Giovanni Monti alias Fantomars ⥀ Il gioco testuale e interpretativo

Il video e il testo della performance di Giovanni Monti che gli è valsa la vittoria del Poetry Slam Per amor di Dante, organizzato dal festival di poesia «La Punta della Lingua 2021»

 

Giovanni Monti, in arte Fantomars, smonta e rimonta la lingua letteraria, in un mash up da giocoliere, alternando ai versi della Commedia quelli di Leopardi, Rimbaud, Gozzano, Montale e… altri lasciamo che siate voi a riconoscerli. Il gioco testuale si unisce al gioco interpretativo: con l’aria svagata di chi si trova lì per caso, il poeta, declamando par coeur, perde peso e annulla la pesantezza del citazionismo. Andando dalla Z alla A poi si diverte a comporre versi in contrordine alfabetico, chiedendo agli spettatori di accompagnare i suoi salti temporali, da un componimento all’altro, dedicati a due anime che si rincorrono da una vita all’altra. Tra i massimi performer italiani della scena del Poetry Slam, Fantomars trascina il pubblico su, sino alla fune sospesa dove fa volteggiare i versi, al culmine del tendone. Con Ridondante e Io e te all’indietro Monti-Fantomars ha vinto Per amor di Dante, il Poetry Slam organizzato dal festival di poesia La Punta della Lingua per il settecentenario dantesco.

(Valerio Cuccaroni)

 

 

RIDONDANTE

 

O voi ch’avete gl’intelletti sani, mirate la dottrina che rimane, tra le pagine chiare e le pagine scure, sotto il velame de li versi strani…

Nel mezzo del cammin di nostra vita,
che in questo seguitare è una muraglia
e ha in cima cocci aguzzi di bottiglia,
mi ritrovai per una selva oscura
ove per poco il cor non si spaura.
Ma sedendo e mirando
una lupa, una lonza ed un leone,
mi sovvenne l’eterno e la morta stagione.

Una stagione all’inferno, peraltro.

Quand’io vidi costui nel gran diserto,
si avvicinò lentamente, con incedere elegante
– «qual che tu sia, o ombra o homo certo» –
con il fare trasognato, malinconico ed assente.
Mi riconobbe, e: «Ben torni ormai. Perché non scendi? Perché non ristai?
Dove vai tanto di fretta?»

Per me si va nella città dolente
nei quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi
per me si va tra la perduta gente d’altri paraggi.
Lasciate il salotto di nonna Speranza, o voi ch’entrate.

Ed egli a me: «Questo misero modo tegnon l’anime triste di coloro che visser sanza infamia e sanza lodo». Ne cito alcuni ché allunghiamo il brodo:

Amo solo le rose che non colsi
Poiché così colà dove si puote vuolsi,
vuolsi così, e più non dimandare,
ché il naufragar m’è dolce in questo mare.

Libertà va cercando ch’è sì cara come ben sa chi per lei vita perde.
E ’l tronco: «I’ non posso tacere: la libertà non è star dentro un albero».

Tu lascerai ogni cosa diletta più caramente, e questo è quello strale che l’arco de lo essilio prìa saetta.
Cominciai così a fare il vagabondo girando paesi e città.

Poscia ch’io v’ebbi alcun riconosciuto, vidi e conobbi l’ombra di colui che fece per viltà il gran rifiuto. C’è chi dice no, c’è chi dice no, io non ci sono.

Certa gente è convinta che ci sia nell’aldilà chissà cosa e chissà.

Tanto ch’io vidi de le cose belle che porta ‘l ciel per un pertugio tondo, e questo è l’ombelico del mondo, e quindi uscimmo a riveder le stelle.

Poi d’improvviso venivo dal vento rapito, e cominciavo a volare nel cielo infinito.

Così sovra candido vel cinta d’uliva, donna m’apparve, sotto verde manto, vestita di color di fiamma viva.

Ha un nome molto bello, che se me lo ricordo, lo chiamo quel bel nome, e lei starà.

Guardami ben! Ben son, ben son Beatrice! Come degnasti di salire al monte? Non sapi che qui è l’uom felice?

Felice? Quale allegria, se ti ho cercata per una vita senza trovarti…? Ma il Paradiso tu vivrai se tu scopri quel che hai, non ti accorgi che io amo già te?

L’amor che move il sole e l’altre stelle, statevi tutti belli e tutte belle,
Jesus loves you more than you will know, uo, uo, uo.