Il senso di essere una rivista alternativa | BIRRA – Bagarre Internazionale delle Riviste Alternative
Un resoconto dalla giornata del 9 Settembre, al BIRRA- Bagarre delle Riviste Alternative
Il FARgO è un bar che si trova all’interno del Parco del Cardeto, un luogo idilliaco tra il vecchio e il nuovo faro di Ancona, affacciato sul mare aperto e, dall’altro lato, sul porto. Uno spazio all’aria aperta, ombreggiato nel pomeriggio, dove il 9 Settembre 2018 è stato allestito un piccolo mercatino delle riviste autoprodotte provenienti da tutta Italia.
Ad accompagnare la giornata, un lungo dibattito che ha coinvolto riviste storiche, nuove e appena nate, come The FLR, La Balena Bianca, OperaViva Magazine, Not, L’indiscreto, I
Tuttavia, in questa mefitica “tempesta di merda”, come la chiama Bifo Berardi, le pubblicazioni periodiche, estrema periferia di una periferia data per inghiottita dal mare dell’infosfera, ossia la cultura, sembrano resistere, per un miracolo paradossale. Laddove la rete moltiplica le possibilità di sproloquio e di fomento dell’odio, si insinua la voglia sana di creare nuovi discorsi, e di lanciare un grido con la propria voce.
Ci siamo quindi chiesti: la rivista, figlia quasi per intero del Novecento, può tornare ad assumere un ruolo importante, se non essenziale? La rapidità d’intervento e la “presa diretta” su quanto accade (non solo nella Storia, ma anche nelle storie: quelle della letteratura, dell’arte, della filosofia, ecc.) possono ancora diventare forme di critica e di militanza efficaci, trasformarsi in condivisione e proposizione di pensiero alternativo?
Diversi responsi, diverse parole e diverse esperienze si sono susseguite, cercando di rispondere a questi corposi quesiti.
La chiusura dell’intervento di Roberto Gerace, in vece de Il primo amore, ci è sembrata preziosa e diretta al sodo di questioni chiave di tutta la giornata. Per questo abbiamo voluto trascriverla e farvela leggere:
Il consenso si costruisce attraverso notizie false e ricerca del consenso immediato. Consenso immediato che va giustamente criticato, ma anche fra di noi, nel modo in cui anche noi cerchiamo il successo immediato. Se siamo qui è perché siamo sconfitti [al BIRRA], perché cerchiamo un consenso immediato. Se siamo qui riconosciamo una sconfitta, vuol dire che a prescindere non abbiamo una idea chiara su cosa debba essere una rivista di opposizione rispetto alla cultura dominante. Penso che per fare questo non si debba però schiacciarci l’uno con l’altro, diventando trasparenti; Le cose, perché si vedano e si difendano, debbono avere un colore, un colore riconoscibile. Non basta dirci che Salvini non ci piace, o che vorremmo approfondire di più invece di accontentarci delle fake news, o delle notizie, o di un generico comune sentimento morale antirazzista o genericamente di sinistra, o laico o qualsiasi altra cosa. Ci si deve specializzare, si deve litigare. Le riviste quando sono in forma, quando hanno potere creativo, quando hanno potere seminale, litigano. Propongono idee e si differenziano fra loro, e proprio nello scontro con questa differenze nasce la ricchezza.
Pubblicato da BIRRA 2018 Bagarre Internazionale delle Riviste Alternative su Mercoledì 12 settembre 2018
L’importanza di creare percorsi personali, di sfidare le altre riviste, di portare avanti le proprie esigenze, anche e soprattutto sperimentali, l’importanza di avere «un colore», sono le premesse per capire ciò che significa essere una rivista alternativa.