Insorgiamo insieme ⥀ Ecologia e Lotta di classe

Prosegue la vertenza Gkn: ieri, sabato 26 marzo, più di venticinquemila le persone scese in piazza a Firenze per la manifestazione organizzata dal Collettivo di fabbrica della Gkn e Fridays for future

 

FIRENZE – «La narrazione dice che la vertenza Gkn è chiusa – dichiara un operaio del collettivo insurrezionale, di fronte alla massa riunita nella piazza di Santa Croce. – Ora guardiamoci. Quanti siamo?»

Migliaia. Più di venticinquemila per gli organizzatori della manifestazione, il Collettivo di fabbrica della Gkn e gli/le attivisti/e di Fridays for future (Fff), che sabato 26 marzo hanno trasformato Firenze da capitale della cultura a capitale della lotta. Il Collettivo di fabbrica della Gkn ha iniziato la sua vertenza nove mesi fa per opporsi ai licenziamenti imposti dall’azienda: «Noi siamo una fabbrica grande, nuova, efficiente – ricordano nel loro diario collettivo Insorgiamo (pubblicato da Alegre proprio per la manifestazione del 26) – ma soprattutto siamo una fabbrica sindacalmente forte, determinata e organizzata. E se sfondano qua, sfondano dappertutto. L’ha capita un territorio intero, che è insorto a nostra difesa, abbracciandoci». Dal territorio ai territori, l’abbraccio si è esteso quindi a tutta Italia: alla vertenza della Gkn si sono unite le altre vertenze industriali sparse per lo stivale, da Firenze a Jesi a Napoli, al grido-hashtag #insorgiamo.

Era dai tempi delle oceaniche manifestazioni dei metalmeccanici della FIOM, guidati da Maurizio Landini, che il movimento operaio non riusciva a imporsi così, a convogliare la rabbia popolare, a organizzare la lotta di classe.

Partendo da una vertenza periferica, il Collettivo di fabbrica della Gkn è riuscito a ideare una strategia di lotta interregionale e intergenerazionale, con una propaganda capillare e martellante, coordinata dalle Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU), passando da Firenze all’Italia, quindi tornando dall’Italia a Firenze. E portandosi dietro un corteo lungo come l’Arno.

Nel tour #insorgiamo Gkn ha incontrato non solo gli operai in lotta nei vari territori italiani, ma anche student*, centri sociali e movimenti, maturando una nuova consapevolezza, una nuova coscienza di classe nutrita di ecologismo.

«Se ce lo avessero detto tre anni fa non ci avremmo creduto – esulta, dal palco di Santa Croce, Martina, un’attivista di Fff – non avremmo creduto alla possibilità di radunare una piazza così, una piazza di lavoratori e di lavoratrici, di ecologisti ed ecologiste».

Uno sguardo alle bandiere lo conferma: ci sono i sindacati Cobas, S.I. Cobas, FLC CGIL, Il sindacato è un’altra cosa Opposizione in CGIL, gli anarchici e i partiti della sinistra radicale (Rifondazione Comunista, Potere al Popolo, Partito dei Comunisti Lavoratori, Sinistra Anticapitalista, fra gli altri), i movimenti ecologisti e per la giustizia climatica dai Fff ai No Tav, le associazioni con Arci in testa e la Società della Cura, centri sociali e tanti altri.

È una piazza che ha preso posizione anche sulla crisi russo-ucraina. Un grande striscione, dietro il palco, è inequivocabile: «Contro la guerra imperialista, contro il governo imperialista italiano, insorgiamo!»

«Dobbiamo stringere un patto, un’alleanza per riprenderci tutto ciò che ci hanno levato e anche oltre», sostiene alla fine del comizio una voce del Collettivo di fabbrica della Gkn. E chiude intonando il canto che ha accompagnato l’insurrezione: «Occupiamola finché ce ne sarà / che fatica che ti chiedo, oggi devi scioperà».