Guerra o fantasia mortale? ⥀ Manuale del gioco bellico

La guerra è uno dei tanti giochi che inventiamo, fissando delle regole. Il problema è che dimentichiamo che è solo un gioco, che siamo sempre in ludo, in un’illusione

 

Cominciamo dalle basi. Quali sono le regole del gioco?

Lo scopo del gioco è raggiungere prima il proprio obiettivo segreto. Componenti? Un piano di gioco, rappresentante un planisfero suddiviso in territori, appartenenti ai continenti. Eserciti di diverso colore, costituiti da carri armati, rappresentanti armate. Bandiere blu e rosse. Bandiere gialle e blu. Bandiere a stelle e strisce. Bandiere a bande verticali. Bandiere a bande orizzontali. Un mazzo di carte «Costituzioni». Eccetera, eccetera.

La guerra è uno dei tanti giochi che inventiamo («Guerrieri, giochiamo a fare la guerra?»: qui e qui), fissando delle regole. Il problema è che dimentichiamo che è solo un gioco, che siamo sempre in ludo, in un’illusione.

Chiamiamo le cose, i fenomeni, con nomi che li sostituiscono. Non possiamo uscire da questo circolo ermeneutico, dalla semiosi infinita, dalle interpretazioni dei fenomeni.

Possiamo soltanto usare altri nomi per chiamare le stesse cose, gli stessi fenomeni. In Ucraina è in corso una guerra o una crisi? Guerra per le une, crisi per le altre.

Conosciamo il mondo grazie alla parola. Solo grazie alla parola possiamo nominare ciò che ci circonda. Senza parole saremmo circondati da cose senza nome. In sostanza non smettiamo di fantasticare.

Anche con i numeri avviene lo stesso. Quest’anno non è solo il 2022 del calendario giuliano-gregoriano, è anche il 1443 del calendario islamico.

Arrivati a questo livello di consapevolezza, comprendiamo la finzione delle nazioni, dei confini, delle bandiere, delle lingue, dei nomi?

L’Ucraina dei giorni nostri era la Sarmazia dei Romani. Abbiamo la capacità di decodificare e ricodificare tutto, di illuderci e disilluderci.

La morte, però, è la fine dell’illusione. La morte è l’istante in cui il gioco finisce.

Il gioco è bello quando dura poco ma a noi piace cambiare gioco. Facciamo di tutto affinché la vita duri più possibile.

Giocare, illuderci, fantasticare ci consente di passare il tempo che ci separa dalla morte, dandogli senso con le storie e prolungandolo con le guarigioni.

Insieme, cooperando, amandoci e aiutandoci, in effetti, rendiamo la vita sempre più lunga e fantastica.

La guerra, invece, trasforma la vita in un’unica fantasia di morte. Cambiamo le regole, allora. Abroghiamola.

Perché non ci siano invasioni, aboliamo i confini. Perché non ci siano sparatorie, aboliamo le armi.

A quale gioco vuoi giocare? Vuoi vivere o morire? Per passare dalle basi alle altezze basta sollevarsi.