Giancarlo Sissa traduce Eloy Santos (III) ⥀ Le vele – Poesia della traduzione 9
Le vele – Poesia della traduzione propone il terzo appuntamento con la traduzione di Giancarlo Sissa dell’opera di Eloy Santos: continua il dialogo tra italiano e castigliano
Le vele – Poesia della traduzione è una rubrica che propone versioni inedite in italiano di voci che provengono da altre lingue, luoghi e culture, per accoglierle e farle nostre attraverso il faticoso lavoro di scavo, di ricerca, di trasporto da una lingua a un’altra lingua.
(a cura di Rossella Renzi)
Giancarlo Sissa traduce Eloy Santos
Sono tre Le vele dedicate a Eloy Santos, con le traduzioni di Giancarlo Sissa, tratte dal prossimo libro di questo importante poeta castigliano. La versione in italiano ha per titolo La bocca del finimondo, ed è il frutto di una collaborazione a quattro mani tra Sissa e Santos. Una scrittura che possiede una grande potenza evocativa e immaginifica, pur nascendo dal contatto col quotidiano, con ciò che giornalmente è vissuto. Un lirismo della presenza, della partecipazione, dello sguardo, in cui le parole si accordano con eleganza e coraggio, per fare di ogni componimento un viaggio nel profondo, carico di emozione e di vita.
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XII. Il fuso di osso
Per non morire a tempo, non arriviamo ai nostri debiti, non ci accorgiamo dei tralci dello
sbarco. Quanti mulini crollano sotto la prua di una falena? Quali influssi aspettano in agguato
la corruzione ultima delle acropoli? Ho riempito la mia sacca di fari e di avventure nere.
Adesso non darei il mio nome neanche all’ultimo dei caduti sotto la combustione dell’omero
con cui traccio teschi sulla lancetta dei secondi. Bisogna imparare a starci dentro alla croce
delle monete. Bisogna imparare a sconquassarsi per il viaggio che incombe. Ammetto che si
tratta di poco più di beffe della luce diurna, che diventa rancorosa quando uno si rifiuta di
renderle le palpebre. Alzo la mia spada irrisolvibile contro i trilobiti, alzo la mia pazienza
contro gli aldebaran del gelsomino, e contro le capitali assurde, dalle quali mi arrivano
citazioni in giudizio per disoccupazione. Viaggio di nascosto dentro al mio tamburo
temerario. Ho riempito le stive con botti vuote e vetri colorati, per quando arriveranno
le mucche della ronda di notte. Non importa dove uno arriva. Ciò che importa è
dove uno arriva oppure no.
XII. El huso de hueso
Por no morir a tiempo, no llegamos a nuestras deudas, no reparamos en los sarmientos del
desembarco. ¿Qué molinos se deshacen bajo la proa de una polilla? ¿Qué influencias acechan
la corrupción última de las acrópolis? He llenado mi zurrón de faros y de aventuras negras.
Ahora no daría mi nombre ni al último de los caídos en la combustión del húmero con el que
trazo calaveras en el segundero. Hay que aprender a caber en la cruz de la moneda. Hay que
aprender a desvencijarse para el viaje que se viene encima. Admito que estas son poco más
que chanzas de la luz diurna, que es animal rencoroso cuando uno se niega a rendirle los
párpados. Alzo mi espada irresoluble contra los trilobites, alzo mi paciencia contra los
aldebaranes del jazmín, y contra las capitales absurdas, desde las que recibo pleitos por
desempleo. Viajo escondido en mi tambor temerario. He llenado las estibas de toneles vacíos y
de vidrios de colores, para cuando lleguen las vacas de la ronda nocturna. No importa adonde
uno llegue. Lo que importa es adonde uno llegue o deje de llegar.
Giancarlo Sissa è nato a Mantova nel 1961 e vive a Bologna. Ha pubblicato le seguenti raccolte poetiche: Laureola (Book Editore 1997), Prima della tac e altre poesie (Marcos y Marcos 1998), Il mestiere dell’educatore (Book Editore 2002), Manuale d’insonnia (Aragno 2004), Il bambino perfetto (Manni 2008), Autoritratto (poesie 1990- 2015) (italic/pequod 2015), Persona minore (qudulibri 2015), Archivio del padre (MC 2020). È presente in numerose antologie. Le sue poesie sono tradotte in diverse lingue straniere.
Giancarlo Sissa Giancarlo Sissa Giancarlo Sissa
Eloy Santos è nato a Salamanca (Spagna) nel 1963. Laureato in Letteratura Italiana. Finiti gli studi si trasferisce in Italia, dove abita per una quindicina di anni, tra Napoli e Roma. Le prime poesie sono pubblicate in lingua italiana, nel volumetto Nettunaria (2002). Pubblica posteriormente Donde nadie dice (2003), Libro de olas (2006) e altri documenti in forma di autoedizione, il più recente dei quali è il pamphlet poetico Psique en el érebo de las probetas (2019). Lungo quest’ultima decina di anni, dopo il suo ritorno in Spagna, si è proposto di allargare il proprio territorio poetico al di là del linguaggio scritto. Ha fatto diverse mostre, individuali e collettive, di collages, assemblages e, soprattutto, di scatole poetiche e oggetti deliranti di ispirazione surrealista. Inoltre, sempre nella stessa direzione, ha realizzato diversi cortometraggi, disponibili su Vimeo.
*L’immagine di copertina è un collage di Eloy Santos
Le vele. Poesia della traduzione 1
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