Jean-Michel Basquiat nei versi di Constantin Severin, tradotti da Toti O’Brien ⥀ Le vele – Poesia della traduzione 15

La rubrica Le vele propone, con tre uscite distinte, le poesie del poeta rumeno Constantin Severin, tradotte da Toti O’Brien. Le prime due poesie pubblicate possono essere lette qui e qui

 

Jean-Michel Basquiat è il protagonista di questo dolente e movimentato ritratto in versi, scritto in inglese da Constantin Severin e magnificamente tradotto in italiano da Toti O’Brien. Il componimento richiama nei suoni, nelle parole, nelle immagini a tratti portate all’eccesso, la vita e l’opera di colui che è considerato uno dei massimi esponenti del graffitismo americano, oltre che pittore e writer. Un genio assolutamente ribelle e imprevedibile, che ha fatto della strada il suo tempio d’ispirazione, coinvolgendo nella sua arte – come emerge dai versi di Severin – le migliori suggestioni artistiche e culturali del suo tempo. Si avverte in questa poesia tutto lo strazio, lo stupore, la meraviglia che lo sguardo del giovane Basquiat ha saputo catturare e instillare nelle sue opere straordinarie.

(a cura di Rossella Renzi)

 

L’immagine di copertina, J.-M. Basquiat in the Quantum World, è di Constantin Severin.


 

JEAN-MICHEL BASQUIAT

stanco da morire di bianchi muri vino bianco e bianchi
seppellito da videotape vecchie bambole strumenti musicali africani
ho sentito i drammi del nostro tempo corrermi lungo la schiena
nel dipingere non pensavo all’arte ma alla vita troia
la strada è molto più viva e genuina dell’accademia
non ho dimenticato le assi delle panchine di Washington Square
incise nella carne adolescente e i tacchi duri degli sbirri

le donne che ho amato dicono che ho una sessualità multicromatica
ricordo quante notti ho fatto l’amore con Venus Madonna
a letto con note musicali gravide di migliaia di teschi
non illuderti solo intelligenza e dolore mi hanno costantemente attratto
e profeti atleti guerrieri musicisti re artisti
ho guardato il mondo attraverso teste e crani multicolori di eroi e santi
ho cercato il Re Zulù nel suono di Charlie Parker e Jimi Hendrix

i ragazzi dei miei quadri non crescono diventano scheletri e teschi
niente male morire giovane quando lasci un cuore bambino e uno splendido cadavere
i tuoi amici sopravvissuti sono più ispirati a comporre noise rock
e continuano a coprire di graffiti SAMO le ville dei bilionari di Wall Street
le tue amanti girano disinvolte in Cadillac con targhe nuove
comprate di seconda mano da Hollywood Africans (1)
ma di notte i denti dell’assente si annidano tra le carezze

Digito numeri a caso in cerca dell’uccello del paradiso
vivo in un mondo di tabloid che confina col tragico
presenza è assenza un buco immenso nell’anima collettiva
galleristi e collezionisti sempre più avidi ed isterici
in testa non porto corona né cappello né aureola
lettere parole numeri icone diagrammi simboli da mappe geografiche
il mio mondo diventa sempre più indecifrabile una morta cometa

stanco da morire di bianchi muri vino bianco e bianchi
ti offro su un vassoio il mio intimo mondo nato per strada
le orme eteree del giardino di Madison Square e Manhattan
il telefono del suicide bomber reggiseni di amanti bianche a dozzine
il sorriso incosciente di mia madre in clinica psichiatrica
e l’aspetto gentile di Andy Warhol quando l’ho ritratto
nessuno ama un genio ragazzo col setto perforato dalla cocaina e dall’ansia

(1) titolo di un’opera di Basquiat.

Suceava, 21 settembre 2021

 

JEAN-MICHEL BASQUIAT

tired to despair of white walls white wine and white people
wrapped up to the neck in videotapes old dolls African musical instruments
I felt the catastrophes of modern life run down my spine
not to think about art at all while working just dream of the bitch of life
the street is more authentic and more alive than an art academy
I haven’t forgotten the stripes on the benches in Washington Square Park
printed in flesh in my adolescence and not the hard boots of cops

the women I loved told me I had a multichromatic sexuality
I remember all the nights I made love to Venus Madonna
in a bed with music notes pregnant with thousands of African skulls
do not delude yourself I have always been fascinated only by intelligence and pain
by prophets and athletes by warriors and musicians by kings and artists
I saw the world through the heads and multicolored skulls of heroes and saints
and I looked for King Zulu in the sounds of Charlie Parker and Jimi Hendrix

the boys in my painting do not become men quickly turn into skeletons and skulls
not bad at all to die young you leave behind a child’s heart and a beautiful corpse
living friends become more inspired when they compose noise rock
and constantly cover with SAMO graffiti the villas of billionaires on Wall Street
girlfriends walk casually in Cadillacs with new numbers
bought used by Hollywood Africans (1)
but at night the teeth of the missing occupy the intimate spaces between two caresses

I dial phone numbers at random every day to call the bird of paradise
I live in a tabloid world that meets on the corner with tragedy
presence is an absence a huge hole in the collective soul
gallery owners and art collectors are increasingly greedy and hysterical
I have no crown or hat and no halo on my head
words letters numbers icons diagrams symbols from maps
my world is becoming more and more indecipherable a skull comet

tired to despair of white walls white wine and white people
I offer you on the tray all my inner world born on the street
the ethereal imprints of Madison Square Garden and Manhattan
the suicide bomber’s phone and the collection of bras from dozens of white girlfriends
the unconscious smile of my mother in a psychiatric clinic
Andy Warhol’s gentle look after I put him on the canvas
nobody loves a genius child with a septum pierced by anxieties and cocaine

(1) The title of a Basquiat’s work.

Suceava, September 21, 2021

 

 


Basquiat
Constantin Severin, J.-M. Basquiat in the Quantum World, oil on canvas, 50×70 cm, 2021.

 


Constantin Severin è nato a Baia de Arama e vive a Suceava. È un poeta, scrittore e artista rumeno, fondatore del movimento artistico Archetypal Expressionism e autore di dieci libri di poesia, saggistica e narrativa tra cui Improvisations on harmonic key, The Axolotl and The Alchemical City. Le sue opere visive e i suoi articoli su arte, teoria, critica e cultura sono apparsi sul sito della nota Saatchi Gallery di Londra e su riviste internazionali quali Artdaily, World Literature Today, Levure littéraire, Trafika Europe, Empireuma, Contemporanul, Vatra, Arkitera, Glare Magazine, Cuadernos del Ateneo, Dance and Media Japan and Pro Saeculum. Ha contribuito regolarmente ai programmi della BBC e di Free Europe Radio.

Toti O’Brien, nata a Roma e residente a Los Angeles dall’inizio degli anni ’90, è autrice di Other Maidens (BlazeVOX, 2020), An Alphabet of Birds (Moonrise, 2020), In Her Terms (Cholla Needle, 2021), Pages of a Broken Diary (Pski’s Porch 2022) e Alter Alter (Elyssar, 2022). Contribuisce recensioni e articoli su arte, cultura e società a varie riviste. Traduce poesia in italiano dallo spagnolo, dall’inglese e dal francese.

 

Le vele. Poesia della traduzione 1
Le vele. Poesia della traduzione 2
Le vele. Poesia della traduzione 3
Le vele. Poesia della traduzione 4
Le vele. Poesia della traduzione 5
Le vele. Poesia della traduzione 6
Le vele. Poesia della traduzione 7
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