Grado Zero di Carlotta Cicci ⥀ Estratti
Presentiamo alcuni estratti della raccolta di poesie Grado Zero (MC, 2023) di Carlotta Cicci, introdotti da Rossella Renzi
In questa seconda prova in versi di Carlotta Cicci (Roma, classe 1984) si assiste ad una decisiva maturazione della voce della poetessa, avvenuta in un arco di tempo minimo, se si pensa alla distanza rispetto alla sua prima pubblicazione, Sul banco dei pesci, uscita appena l’anno precedente (L’Arcolaio, 2022). Opera che già ne presagiva il carattere originale e promettente nel panorama della poesia italiana contemporanea. Ma in questo Grado Zero (MC, 2023) Carlotta offre al lettore una limpidezza e una tenuta del verso che sorprendono. Il suo modo di comporre, per strofe brevi, per lo più quartine che formano testi di contenuta o media lunghezza, assume da subito un ritmo serrato che genera tensione costante, presente fino all’ultimo verso. A spezzare quel fluire impetuoso sono i versi isolati, in corsivo, che chiudono i testi o impongono una pausa tra una strofa e l’altra: «ti benedico con la bocca spalancata». Il suo modo di usare il punto fermo (unico segno di punteggiatura presente) che non ha valore sintattico, ma il compito di spezzare il ritmo per concedere un cambio immagine, è sempre calibrato e accompagna il battito, l’andatura, il passo: «nel mio grado zero ho posato l’umanità./ in questo amore. e prego il dio dei segni/ e dei silenzi. come giuramenti di marzo/ nel sonno dei puri».
Grado Zero sembra procedere per fotogrammi, proprio come la formazione disciplinare e artistica dell’autrice suggerisce: Carlotta lavora con le immagini, è una videomaker e il suo occhio fotografico sa cogliere e sa esprimere l’attenzione per il dettaglio, la piega della luce, il valore del buio, il senso molteplice e complesso che una rappresentazione visiva può offrire della realtà che si vuole raccontare. Accanto al nostro organo percettivo, esiste l’occhio interiore, che vede e sente oltre: la mescolanza di questo sentire, che coglie il dato reale e lo oltrepassa, lei riesce a metterlo in versi.
E la sua voce, che pareva più fragile nel primo libro, seppure persuasiva e nutrita di temi e sensazioni, qui assume una forza travolgente che cattura chi legge in un flusso di visioni e sensazioni, baratri e risalite. La sensibilità di questa anima sprigiona purezza e una energia indomita: ogni cosa che attraversa il suo sguardo si fa limpida e feroce sulla pagina. Le visioni, le presenze, lo spirito multiforme di donna – che si fa madonna e bestia –, l’amore e l’odio, i meriti e le colpe, la completa dedizione all’altro… in questo magma che alimenta la poesia di Carlotta Cicci, si avverte come una vena mistica, una devozione totale all’oggetto del suo sentire che si fa inchiostro: alla madre, alla figlia, alla luce, all’animale, all’altro, a Cristo. Per questo ogni testo è una rivelazione di senso e parola, una inquadratura differente di ciò che abita il quotidiano, dagli elementi minimi a quelli che sanciscono la nostra esistenza: la casa, i suoi abitanti, i cani, i fiori.
Forse Grado Zero indica una resa alla scrittura senza protezione, l’atto di piegarsi totalmente a ciò che accade, con spirito sacrificale che si inchina alle tragedie e alla meraviglia della vita, implora la rinascita, ringrazia la bellezza. E di bellezza è colmo questo lavoro, per il modo puro e doloroso in cui il verso si plasma sulla pagina, per la lingua della fede che nomina i Cristi, i peccati, il perdono, che si fa preghiera; per il carattere autentico di questa voce, che percorre la carne e lo spirito e si colloca tra l’esistenza e lo schianto.
(Rossella Renzi)
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rivoluzione è ringraziare il boia.
come un animale stretto all’angolo
moltiplico le braccia verso il sacrificio.
dove i corpi si slegano in un nuovo
salmo. con tutte le lingue del mondo.
.
il piccolo sangue sacro come le foto
dei santi. come il riguardo e la pietà
per tutte le cose.
che io sia ferita
.
ospite di segni e gesti entro nelle case.
mi sovrappongo alla grazia dell’agguato
come una lupa senza fare rumore.
.
rivendico radici bruciate. la resina
del Tirreno. le rondini insicure
nei giorni delle feste. e danzo
con più violenza nel luogo
dello sconforto.
.
si incupiscono le madri. bruciano
le rose. i cuori dei cani palpitano
caldi. nelle mie mani iniziano
le attese.
come siamo soli a novembre
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la pianura è ignara e inquieta. il silenzio
mette in ordine. qui non c’è un regno.
ci sei solo tu e questo mio corpo
di cristallo. mentre mi nasci dentro
ad ogni sonno. e ti cresco. e credo
sarò come madre.
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io sposa. arrivo e torno come
una stagione. come muschio.
pioveranno fiori. si scioglieranno
le muraglie rosse dei barbari sbigottiti.
affiorerà la nostra grazia. e anche
la nostra rabbia.
ti lascerò cadere ovunque. benedire
la corrente. tenere in pugno il mio battito.
⥀
seria mi scopro il viso. do ricompense
ai nostri cani. tra i suoni del parco
la bellezza è come sussurro. origlio
il tuo respiro. oceani fin su per la gola.
non mi obbedisco. di autorevole
mi è rimasto l’amore. una bestia
buona.
⥀
questo movimento di nervi e corpi
ci libera dai nostri nomi. ciò che da te
conosco col tuo volto addosso. adesso
spinge. sollevo il tuo sguardo.
che mi protegge.
questo amore mi prende la faccia.
me la sbatte giù per terra.
in una stanza piena di luce.
Carlotta Cicci, poeta, fotografa, videomaker nata a Roma nel 1984, dal 2016 vive e lavora a Bologna. Ha curato riprese, fotografia e montaggio di vari video dedicati a eventi istituzionali e culturali tra Bologna e provincia oltre a realizzare diversi format video per web e TV. Dal 2016 ha lavorato in progetti documentari selezionati in vari Festival che hanno ottenuto riconoscimenti internazionali. Suoi i progetti fotografici: M-MILANO, R-ROMA, T-TRANSITO, V-Voci del mio viso. Attualmente cura e realizza con Stefano Massari il Format videopoesia zona|disforme. Nel mese di luglio 2022 pubblica la sua opera prima in poesia: Sul Banco dei pesci (L’arcolaio editrice) con prefazione di Alberto Bertoni e nel 2023 Grado Zero (MC edizioni).
*In copertina una fotografia street urban di Carlotta Cicci.
Rossella Renzi
Rossella Renzi in poesia ha pubblicato: "I giorni dell’acqua" (L’arcolaio 2009), "Il seme del giorno" (L’arcolaio 2015), "Dare il nome alle cose" (Minerva 2018), "Disadorna" (peQuod 2022); il saggio in E Book "Dire fare sbocciare. Laboratori di poesia a scuola" (Pordenonelegge 2018). È redattrice di «Argo» e di «Poesia del nostro tempo». Per la casa editrice Argolibri dirige la collana “Territori” per cui ha curato il volume "Argo 2020 L'Europa dei poeti". Con altri autori ha curato "L'Italia a pezzi. Antologia dei poeti italiani in dialetto e in altre lingue minoritarie" e numerosi Annuari di poesia. Conduce Novissime, podcast mensile di poesia e letteratura, insieme a Lello Voce. Collabora con l’Associazione Independent Poetry attiva nell’organizzazione di eventi sul territorio romagnolo. Si è laureata nel 2003 all’Alma Mater di Bologna col Professor Alberto Bertoni, con una tesi su Eugenio Montale e la poesia del secondo Novecento.