Estratti da Spostamenti di Carlo Sperduti ⥀ Passaggi
Oggi sulla rubrica Passaggi alcuni estratti dal libro Spostamenti (Tic Edizioni, 2024) di Carlo Sperduti, accompagnati da un’immagine realizzata da Andrea Capodimonte. L’editoriale della rubrica può essere letto qui
Illustrazione in copertina di Andrea Capodimonte, Meteorstone sculpture of a man putting a finger in the ear, 2024.
Naso naso
Hanno visto arrivare il ragazzo dalla finestra della cucina, mentre preparavano l’ennesimo caffè. Attraversava la strada, veniva dalla casa di fronte. Veniva a bussare.
A detta dei genitori, non sapeva del colpo di pistola. Alle due e tredici il suo russare asmatico non si era interrotto. Nessun comportamento anomalo a colazione. Sceso al piano terra, era passato dalla sala facendo il giro largo invece di entrare in cucina dalla prima porta. Aveva notato uno spazio vuoto su uno scaffale e l’aveva riempito con il libro mancante prima di strofinare il naso contro quello della madre. Il padre, non essendosi accorto del suo arrivo, non aveva riposto i biscotti nel pensile. Di più: aveva lasciato lo sportello aperto. Il ragazzo aveva apportato le necessarie correzioni, emettendo un insalivato chioccolio di disappunto. Aveva quindi riaperto l’anta e si era appropriato dei biscotti.
L’hanno fatto entrare con stupita costernazione. Il ragazzo si è diretto alla camera ardente come se conoscesse la casa. Di fianco alla bara, è rimasto a osservare per qualche istante il viso della donna. Si è piegato lentamente fino a toccarle la punta del naso con la punta del naso. Allontanando un poco il viso, le ha scostato con la mano destra i capelli sulla tempia sinistra. Poi, con un movimento esatto e rapido, nel silenzio di tutti, ha infilato l’indice sinistro nel foro d’entrata, penetrando fino alla falange intermedia.
Di questo fatto, nessuno ha potuto descrivere il suono.
Chironomia
La festa è un elenco. Saprebbe piangerci dentro, imbevuta di sé in uno degli angoli illuminati da domestici occhi di bue.
Invece si assenta di un’assenza ignota ai sorrisi, ai gioielli, alle bollicine, agli estrusi e ai soffiati tra i denti, alla macchia sui pantaloni dell’uomo dal naso curvo, appoggiato al telaio della portafinestra, con un piede nella sala e uno sul terrazzo.
Nel bagno del piano di sopra la festa è subacquea, l’immagine nello specchio lievemente discinta, gli occhi arrossati come se avessero accettato.
Mentre si siede, le pareti scompaiono: accovacciata sopra l’angolo della sala in cui saprebbe piangere, aggiusta la mira e si svuota sull’uomo. La macchia, il naso e un viso di cinque lustri più giovane dettano il ritmo alle dita.
Sincrone, giù, si schiudono labbra, si accavallano gambe. Suoni e gesti rattenuti sboccano espliciti negli sguardi, le cui sponde conducono tutte all’impassibile uomo dal naso curvo, abituato a sporgere.
Un nome alle cose
Il piccolo deve essersi informato a nostra insaputa: ora sa dare un nome alle cose.
I Mariani sono morti l’estate scorsa. Morti in casa, nel letto in fondo all’appartamento, senza avvertire. È stato grazie al piccolo che l’abbiamo scoperto, intorno a ferragosto, a poche settimane dal funerale del nonno che lo aveva tanto impressionato.
Il piccolo era sceso a chiedere il sale: un espediente frusto per parlare coi vicini dell’argomento proibito, ma lasciavamo correre per non infliggergli altri dispiaceri.
Quando è tornato eravamo nell’ultima decade di settembre. Ci ha raccontato dell’odore con una tale convinzione che il giorno dopo siamo andati a bussare alla porta dei Mariani. O meglio: lo abbiamo accompagnato a bussare, poiché insisteva.
Ci è parso strano che abbiano aperto trentadue giorni dopo, ma lì per lì non abbiamo dato peso alla cosa e abbiamo imbastito un pretesto qualunque per giustificare la visita.
Solo in seguito, rimuginando sull’accaduto durante un sovrappensiero orizzontale, abbiamo capito.
I nostri tentativi in assenza del piccolo sono stati fallimentari. Per questo, periodicamente lo mandiamo a prendere il sale per evitare che l’odore si propaghi. L’argomento proibito è passato in secondo piano.
Non gli abbiamo mai detto la verità ma, come dicevamo, deve averla scoperta, edotto com’è sul decadimento, il gonfiore e l’autolisi attraverso cui tornano i Mariani dalla camera da letto prima di aprirgli, incorniciati dalla porta come da una bara, coi loro sorrisi cordiali.
Chi volesse proporre prose brevi e illustrazioni per la rubrica, può inviarle a questo indirizzo email: RubricaPassaggi@argonline.it
Carlo Sperduti
Carlo Sperduti è nato a Roma nel 1984 e vive a Perugia, dove fa il libraio.
È autore di prose, racconti, microfinzioni e romanzi per numerose case editrici indipendenti.
Il suo ultimo libro, edito da Tic Edizioni, è Spostamenti (2024). Con pièdimosca edizioni ha invece pubblicato Le regole di questi mondi (2022), Deriva (2021), Le cose inutili (2020) e la fiaba dislessica Un tebbirile intanchesimo, illustrata da Resli Tale (2023). Per pièdimosca, dal 2022, è anche dirottatore della collana a margine glossa, interamente dedicata alle prose brevissime.
Suoi testi sono apparsi in antologie e riviste cartacee e online tra cui Cadillac Magazine, Costola, L’inquieto, Quaderni del Collage de ’Pataphysique, settepagine, Squadernauti, Il cucchiaio nell’orecchio, La morte per acqua, Pastrengo, Sulla quarta corda, Slowforward, gammm, Argo (rubrica Passaggi), l’immaginazione, Nazione Indiana.
Dal 2021 gestisce il blog multiperso. Nel 2023 ha fondato la casa editrice déclic.