John Henry Mackay, Max Stirner. Vita e opere, Bibliosofica editrice, Roma 2013

Ecco il frutto dell’incontro tra il poeta scozzese John Henry Mackay ed il filosofo tedesco Max Stirner: attraverso la lettura de L’unico e la sua proprietà, Mackay si appassiona alla figura di Stirner, che “avrebbe voluto vivere non nell’epoca dei padroni e dei servi, bensì degli unici, perché era poco incline sia ad obbedire che a comandare”, e si prefigge di narrare l’unicità di Stirner attraverso i capitoli di ogni fase della sua complessa, quanto breve, vita. Bibliosofica ci restituisce l’ultima delle edizioni della biografia ad opera di Mackay, ancora oggi l’unica biografia attendibile, e, per completezza, riporta, dopo una breve introduzione del curatore italiano, tutte e tre le prefazioni di Mackay a ciascuna edizione, concludendo infine con alcune appendici a corredo, tra cui una sintetica cronologia che ci fornisce un filo per la lettura dei passaggi densi più di notizie biografiche che del pensiero di Max Stirner (letteralmente: “grande – max –fronte – stirn”, da un nomignolo infantile), pseudonimo di Johann Caspar Schmidt. In appendice, anche un suo ritratto ad opera di Engels, molto espressivo, per quanto non estremamente fedele alla fisionomia fisica, e le sue firme, che variano al variare dei periodi della sua esistenza, e che io consiglio di sfogliare all’inizio, come primo avvicinamento del lettore alla controversa ed introversa personalità di Stirner, immagini che poi accompagneranno l’attraversamento dell’opera intera, degli studi e della loro interruzione, dei matrimoni e della loro interruzione, dell’entrata e dell’uscita dalla prigione, opera che esplora le vicissitudini, le posizioni e la libertà di Stirner a tutto tondo, senza riduzionismi. Uno dei motti di Stirner è di aver riposto la sua causa sul nulla, ebbene in realtà su quel nulla molto c’è da approfondire, per coglierne l’irriducibilità.

Francesca Bertolani