Jack Spicer, le femministe del Trecento e l’Europa dei poeti: le nuove proposte di Argolibri
Attiva l’editoria è una campagna di crowdfunding per rendere sostenibili le spese produttive necessarie per diffondere gli Argolibri e promuovere così un’editoria slegata da logiche puramente commerciali. Oltre all’abbonamento alla casa editrice, che permetterà di ricevere tutti i primi 5 Argolibri della nostra neonata casa editrice, da oggi è possibile prenotare singolarmente le copie di Argo Europa 2020, Un rosario di bugie di Jack Spicer e Tacete o maschi.
L’intero progetto di crowdfunding è affidato a Produzioni dal basso. Per maggiori informazioni e per prenotare gli Argolibri seguire il link: https://www.produzionidalbasso.com/project/argolibri-attiva-leditoria/
Jack Spicer
Un Rosario di Bugie
collana:Talee
Dopo After Lorca, vincitore del premio Geiger 2018 per la traduzione poetica (sez. giovani), Argo Libri continua la pubblicazione, libro dopo libro, delle opere di Jack Spicer. Si tratta dei tre libri successivi ad After Lorca, dell’autore americano, allievo di Robert Duncan e compagno di Philip K. Dick, in cui egli affina la scrittura “satirico-politica” in poesia. Ammonimenti: dove l’autore continua la sua pratica stilnovista — in stile americano — di poesia diretta ad autori e amici, riprendendo la forma antica degli “ammonimenti” (esiste un libro di A. Poliziano che porta lo stesso titolo): il libro è corredato da lettere di poetica a Robin Blaser e all’editore Joe Dunn (White Rabbit Press) che per primo pubblicò Spicer, Blaser e Robert Duncan. Si chiude con una poesia di post-fazione per Charles Olson, uno dei poeti americani più influenti di quel tempo, che insegnò alla leggendaria “Black Mountain college” dove parteciparono artisti fondamentali come John Cage e Merce Cunningham. Nel libro si affrontano esplicitamente tematiche politiche e legate all’omosessualità. A book of music¸ intermezzo creato a partire da una frase di Poe — dove si postula una scissione tra le poesie-brevi e la letteratura, ma anche un pericolo costante nel rapporto tra musica e poesia — è anche la base di quella forma jazz-poetry che avrà il suo culmine in Billy the kid (opera che diventerà un disco dei Kat-Onoma, in Francia, negli anni 90). Il trittico, concepito come un crescendo di intensità comunicativa e provocatoria, si chiude sulle 15 false proposizioni contro dio: “un rosario di bugie”, come lo definì il suo autore. Spicer, fondatore della “6 gallery”, realizza in questo poemetto in 15 parti la sua prima vera “serie” — anche musicalmente intesa — compiuta, dettata “dai marziani” e in cui affronta il suo lato di calvinista protestante, e pone le basi per quell’etica poetica descritta dal verso “poeta, sii come dio”.
Chi è l’autore
Omosessuale e libertario, Jack Spicer (Los Angeles, 1925 – San Francisco, 1965) fondò assieme a Robert Duncan e Robbin Blaser il movimento della San Francisco Renaissance e la leggendaria Six Gallery, il bar-galleria che lanciò il movimento artistico beat della costa occidentale, dove Ginsberg, per la prima volta, recitò il suo Howl , grido di protesta che segnò un’epoca civile e letteraria.
Estratti
(da Ammonimenti, 1958)
Per Jack
Dì a tutti di avere le palle
Fallo tu stesso
Abbi le palle fino a che le palle
Penetrino i margini
Chiare e pure
Come è l’amore.
La parola cambia
Diventa oscura
Come qualcuno
Nel freddo impaurito dell’aria di notte
Dice —
Papà
Voglio la tua voce.
IV
Delle poesie veramente brutte
Mio caro Signore: mi piacerebbe che ―—
Odio e amore sono chiarificazioni sufficienti a sé stesse, non
appartengono alla poesia, imbarazzano il lettore e il poeta, mancano
Di dignità.
O la dignità di un aeroplanino di carta
Che lanci in faccia a qualcuno
E piomba per tutto l’evento veloce
Sbattendo a tutti gli angoli.
Odio e amore sono chiar… ―
Caro Signore: mi piacerebbe essere sicuro che ogni cosa che ho detto su di voi nella mia poesia fosse vera, che siete esistito veramente,
Che ogni cosa che ho detto era vera
Che non siete stato un avvenimento
In uno spettacolo veramente brutto
Che ciò che le poesie dicevano aveva un senso
A parte ciò che le poesie dicevano.
Caro Signore:
La mia bocca ha dei significati
E non ha voluto discutere.
Antologia della migliore poesia europea contemporanea
a cura di Rossella Renzi
con un diario fotografico di Allegra Corbo
Collana: Territori
2020. 20 anni. 20 numeri. Per il suo ventesimo anniversario la rivista «Argo» torna alle origini e dedica il XX numero alla poesia europea contemporanea. Da Carol Ann Duffy a John Taylor il volume pone l’attenzione su alcune delle voci più autorevoli della poesia contemporanea in Europa; sollecita domande, riflessioni, propone traduzioni e visioni del nostro continente narrate in versi, da lingue e latitudini differenti. A suggellare l’opera è I’M NOT THIS BODY, angeli di Natura, un diario fotografico, un album di visioni, apparizioni, creato da Allegra Corbo come processo biologico, durante una residenza artistica, all’interno del progetto Grampus (Gran Bretagna), per la conoscenza della cultura, del patrimonio e dell’artigianato slovacchi.
Chi sono gli autori:
La redazione di Argo presenta, attraverso interviste, saggi e poesie, le opere e i grandi poeti della letteratura contemporanea europea.
Sommario:
INTRODUZIONE di Rossella Renzi;
L’EUROPA È TRADUZIONE di Valerio Cuccaroni;
MARIO BENEDETTI, «IL TEMPO DELLA VITA DOPO» di Tommaso Grandi;
PATRICK MCGUINNESS, L’IMPORTANZA DELL’ALTROVE di Giorgia Sensi;
WILLIAM CLIFF, LA BELLEZZA DELLA FORMA di Fabrizio Bajec;
PAT BORAN, THAN AGAIN di Chiara De Luca;
CAROL ANN DUFFY. NEI MOMENTI DI GRAZIA di Floriana Marinzuli e Bernardino Nera;
JOHN TAYLOR, IL VIAGGIO DELLA VITA Intervista a cura di Franca Mancinelli;
OMAGGIO A MELITA RICHTER: “ALCUNE RAGIONI MINIME PER CUI MI SENTO EUROPEA” a cura di Silvia Rosa;
CHARLES SIMIC. CINQUANTA ANNI FA ERAVAMO PIÙ VICINI a cura di Riccardo Frolloni;
BREVE VIATICO PER FABIO PUSTERLA di Massimo Raffaeli;
ALLEGRA CORBO, I’M NOT THIS BODY Un diario fotografico.
Estratti
Intervista a Charles Simic
Quali sono, secondo lei, le affinità e quali le differenze tra la cultura americana e quella europea?
Cinquanta anni fa eravamo più vicini. Gli Americani istruiti leggevano i romanzieri, ammiravano gli artisti e seguivano il cinema europeo. Oggi siamo diventati più isolati e ignoranti. I miei studenti non hanno mai sentito nominare Rilke, Lorca, Neruda, Montale e molti altri nomi che un tempo erano familiari. La curiosità che c’era una volta verso le altre letterature è andata svanendo e questo ha impoverito i nostri poeti.
***
Intervista a John Taylor
In due tuoi libri tradotti in italiano, Gli arazzi dell’apocalisse e soprattutto Oblò (che uscirà presto per Pietre Vive Editore), raccogli alcuni frammenti di un viaggio che è stato fondamentale per la tua formazione e che si è rivelato determinante per la tua vita. Poco più che ventenne parti dalla tua città natale, Des Moines (Iowa), per frequentare l’università in Germania, trascorri un periodo all’isola di Samo, e decidi poi di stabilirti in Francia dove vivi tuttora con tua moglie e tuo figlio.
Il viaggio fondamentale che hai menzionato è avvenuto l’anno dopo il mio arrivo in Germania dell’Ovest (nell’autunno del ’75). Studiavo letteratura tedesca e filosofia tedesca all’Università di Amburgo, dopo aver vinto una borsa di studio (ma per un progetto in matematica…). Ero ancora, ufficialmente, studente di matematica negli Stati Uniti, ma quando arrivai all’Università di Amburgo mi iscrissi al corso di letteratura e filosofia. La letteratura era la mia passione segreta sin dalla mia adolescenza. Sono andato in Grecia nel luglio del ’76. Dovevo tornare dopo l’estate negli Stati Uniti. Durante un viaggio in traghetto dal Pireo all’isola di Samo, ho deciso di rimanere in Europa per dedicare tutto il mio tempo alla scrittura. Le poesie frammentarie in Oblò evocano questa decisione, con “l’oblò” come soglia metaforica tra il mondo interiore e il mondo esterno, tra il passato e un futuro possibile, e tra un essere umano e “qualcos’altro” che è invisibile ma forse appena al di là del vetro.
shapes effaced
night emerges
words
blur
the porthole
is the last remaining form
*
sagome cancellate
la notte emerge
le parole
si confondono
l’oblò
è l’ultima forma rimasta

AA.VV., Tacete o maschi
Le petrarchiste marchigiane tradotte da Antonella Anedda, Mariangela Gualtieri e Franca Mancinelli
Postfazione di Alessandro Carlomusto
Con illustrazioni di Simone Pellegrini
Collana: Talee
Antonella Anedda, Mariangela Gualtieri e Franca Mancinelli traducono i versi originali del primo gruppo di scrittrici della letteratura italiana. L’opera contiene anche un sonetto di Francesco Petrarca: si tratta di una risposta (secondo le attribuzioni) al sonetto di Giustina Levi-Perotti [Io vorrei pur drizzar queste mie piume] indirizzato al grande poeta aretino. A scandire la lettura vi sono inserti grafico-pittorici, incisioni, ovvero riproduzioni di ritratti, dal tratto contemporaneo ma ispirati ai testi e all’iconografia trecentesca, di un artista marchigiano, ma di importanza internazionale, Simone Pellegrini.
A chiudere il volume un’appendice di tipo critico sui temi proposti: due saggi che spieghino in dettaglio le particolarità di queste autrici e dei loro testi poste in relazione con le “attualissime” questioni di genere.
Chi sono le autrici
Antonella Anedda e Mariangela Gualtieri sono tra le più importanti e riconosciute poetesse italiane contemporanee. Entrambe pubblicano le loro opere prime nel 1992, Anedda con Residenze invernali, e Gualtieri con Antenata. Da allora hanno continuato a produrre poesie, saggi e testi teatrali, che hanno oltrepassato i confini nazionali. Franca Mancinelli è una delle migliori poetesse italiane della sua generazione, tradotta anche all’estero. Esordisce nel 2007 con Mala kruna, a cui seguePasta madre nel 2013, ripubblicati entrambi in A un’ora di sonno da qui (Italic Pequod, 2018).
Estratti
Tacete, o maschj, a dir, che la Natura
A far il maschio solamente intenda,
E per formar la femmina non prenda,
Se non contra sua voglia alcuna cura.
Qual’ invidia per tal, qual nube oscura
Fa, che la mente vostra non comprenda,
Com’ ella in farle ogni sua forza spenda,
Onde la gloria lor la vostra oscura?
Sanno le donne maneggiar le spade,
Sanno regger gl’ Imperj, e sanno ancora
Trovar il cammin dritto in Elicona.
In ogni cosa il valor vostro cade,
Uomini, appresso loro. Uomo non fora
Mai per torne di man pregio, o corona.
Leonora Della Genga