124. Edoardo Valle
  125. Raffaele Rainone
  126. Vincenzo Tota
  127. Guglielmo Merati
  128. Fabio Di Blasio
  129. Rosa Anna Argento

 

 

L’appello può essere sottoscritto lasciando un commento all’articolo o firmando, anche in forma anonima, la petizione lanciata su Change.org


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Leila Rahimian, opera ispirata alla poesia Un’altra nascita di Forough Farrokhzad.

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