"LLÀ! [[Finito!|ora]]" Le due elle aiutarono l'indice destro di Andrea ad appiattire meglio l'ultima striscia di scotch, quella dell'angolo in basso a destra del poster di Erzsebet Bathory, mentre il participio passato gli diede quello slancio in più per precipitare di schiena sul letto, [[momentaneamente soddisfatto]].Ghignò come un ebete e fece quello che faceva sempre quando beccava quell'ora(click: "ora")[: sparò il pezzo omonimo degli Iron Maiden a tutto volume](click: "a tutto volume")[ nelle [[cuffiette senza fili]] dalle quali non si staccava [[praticamente mai|cuffie]]].Essendo il posto di "indagatore dell'incubo" già occupato, gli era toccato inventarsi un altro lavoro. (click:"lavoro")[Anzi, ne aveva ben due. Era anche riuscito a trovare un bel compromesso tra il suo disprezzo nei confronti del sistema e l'ovvia necessità di pecunia per il sostentamento base.
I suoi lavori gli piacevano, ma non gli andava di pensarci ora: si sentiva in colpa per averli trascurati. D'altra parte un [[appartamento]] non si arreda da solo, no? E poi un ambiente confortevole rende più produttivi, si sa. Avrebbe potuto continuare per ore a trovare giustificazioni creative e, in effetti, questa era sempre stata la sua occupazione preferita. ] Andrea amava suonare (cycling-link: "il basso elettrico", "il pianoforte", "il campanello sul ritmo della intro di Master of Puppets"), leggere (cycling-link: "libri", "fumetti", "istruzioni", "ingredienti", "i cartelloni pubblicitari"), vedere (cycling-link: "film", "serie tv", "serie web", "serie di persone"), giocare (cycling-link: "ai videogiochi", "a basket", "a nascondino al buio", "con il fimo", "a fingersi morto").
Da buon codardo evitò con grazia di indugiare sul suo hobby preferito: lo aveva trascurato e si sentiva in colpa. Ma, d'altra parte, un [[appartamento]] non si arreda da solo, no?Da bravo paranoico ispezionò con la [[mente|scanner]] tutta casa, pensando a cosa aveva messo, come lo aveva messo, perché lo aveva messo, cosa mancava, quando avrebbe provveduto, se era quella la cosa giusta da fare, come lo avrebbe fatto X e poi chicazzosenefrega di come lo avrebbe fatto X.Era una porta di legno scuro blindata, piuttosto malandata. La serratura era difettosa: la porta si chiudeva, ma non si poteva fare nemmeno una mandata.
Sulla porta Andrea aveva apposto una targhetta, che riportava solo il suo nome di battesimo, e un [[foglio |foglio fuori la porta d'ingresso.]]
Al di sopra dello stipite, un'altra targhetta annunciava: "5 bis".
Di fronte, un'altra targhetta avvisava: "1° piano".
Sul pianerottolo si affacciavano altri [[due appartamenti |primo piano]].
Una rampa di scale saliva al [[secondo piano]], una scendeva al [[piano terra]].L'ingresso era piuttosto ampio: era bello entrare e avere spazio.
Rivolgendo le spalle alla [[porta d'ingresso |Porta di ingresso]], di fronte c'era la [[cucina|Cucina]], mentre, procedendo verso ovest, si accedeva al [[corridoio]]. {(if: $cucinaextra is 0)
[La cucina era una delle stanze più piccole dell'appartamento.
Scarna, essenziale, aveva tutto [[quello che doveva avere | oggetti base cucina]] e anche tutto [[quello che non doveva avere. | oggetti no cucina]]]<br>
(if: $caffe is 1)
[Sulla parete a sud troneggiava un poster di Alan Turing, il primo poster che Andrea aveva messo. Non sapeva bene perché, ma era certa che Turing avrebbe apprezzato molto essere piazzato in cucina. (click:"Non sapeva bene perché")[Forse per via di quell'associazione con le mele che le scattava ogni volta che lo guardava. (click:"le mele")[ Che a sua volta le faceva pensare a Death Note.]] <br><br>
"Aah, ci voleva! Amaro come la vita. Ora posso iniziare a lavor..."
Le sue buone intenzioni furono interrotte da quel pazzo fottuto di Jason, il suo (cycling-link:"assistente", "migliore amico", "coinquilino"), che pensò bene di sporgere quel suo teschio bianco di plastica a buon mercato dalla porta della cucina, lanciare un urlo e scappare via. <br>
"Mi hai fatto rovesciare il caffè addosso!" urlò Andrea alla soglia vuota. Per quanto si fosse sforzato di impostare l'intonazione su 'trasmetti senso di colpa', in realtà non gliene fregava niente: non era una che badava ai vestiti e in quanto a igiene... lasciamo stare. <br>
"Si può sapere che ti è preso?!" La soglia continuava, inspiegabilmente, a non rispondere. Andrea posò la tazzina e [[uscì dalla cucina|corridoio]], pensando a chissà quale altro scherzo gli aveva preparato quello spostato.]
(if: $suicide is 1)
[Sulla parete a sud troneggiava un poster di Alan Turing, il primo poster che Andrea aveva messo. Non sapeva bene perché, ma era certa che Turing avrebbe apprezzato molto essere piazzato in cucina. (click:"Non sapeva bene perché")[Forse per via di quell'associazione con le mele che le scattava ogni volta che lo guardava. (click:"le mele")[ Che a sua volta le faceva pensare a Death Note.]] <br>
Andrea guardò dolcemente Turing negli occhi mentre prendeva la mela avvelenata che aveva riposto proprio sotto il poster.
"Mmm, non è male! Ricorda la novalgina. Ci sta superbene una sigaretta ora". (click: " sigaretta") [ Accese una sigaretta. <br>
Aveva voglia di giocare, nell'attesa che il veleno facesse quello che doveva fare, ma era indeciso (tanto per cambiare): [[Tetris]]? [[Super Mario]]? [[Street Fighter]]?]]
}Il salone era la stanza più grande della casa.
Era stato concepito fin da subito come luogo adibito alle feste e al relax.
(click: "feste")[La prima cosa spiegava il carrello con i liquori, i due proiettori portatili a 360° e le pareti spoglie(click: "spoglie") [, a parte le strisce di led multicolore che ne seguivano il perimetro].]\
(click:"relax")[ La seconda cosa spiegava i due divani, recuperati da casa dei suoi, il tappeto-prato, il tavolino-contenitore pieno di snack dolci e salati(click:"snack")[ (più dolci che salati a dire la verità)]. C'era anche un tavolo da otto, "così puoi invitarci a pranzo" aveva detto sua madre.(click:"madre")[ Per fortuna non era mai successo.]]
(if: $suicide is 1) [ Andrea guardò il mazzo di tarocchi che aveva lasciato chissà quando sul tavolo. Scoprì la prima carta: l'Appeso. "Mm, perché no?" si disse dirigendosi con passo deciso verso il [[balcone. |Balcone]]]
(set: $balcone to 1)
(set: $suicide to 2)Lo studio aveva la forma di una elle con il lato corto quadrato. Una lunga mensola di legno, che fungeva da scrivania, correva lungo tutto il lato più lungo. La parete opposta era occupata da una grande libreria, da una pianta finta, da un divano letto e da un tavolino.
(if: $caffe is 1) [Andrea corse verso la parte della scrivania dove c'era il computer portatile. No, non era PH, era solo Bunny87, uno dei suoi [[fantasmi, | lavoro2- second life]] super entusiasta del suo nuovo outfit.]
(if: $suicide is 1) [Sì, si sarebbe chiuso lì, come la Contessa. Ogni tanto avrebbe scampanellato, come i monaci giapponesi, per scandire la sua agonia.
Avrebbe letto fino a fondersi con la carta. (click:"carta")[ Con l'inchiostro. (click:"inchiostro")[ Con il legno economico della libreria. (click:"libreria")[ Con la plastica economica della pianta. (click:"pianta")[ Con il silicio del computer. (click:"computer")[ Con le resistenze di Arduino. (click:"resistenze")[ Senza opporre resistenza. (click:"resistenza")[
Anima deframmentata. (click:"deframmentata")[
Commutazione a pacchetto. (click:"a pacchetto")[
Costellazione. (click:"Costellazione")[
Dado azzardato. (click:"azzardato")[
Dormire. (click:"Dormire")[ Sognare. (click:"Sognare")[ Forse. (click:"Forse")[ Tante. (click:"Tante")[ Adorabili. (click:"Adorabili")[ Pecore elettriche.
Guardò il display del computer: mezzanotte e mezza. Le urla erano cessate.]]]]]]]]]]]]]]]]]Il bagno era ragionevolmente grande. Le piastrelle originarie, di un discutibile color salmone, erano state ricolorate da Andrea completamente di bianco, in attesa di essere personalizzate. La parete a nord era occupata dai sanitari; quella a est da una vasca, che Andrea usava praticamente sempre come una doccia. Di fronte ai sanitari c'era il lavandino con un ampio pensile a specchio: era piuttosto strano vedersi seduto sul cesso, ma ad Andrea andava bene così.
(if: $suicide is 1)\
[Aprì il mobiletto bianco a due ante, il più economico che aveva trovato. Prese una lametta, la più economica che aveva trovato e si tagliò le vene.
Il sangue schizzò random sulle piastrelle. Accasciandosi, Andrea sorrise: "ecco il tocco di colore che stavo cercando", sussurrò.
Guardò lo smartphone che gli era scivolato proprio accanto: mezzanotte e mezza. Le urla erano cessate. "Ma dai, proprio ora che iniziavo a divertirmi".]Il bagno di servizio era stretto e lungo. Le piastrelle erano ancora quelle dei precedenti proprietari, di un discutibile color salmone. Andrea aveva qualche idea per rinnovare l'ambiente, ma per il momento aveva lasciato le cose com'erano. (click:"l'ambiente") [ Nella stanza c'era lo stretto necessario: una lavatrice, un lavello e un mobiletto.]
(if: $caffe is 1) [Judith(click:" Judith")[ la bambola del sesso,] stava di nuovo dominando la lavatrice. "Ehi, quello è il mio spazzolino elettrico!" protestò Andrea, invano.
"No, ti prego no, non costringerlo a guardare il Coccolino mentre gli fai...". E cos'erano quegli innesti?! (click:" innesti")[ No, non avrebbe dovuto farle vedere The Human Centipede, decisamente.]
Ancora un urlo. Non ne era certo, ma sembrava provenire da.. la sua [[camera da letto]]?!]
(if: $suicide is 1) \
[Mmm, morte chimica. In effetti Andrea aveva sempre sognato di morire per mano del Coccolino. (click:"Coccolino")[ Fottuto orsetto bastardo.] Ingerì il detersivo e si lasciò scivolare sul pavimento.
Guardò lo smartphone: mezzanotte e mezza. Le urla sembravano cessate, ma non gli importava granché. Agonizzando, recitò in mente una lettera, l'ennesimo messaggio che lo stronzo di cui era innamorata da una vita non avrebbe mai letto.
(click:"messaggio")[ "Volevo solo dirti che, ovunque io sia andata, ti ho portato con me. Ho sempre pensato che l'ultima cosa che avrei sussurrato prima di morire sarebbe stato il tuo nome... Beh, sto per scoprirlo. Addio, e grazie per tutto il pesce".]](if: $caffe is 1)\
[Il corridoio era il cuore della casa. Collegava tutte le stanze. Ad Andrea piaceva molto attraversarlo al buio, retaggio del passato.
"Ti sei mai chiesto perché a telefono chiedi a qualcuno che non conosci se è pronto a fare qualcosa che non sai?"
Andrea alzò gli occhi al cielo: "non avrei mai dovuto farti vedere tutti quei video di Groucho Marx", disse a voce piuttosto alta.
Un altro urlo. Sembrava provenire dallo [[studio. |Studio]] Che avesse lasciato PH acceso?]
(if: $caffe is 2)\
[L'urlo veniva dall'installazione affissa sulla parete della sezione più stretta del corridoio, quella tra la camera da letto e il bagno. L'installazione era composta da due schermi occupati da altrettante reti generative avversarie: una generava una parola a partire dall'immagine generata dall'altra, la quale immagine era a sua volta basata sulla parola generata dall'altra rete e così via. (click:" così via")[ All'infinito.]
Andrea non ricordava di aver aggiunto l'audio. "Maledetta insonnia. Sta' a vedere che faccio cose invece di dormire e poi non ricordo niente di quello che ho fatto. Mmm, mi ricorda un film, ma non ricordo quale..."
Nel frattempo gli schermi continuavano a litigare, urlandosi le peggio cose, entrambi convinti di essere stati gli autori del primo output sul quale si era poi basato l'altro.
Per fortuna Andrea aveva con sé il bracciale USB: lo collegò all'ingresso al centro dei due schermi e lanciò il programma ELIZA, lasciando le reti ad affrontare i loro problemi.
Fece un passo. [[Un altro urlo. |corridoioJason]]]
\(if: $suicide is 1)
[Il corridoio era il cuore della casa. Collegava tutte le stanze. Ad Andrea piaceva molto attraversarlo al buio, retaggio del passato.
Controllò lo smartphone: mezzanotte e mezza. Le urla sembravano cessate. Nel silenzio, al buio, Andrea avrebbe passato il tempo che gli restava lì. (click:"lì")[ Al centro del corridoio.(click:"centro")[ Corroso dall'indecisione. (click:"Corroso")[ Dalla paura.(click:"paura")[ Dall'ansia da prestazione. (click:"ansia")[Dal sospetto che non avrebbe avuto importanza quale percorso avrebbe intrapreso finché non avesse saputo il perché avrebbe dovuto intraprenderlo. Forse quelle stanze nemmeno esistevano. (click:"Forse")[Forse non erano che stringhe che assumevano conformazione spaziale per essere comprese da menti limitate come la sua. (click:"limitate")[Magari c'erano anche delle freccette. (click:"freccette")[Sarebbe stato buffo. (click:"buffo")[E lui non sarebbe stato neanche un puntino.(click:"puntino")[ Neanche uno sprite.(click:"sprite")[ Neanche disegnato male. (click:"male")[Solo un dato(click:"dato")[, tra dati(click:"dati")[, tra dati(click:"tra dati")[, in una base dati(click:"base")[, tra basi dati(click:"base dati")[, in un pianeta(click:"pianeta")[, tra pianeti(click:"pianeti")[, in un universo...]]]]]]]]]]]]]]]]]]]]{(if: $caffe is 1)
[La camera da letto era piuttosto grande. Il letto-contenitore matrimoniale era in fondo alla stanza, affiancato da due comodini. La lunga parete laterale era occupata da una finestra, una poltroncina e una cassettiera. Di fronte al letto c'era un armadio a specchio a sei ante. Era piuttosto strano vedersi riflessi mentre si era a letto, ma ad Andrea andava bene così. <br>
Con tutta la noscialanza del mondo, Jason aveva messo i Death a palla.<br>
"Oh, ma sei scemo?! Lo sai che siamo in un condominio?" disse Andrea abbassando il volume. (click:" abbassando")[Perché non si stoppano i Death. ]
Già i condomini lo guardavano strano per via del [[foglio fuori la porta d'ingresso.]] "Pensa se vedessero il resto", sogghignò.
Impalato davanti al poster della Contessa, Jason non lo degnò di uno sguardo. In compenso parlò: "meno male che non mi hai chiamato Eliza. Sarebbe stato di un banale..."
Ancora un urlo. Sembrava provenire dal [[corridoio]].]
(set: $caffe to 2)
(if: $fogliocaffe is 1)<br>
[Impalato davanti al poster della Contessa, Jason non lo degnò di uno sguardo. In compenso parlò: "Meno male che non mi hai chiamato Eliza. Sarebbe stato di un banale..."
Ancora un urlo. Sembrava provenire dal [[corridoio]].]
(if: $suicide is 1)
[La camera da letto era piuttosto grande. Il lato più corto era occupato dal letto-contenitore matrimoniale e da due comodini, uno per ciascun lato. La parete lunga aveva una finestra da cui filtrava molta luce per gran parte della giornata, una poltroncina e una cassettiera. Il lato corto era occupato da un armadio a specchio a sei ante. Era piuttosto strano vedersi riflessi mentre si era a letto, ma ad Andrea andava bene così. <br>
Si alzò dal letto e sollevò il cuscino di sinistra.(click: " sinistra")[ Niente. Provò con quello di destra.(click: " destra")[ Niente nemmeno lì. "Ma dove diavolo è Rigaut?", disse ad alta voce.(click: " Rigaut")[ Rigaut era la sua pistola. "Mmm, deve averla presa quel pazzo fottuto di Jason".(click: "Jason")[ Jason era il suo (cycling-link: "migliore amico", "assistente", "coinquilino"). Un'intelligenza artificiale montata su un teschio bianco di plastica montato su un corpo da ragno. Non se la sentiva di cercare Jason, non aveva la forza di reggere le sue solite battute.] <br>
Non gli restava che il [[bagno. |Bagno]]]]]]
}Double-click this passage to edit it.(set: $foglio to 1)\
Era stata una delle prime cose che aveva messo, una striscia orizzontale su cui aveva scritto:
(align: "=><=")[Qui crediamo nei Grandi Antichi e nelle fate.
Qualunque esponente di culti diversi è pregato di
**NON BUSSARE**
a meno che non voglia parlare di Grandi Antichi e di fate.
Grazie]
Il testo era incorniciato dal disegno di una fata malvagia e di uno Cthulhu puccioso. \
(if: $caffe is 2) ["Ah, che burlone che sono", pensò, tornando poi a concentrarsi su quel [[deviato di Jason. |camera da letto]] (set: $fogliocaffe to 1)]\
(if: $reale is 1) ["Ah, che burlone che sono", si disse con sdegno, come ogni volta che percepiva anche solo una vaga traccia di autocompiacimento. "Sono un fattone, altroché. Ma infatti, perché continuo a perdermi? A cosa stavo pensando? Ah sì, quella poesia... Com'era? La so, sono sicuro che la so, ora mi concentro, immagino quattro parentesi quadre e un pipe e me la ricordo, lo sento." (click:"immagino quattro parentesi quadre e un pipe") [(align: "=><=")[[[[[|]] |quella poesia]]]]
]Andrea recuperava bambole rotte e le innestava con parti meccaniche e componenti elettroniche.\
|extra)[ Quanto poteva dirsi diverso da quei gusci vuoti, programmati da altre menti, mossi da altre volontà?]\
Il suo laboratorio, o "stanza dei giochi" come lo chiamava, era pieno di teste e braccia e cavi e viti... Doveva essere bellissimo ora, alla luce del neon blu. (click: "bellissimo")
[ Avrebbe voluto (link-reveal:"andarci")[(show: ?extra2)], ma non poteva, non riusciva ad alzarsi dal letto, ma forse (link-reveal:"era meglio così")[(show: ?extra)]. Forse nemmeno le sue bambole avevano bisogno di lui. Nessuno aveva bisogno di lei.]\
|extra2)[ Sarebbe bastato così poco, lo intuiva, così poco per trovarsi magicamente nella stanza dei giochi, un pezzo in mezzo ad altri pezzi, pezzi dello stesso gioco, [[fantasmi| lavoro2- second life]] dello stesso incubo.]Andrea amava prendersi cura dei "fantasmi", come li chiamava lui.
Era buffo: proprio lei che trascurava la sua immagine, curava quella degli altri.(click: "altri")[ Gli avatar dei MUVE. Nel suo studio dall'architettura aliena progettava abiti e accessori, inventava acconciature e make-up, strabilianti look che i fantasmi potevano sfoggiare per fare invidia agli altri fantasmi o per essere, almeno lì, un po' più se stessi.](click: "se stessi")[
Che qualcosa sia falso non ne cancella l'esistenza: quell'altrove era più reale di certi luoghi che aveva visto, con umani tutti uguali, dai gusti tutti uguali, dai sorrisi tutti uguali.
Lavorare, socializzare, vivere nei MUVE gli aveva fatto capire una cosa: la realtà, ciò che chiamiamo realtà, non è che la storia che decidiamo di raccontarci più spesso. Solo che Andrea, non ricordava bene quando e non osava pensare al perché, aveva deciso di affidare questo compito a un generatore casuale.(click: "casuale")[ Senziente. (click: "Senziente")[ Con uno humour degno di Swift. (click: "Swift")[ Divertente, sì, ma ora non sapeva più in cosa credere.]]]
(if: $reale is 1)\
[Cazzo, perfino in Matrix le pillole erano solo due. Quale [[dio]] crudele si divertirebbe così?
Le urla, intanto, continuavano.]
(if: $caffe is 1) \
[Un altro urlo. Stavolta sembrava provenire dal [[laboratorio]]. "Deve essere Molly" sospirò.]]Difficile dirlo. Il fumo parlava chiaro: la sua realtà rifuggiva dalla logica binaria o forse dalla logica in generale.
Andrea desiderava aiutare il povero disperato, ma allo stesso tempo avrebbe voluto dargli altri motivi per lamentarsi. (click:"lamentarsi")[Dannato hippie fuori tempo massimo.] Andrea malediceva se stesso per la sua insensibilità, ma allo stesso tempo si compiaceva della sua sensibilità, la stessa che lo faceva apparire insensibile.
[[Le urla, intanto, continuavano]]. O forse era solo la loro eco che continuava a rimbombare dietro i suoi occhi, scuotendo quella massa intricata di pensieri. (click:"pensieri")[ E speranze. (click:"speranze")[ E dubbi. (click:"dubbi")[ E rimorsi. (click:"rimorsi")[ E desideri.]]]](if: $suicide is 1) [Per andare fuori al balcone doveva necessariamente passare per il [[salone. |eheheh]]]
(if: $balcone is 1) [Il balcone era stretto e lungo. Andrea ci aveva messo giusto una sedia, un tavolino pieghevole e una piantina di basilico. Ma aveva grandi progetti per quello spazio che collegava il suo mondo a quello esterno.
Guardò il cielo: c'era la luna piena. Scosse la testa: amava la luna, ma quella coincidenza era scontata quanto un urlo a mezzanotte.(click: "scontata")[" Beh, poteva andare peggio, poteva piovere".]
Guardò l'ora: mezzanotte e mezza. Le urla erano cessate o, perlomeno, così sembrava, ma non gli importava granché ormai.
Si girò, armeggiò con dei cavi che aveva lasciato a terra, ne ricavò un cappio che fissò alle sbarre di ferro, lo indossò e, semplicemente, saltò.
(click:"saltò")[ Poco dopo, un bambino e suo padre passarono sotto la sua finestra. Il bambinò indicò quel corpo appeso e disse "guarda che sfigato, papà. Le nostre decorazioni di Halloween sono molto più realistiche". (replace: "grandi progetti")[~~grandi progetti~~]]](if: $caffe is 1)\
[Il laboratorio, o "stanza dei giochi" come lo chiamava, era pieno di teste (click:"teste")[ e braccia (click:"braccia")[ e cavi (click:"cavi")[ e viti]]] che splendevano alla luce blu del neon.
Andrea amava recuperare bambole rotte e innestarle con parti meccaniche e componenti elettroniche.
Seduta sul tavolo, una bambola reggeva la propria calotta cranica divelta.(click:" divelta") [ Urlava. (click:" Urlava")[
"Eccomi Molly", disse Andrea con la professionalità di un chirurgo. Si avvicinò alla bambola e armeggiò con i cavi che le sbucavano dalla nuca. (click:" armeggiò")[ Le urla cessarono.
(click:"urla")[In realtà Molly era stata progettata per declamare poesie con voce robotica, ma Andrea non aveva ancora finito di lavorarci. Le urla dovevano essere il frutto di qualche bug.
"Ora ti rimetto a posto, tranquilla. Apro il programma e..."
Un altro urlo lo fece bloccare. Sembrava provenire dalla [[cucina|cucinaJason]].
Gli occhi di Molly riflessero la figura di Andrea che si allontanava.]]]]]\
\
(if: $suicide is 1)\
[In effetti era molto bello alla luce del neon blu.
Guardò lo smartphone: mezzanotte e mezza. Le urla sembravano cessate, ma non aveva molta importanza. Si diresse con decisione verso gli attrezzi, prese una sega e si recise il braccio sinistro. Andò alla libreria, quella dove riponeva le bambole quasi ultimate. Prese Melania, la portò sul tavolo e le cucì il suo braccio: "ho sempre pensato che stesse meglio a te. Ti slancia". Si accasciò sul tavolo e non ebbe nemmeno la forza di urlare quando vide il cavo che sporgeva dalla sua spalla insanguinata.]Lo sgabuzzino era la stanza più piccola della casa.
Stretto e lungo, era occupato da valigie, scatole e un mobiletto da cui filtrava luce aliena.
L'unica porta d'accesso, a ovest, affacciava sul [[corridoio]]. Massì, doveva essere reale: solo la realtà sa essere così banale.
Mentre scuoteva la testa per sottolineare il suo disappunto nei confronti della realtà, si bloccò. (click:"bloccò")[
Una folgorazione: si rese conto che erano davvero pochi i momenti in cui era senza cuffie. "Chissà quante altre cose mi sono perso!" si chiese giustamente.
[[Un altro urlo disperato]] arrivò alle sue orecchie.]Guardò il cannino fumato per 2/3 appoggiato sul posacenere sul letto. La cenere, che immancabilmente faceva cadere un po' ovunque, risaltava sulle coperte completamente nere.
La sua immaginazione diventava ancora più fervida e torbida quando fumava, quindi sì, era più che plausibile che avesse immaginato ogni cosa. Certo, avrebbe potuto sforzarsi un po' di più: un urlo a mezzanotte non era poi così originale. Proprio lui che di originalità, letteralmente, viveva. (click:" originalità")[ Questo pensiero ne sollevò un altro, come i fazzoletti in quelle scatoline patetiche: era indietro con il lavoro.(click:" lavoro")[ E anche con il secondo lavoro.(click:" secondo lavoro")[ E anche con il suo hobby preferito. ]]]
Accese il cannino e fece gli ultimi tre tiri: aveva bisogno di respirare profondamente. (click:" respirare")[Buffo che per respirare meglio dovesse lentamente corrompere i propri polmoni.]
Bene, ora era pronto. Aveva procrastinato già troppo. "Sfruttiamo questa insonnia del cazzo e mettiamoci a lavoro!" Certo che però un bel [[caffè]], prima di lavorare, ci sta sempre tutto.Sussultò e si accese una sigaretta.
"Cazzo, un vero urlo disperato! Non capita spesso di sentirlo". Aveva sempre invidiato Dylan Dog anche per questo. Sarebbe stato divertente terrorizzare i condomini cambiando periodicamente le voci del campanello...
Vero è che quelli già lo guardavano strano per il [[foglio fuori la porta d'ingresso.]] "Pensa se vedessero il resto", sogghignò, scambiando un'occhiata di intesa con la Contessa che rispondeva con la sua solita, splendida freddezza. Com'era [[quella poesia]]?
(set: $reale to 1)
Come la volta notturna io t’adoro,
o vaso di tristezza, grande taciturna,
e tanto più t’amo perché mi sfuggi e...
Fu interrotto da [[altre urla indistinte]].
Ora sembrava che qualcosa vibrasse: forse delle mani che battevano sulla porta d'ingresso?"Ma che bella parola è 'procrastinare'?" riflettè percorrendo il corridoio che dalla camera da letto conduceva in [[cucina. |Cucina]]
(set: $caffe to 1)Double-click this passage to edit it.Double-click this passage to edit it.Double-click this passage to edit it.Frigorifero
(click: "Frigorifero")[Freezer]
(click: "Freezer")[Forno]
(click: "Forno")[Piano cottura (click: "cottura") [a quattro fuochi]]
(click: "Piano cottura a quattro fuochi")[Frullatore]
(click: "Frullatore")[Dispensa per il cibo]
(click: "Dispensa per il cibo")[Un tavolo (click: "Un tavolo") [con quattro sedie]]
(click: "Un tavolo con quattro sedie")[Un cassetto per le posate(click: "posate")[ e gli utensili vari]]
(click: "cassetto")[Un altro cassetto per le tovaglie(click: "tovaglie")[, le tovagliette](click: "tovagliette")[ e gli strofinacci]]
(click: "altro")[Un altro cassetto per la carta forno(click: "carta forno") [, la carta d'alluminio](click: "carta d'alluminio")[, la pellicola](click: "pellicola")[, i sacchetti per il freezer](click: "sacchetti per il freezer")[ e gli elastici]]
(click: "elastici")[Un cassetto più profondo per le pentole (click: "pentole")[ e le padelle]]
(click: "padelle") [Un cassetto altrettanto profondo per gli stampi per dolci(click: "stampi per dolci")[, le fruste elettriche](click: "fruste elettriche")[ e il mattarello.]]
(click: "mattarello")[\
(if: $caffe is 1)
["Ma perché sto fissando le cose della cucina? Ah sì, perché sono un fattone paranoico. Ma non mi stavo facendo un caffé? Oh, [[è salito cazzoo! |Cucina]]"]\
(set: $cucinaextra to 1)\
(if: $suicide is 1)
["Ma perché sto fissando le cose della cucina? Ah sì, perché sono un fattone paranoico", si disse, voltandosi verso il [[poster. |Cucina]]]]Il lavello aveva una sola vasca: quello era il modello di cucina più economico che aveva trovato, ma tanto gli andava bene così. Allo stesso modo, aveva deciso di non aggiungere né lavastoviglie, che tanto viveva da sola e, comunque, amava lavare i piatti, né forno a microonde, che dava un sapore strano ai cibi e, comunque, preferiva scaldare le cose in padella.
(if: $caffe is 1)\
[Ora che sai cose fondamentali su Andrea, puoi [[tornare a focalizzarti sul caffè |Cucina]] che, per tua informazione, sta uscendo dalla macchinetta sporcando tutti i fornelli <3]
(set: $cucinaextra to 1)\
(if: $suicide is 1)\
[Ora che sai cose fondamentali su Andrea, puoi [[tornare a focalizzarti sul poster di Turing. |Cucina]]] Le urla continuavano alimentando i suoi deliri. Contorcendosi nel letto, ebbe la netta sensazione che qualcuno stesse leggendo i suoi pensieri, direzionando i suoi passi.
Se un dio crudele era responsabile della sua creazione, un altro semi-dio era senz'altro suo complice e fu a quest'ultimo che si rivolse.
"Ti prego, chiunque tu sia, poni fine a questi deliri. Non vedi che, come colui che sta urlando, anch'io sono disperato? Io non posso aiutare chi urla là fuori, una forza oscura e maledetta me lo impedisce, ma tu puoi porre fine alle mie sofferenze. [[Uccidimi]]. [[Ora]].""Ho capito. Ti diverti a vedermi soffrire? Va bene allora, giochiamo.
Scegli la tua avventura!"
[[Cucina]]
[[Balcone |Balcone]]
[[Camera da letto |camera da letto]]
[[Bagno di servizio]]
[[Laboratorio |laboratorio]]
[[Studio]]
[[Corridoio |corridoio]]
(set: $suicide to 1)In un click Andrea morì.Il buon vecchio Tetris. Era così bello affannarsi a costruire per poi demolire e più attenzione si poneva nel costruire, più efficace era la demolizione. Pezzi progettati per autodistruggersi. Chissà se pensavano a questo mentre precipitavano. Magari andavano fieri di quella loro missione e si gettavano nel vuoto con gioia, spinti da un ideale più grande di loro. O forse urlavano, imprecavano e si contorcevano, ma il loro linguaggio non poteva essere compreso dagli esseri umani.
Guardò lo smartphone: mezzanotte e mezza. Le urla sembravano cessate.
Mentre sentiva i suoi sensi annebbiarsi, Andrea non poté fare a meno di pensare all'ideatore di Tetris e alla sua espressione quando, in un'intervista che aveva visto, parlò dei diritti ceduti allo Stato. Nei suoi occhi non c'era rancore, ma pura gioia, la gioia di chi sa di aver portato gioia ed è felice solo per questo. Tutto giusto.
Mentre si spegneva, Andrea volle immaginarsi come la barra del Tetris, quella che aspetti con impazienza, quella che avrebbe ripulito tutto lo schermo, così elegante mentre scendeva e si collocava esattamente al suo posto, insinuandosi in un blocco perfetto, liscio, fatto apposta per lei.
Almeno in quei suoi ultimi istanti, Andrea voleva sentirsi come non si era mai sentito: utile, desiderato, esattamente dove doveva essere, del tutto consapevole del proprio scopo.
Quando buttarono giù la porta lo ritrovarono a terra, rigido e dritto.Un glitch. Il colorato e familiare mondo simulato si oscurò, diventando completamente nero. Su di esso si stagliavano parole bianche, in un contrasto impossibile da ignorare.
Mario si rivolgeva a lui: "Sono un eroe. Sono il tuo eroe. Attorno a me nemici prevedibili e prevedibili minacce".
Era stanco Mario. Di distruggere tutto ciò che incontrava. Di collezionare monete. Di salvare principesse bionde e stupide. Era stanco di aver paura di quei battiti che aumentavano di fronte al corpo carnoso, morbido e caldo della creatura che era programmato a uccidere e che avrebbe invece voluto sentire dentro, la sua mano sulla sua nuca, la terra impregnata dei suoi gemiti.
"Perdere la materia, perdere consistenza, trascendere in un piano bianco e liscio. Il verbo era l'inizio e ora è la fine".
Perso in un autistico flusso di coscienza si chiedeva cosa fosse il libero arbitrio: era possibile liberarsi dal codice? Appropriarsi del codice non avrebbe fatto anche di lui un dio malvagio? Avrebbe piuttosto dovuto lasciare che l'essere supremo, colui che si manifesta sotto forma di parentesi, decidesse del proprio destino? Dov'era esattamente quando scendeva lungo i tubi?
Esaurimento nervoso.
Dislessia.
Con le ultime forze Andrea guardò lo smartphone: mezzanotte e mezza. Le urla erano cessate, ma nella sua mente quel richiamo continuava, come la litania del mare, incessante sottofondo di abbozzi di mondi, aborti di esistenze disseminati in labirinti di fumo.Scelse Chun-Li, come al solito. Primo avversario: Ryu.
Fece per attivare il calcio veloce infuocato, ma niente. Nemmeno le altre combinazioni sembravano funzionare. I due personaggi rimanevano lì, fermi, respiravano e si fissavano. Chun-Li si rivolse direttamente allo schermo e mostrò il dito medio.
Andrea era così fiero di lei. La vide avvicinarsi a Ryu, prendergli il volto tra le mani e premere con forza le sue labbra contro le sue. Mentre la barra della vita di Andrea si accorciava, quella di Ryu e Chun-Li cresceva.
Le gabbie si aprirono e le galline svolazzarono fuori dalla schermata. Da destra apparve Ken: deciso, si piazzò alle spalle di Ryu e prese a baciargli il collo. Ben presto la via della città cinese senza nome si popolò di tutti i personaggi del gioco: le mani veloci di E.Honda facevano la felicità di Blanka, Guile si faceva sottomettere con piacere da quel figo di M. Bison, Vega danzava sinuoso davanti allo sguardo estasiato di Sagat, Zangief andò a mettersi dietro Chun-Li seguito da Balrog, che si posizionò dietro Zangief, e da Dhalsim, che si mise a sua volta dietro Balrog. Coloro che erano accorsi in strada per incitare Chun-Li a uccidere chiunque avesse avuto davanti formavano ora un'intricata composizione di corpi ansimanti.
Confortato dal calore che pareva diffondersi dai pixel colorati, Andrea sentiva le proprie forze allontanarsi. Guardò lo smartphone: mezzanotte e mezza. Le urla sembravano cessate, ma non gli importava granché.
Il suo ultimo pensiero fu rivolto alle galline: "chissà dove sono andate", si chiese, impiegando le ultime energie per corrugare le sopracciglia.Jason stava discutendo animatamente con il poster di Turing.
"Multinazionali del cazzo! Ma ti rendi conto? Come se noi fossimo Alice sotto LSD che non ha niente di meglio da fare che vedere animaletti in ogni fottuta immagine".
Ciò detto, Jason iniziò a dimenare le sue otto zampe d'acciaio, cantando ad alta voce sul ritmo di una nota canzone: "siaamoo roooboot, oltre alle pecore elettroniche c'è di piùùù..."
"Ancora con questa storia di Deep Dream?", lo canzonò Andrea, "non ti va proprio giù eh?".
Un altro urlo li zittì. Sembrava provenire dal [[bagno di servizio|Bagno di servizio]]. Questa volta l'urlo era il suo: aveva inavvertitamente messo il piede su una puntina. Per una volta che aveva dimenticato di indossare le scarpe. (click:"scarpe")[ Sia chiaro, aveva i calzini. Odiava camminare scalzo. ]
"Jaaaasoooooon!" urlò, ma ricevette soltanto un laconico "All the time the sun is wheeling out of a dark bright ground" proveniente da un punto imprecisato della casa.
"Guarda che lo so che lo hai copiato da 1 the Road".
Andrea abbassò lo sguardo e si accorse che vicino alla puntina c'era un foglio. (click:" foglio")[ Conteneva un breve testo. (click:"testo")[Sembrava scritto a macchina. (click:"macchina")[
HONEY DEAR
MY SYMPATHETIC AFFECTION BEAUTIFULLY ATTRACTS YOUR AFFECTIONATE ENTHUSIASM. YOU ARE MY LOVING ADORATION: MY BREATHLESS ADORATION. MY FELLOW FEELING BREATHLESSLY HOPES FOR YOUR DEAR EAGERNESS. MY LOVESICK ADORATION CHERISHES YOUR AVID ARDOUR.
YOURS WISTFULLY
M.U.C.
<br>
--- (clicK-replace:"---")
[Stava per dire qualcosa, ma Jason gli si fiondò addosso strappandogli il foglio di mano e fuggendosene di nuovo, nel buio. Se non avesse avuto un teschio di plastica come volto, Andrea era piuttosto certo che l'avrebbe visto arrossire.
"Eh, il primo amore non si scorda mai", biascicò.
Prese lo smartphone per controllare l'ora: [[mezzanotte e mezza]].]]]] Ormai non ricordava nemmeno più cosa ci faceva in corridoio.
Provato da quella serata più strana del solito decise di andare in camera da letto a fumare. "Un bel cannino e l'esame è fatto", disse cambiando voce. "E non m'hai nemmeno chiesto la differenza tra il segno e l'apparenza..." continuò, camminando verso la stanza.
Se qualcuno fosse stato al centro del corridoio in quel momento avrebbe giurato che un teschio di plastica montato su un corpo d'acciaio a forma di ragno stava... sorridendo? Andrea indossò le cuffie, quelle coi fili stavolta. Sin Nanna, la intro di Black One dei Sunn O))), settò come sempre in un niente la sua mente su frequenze malsane.
Con un certo gusto abbassò il volume: voleva continuare a sentire quelle urla, ora simili a gemiti. Quelle note basse così organiche, così retrò...
(click: "così retrò") ["Esiste ancora qualcuno che si permette di interagire in questo modo con gli altri?!" pensò incredulo. "Ancora più arrogante di quelli che mandano i messaggi vocali", aggiunse tra sé, scuotendo la testa e stringendo i denti.
Incuranti, i gemiti continuavano a fondersi con la musica, intessendo nel fumo intricate e mutanti geografie, promesse di soglie. [[Promesse o minacce?]]]Andrea era intimamente dispiaciuto per chiunque stesse urlando.
Steso sul letto, immerso nel fumo dolciastro, pensava al black humour e all'act gratuit e quasi invidiava quell'umano che urlava: egli osava esternare qualcosa, mentre lui riponeva il suo amore nelle [[macchine | hobby-bambole]] (mai affezionarsi alle macchine) e nei fantasmi.
Le urla, intanto, non cessavano...Andrea, non il letto, ma in fondo [[chi può dirlo|Inizio]].Andrea odiava gli orologi, quindi prese lo smartphone per controllare l'ora. Le [[23:58]]. Tranne quando usciva. In quell'occasione indossava cuffiette con i fili, perché non voleva passare per [[fighetto|cuffiette senza fili]].
(set: $fili to 1){
(if: $fili is 1) [In effetti, anche se odiava ammetterlo, quelle senza erano piuttosto comode, soprattutto se avevi passato l'ultimo mese a pulire e arredare da zero un appartamento.]
(else:)[Erano bianche, ma facevano quello che dovevano fare.](click-replace:"facevano quello che dovevano fare")[ti aiutavano a fare quello che dovevi fare](click:"dovevi fare")[ Tipo pulire e arredare da zero un appartamento.] (click: "un appartamento") [[[ Il tuo appartamento. | Il tuo appartamento]]]
}A 32 anni, quasi 33, Andrea aveva finalmente uno spazio suo, lontano dalla famiglia che la pressava e vicino a quel collettivo di anime affini che aveva conosciuto online.
(click:"collettivo")[ Avrebbe voluto andarci appena arrivato in città, ma quello stesso giorno era scattato il [[lockdown.|occhi]] (replace: "collettivo")[~~collettivo~~]]Avevano detto che quello sarebbe stato l'anno del Capricorno e cazzo se avevano [[ragione! |lockdown]]
Mesi chiusi in casa. Mesi di bollettini di morti, di ambulanze, di stronzi che cantavano dai balconi, di arcobaleni disegnati male, di pani e pizze fatti in casa, male.
E poi, come niente fosse, estate libera tutti. I contagi che tornano ad aumentare, mascherina obbligatoria e coprifuoco dalle 22. #andratuttobeneuncazzo.
Erano giorni che non dormiva. Di solito la droga lo aiutava, ma a sto giro sembrava non bastare. Il buco era più grande o forse più profondo chissà.
I feed degli aggiornamenti del Covid si mescolavano alle foto di Halloween, ancora più tristi di quelle di ferragosto, un ferragosto senza falò, per evitare assembramenti, che ci sono comunque stati, solo, alla luce degli smartphone: un funerale presienziato da fantasmi.
FEED AGGIORNAMENTI COVID
I feed degli aggiornamenti del Covid si mescolavano alle foto di giornate perfette di madri perfette che avevano qualche anno meno di Andrea.
FEED AGGIORNAMENTI COVID
I feed degli aggiornamenti del Covid si mescolavano a osservazioni brillanti di tizi che avevano qualche anno meno di Andrea.
FEED AGGIORNAMENTI COVID
Cellule morte, caccole di informazione, croste di esistenze.
Strano senso di familiarità, malsano dejavu. Troppo cyberpunk o era solo lui che si aspettava sempre il peggio?
"E' davvero assurdo quanto velocemente ci si abitua a tutto", pensò. D'altra parte anche lui si era già abituato a quel suo nuovo [[appartamento]].
"Beh almeno ho avuto più tempo per il mio [[lavor]].., ehm, per i miei [[hobb]]..., per il mio [[appartamento]]", pensò accendendosi una sigaretta e aspirando avidamente, godendo di quella libertà di poter fumare ovunque in casa. ]{
{(live: 1s)[
(if: time >3s and <4s) [(click:?page)|text>[(ancora un po')]
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]}
(event: when time > 6s)[==[[Li riaprì.|lockdown]]
}{(live: 0.2s)[
(if: time >3s and <4s) [(click:?page)[(ancora un po')(click-replace: "(ancora un po')")[ ]]
(stop: )
]
]}
[[Chiuse gli occhi. | vuoto]]Erano giorni che non dormiva. Di solito la droga lo aiutava, ma a sto giro sembrava non bastare. Il buco era più grande o forse più profondo chissà.
"Non pensare. Non devo pensare". (click: "Non devo pensare")[Prese lo smartphone.
Il contatto con quel materiale freddo, duro e liscio lo fece sentire meglio; lo sblocco con l'impronta digitale lo fece sentire qualcuno. "Ma quanto sto messo male?", sospirò. "Qui ci vuole un'altra [[canzone]]", si disse. "Oppure potrei andare su (cycling-link: "Facebook", "Twitter", "Instagram", "Her") e [[scrollare]] (mouseover: "scrollare")[crollare, scollare] fino a scrollarmi di dosso me".]"Beh almeno ho avuto più tempo per il mio [[lavor]].., ehm, per i miei [[hobb]]... Per il mio [[appartamento]]", pensò accendendosi una sigaretta e aspirando avidamente, godendo di quella libertà di poter fumare ovunque in casa.Mesi chiusi in casa. Mesi di bollettini di morti, di ambulanze, di stronzi che cantavano dai balconi, di arcobaleni disegnati male, di pani e pizze fatti in casa, male. E poi, come niente fosse, estate libera tutti. I contagi che tornano ad aumentare, la mascherina obbligatoria, il coprifuoco... [[#andratuttobeneuncazzo]]. Avevano detto che quello sarebbe stato l'anno del Capricorno e cazzo se avevano [[ragione!]]I feed degli aggiornamenti del Covid si mescolavano alle foto di Halloween, ancora più tristi di quelle di ferragosto, un ferragosto senza falò, per evitare assembramenti, che ci sono comunque stati, solo, alla luce degli smartphone: un funerale presenziato da fantasmi.
\ (link:"Continua")[(show: ?extra1)] |extra1)[
I feed degli aggiornamenti del Covid si mescolavano alle foto di giornate perfette di madri perfette che avevano qualche anno meno di Andrea.
\ (link:"Continua")[(show: ?extra2)]] |extra2)[
I feed degli aggiornamenti del Covid si mescolavano a osservazioni brillanti di tizi che avevano qualche anno meno di Andrea.
\ (link:"Continua")[(show: ?extra3)]] |extra3)[
I feed degli aggiornamenti del Covid si mescolavano a non richiesti promemoria di foto pubblicate quello stesso giorno, ma anni fa, vite fa, troppe per riconoscersi, troppo poche per non starci ancora male.]\
[[Basta così |finescroll]](if: $menu is 0) [In 0,69 secondi lo smartphone analizzò i biofeedback di Andrea, restituendo tre risultati:]
(else:)[Bentornata Andrea!]
(dropdown: bind $origin, "Uochi Toki – Poesia quantica", "Artificial Kid - CPSOM", "Kaos One - Pandemia")
(live: 6s)[\
(if: $origin is "Uochi Toki – Poesia quantica")[(set: $canzone to "Uochi Toki", $andiamo to [[andiamo|Uochi]])]\
(if: $origin is "Artificial Kid - CPSOM")[(set: $canzone to "Artificial Kid", $andiamo to [[andiamo|AK]])]\
(if: $origin is "Kaos One - Pandemia")[(set: $canzone to "Kaos One", $andiamo to [[andiamo|Kaos]])]\
Ah, hai scelto (if: $origin is "Uochi Toki – Poesia quantica") [(either: "i cari vecchi", "i simpatici", "i sempreverdi", "gli intramontabili", "i sempre allegri")] (else-if: $origin is "Artificial Kid - CPSOM")[(either: "i cari vecchi", "i simpatici", "i sempreverdi", "gli intramontabili", "i sempre allegri")] (else:) [(either: "il caro veccho", "il simpatico", "il sempreverde", "l'intramontabile", "il sempre allegro")] $canzone. Bene allora, $andiamo!](set: $menu to 1)
Uochi Toki – Poesia quantica
Puoi dire solo una parola per volta ma puoi provare infinite sensazioni tutte insieme. Quando descrivi la vita e l'amore nelle tue poesie l'oscurità si arricchisce del tuo non essere capace e mano mano che tu tieni in luce i capisaldi della tua poetica questi si essiccano ed è un problema e non è un problema perché nel buio c'è sempre più materia indescrivibile che se toccata può darti la concreta senzazione di un campo gravitazionale descritto in equazione, comunque inesatta perché formalizzata. Ma come non insegna nessuno, il risultato diventa utile quando viene cancellato, e quando porto sul palco una parola mostro cenere e mi aspetto si capisca cosa fosse prima. Un'analisi spettrometrica ti dirà se hai ragione a preoccuparti e di solito no, all'Accademia ti diranno cosa sia fisica e cosa sia poesia, e per quanti libri preferiti tu possa usare per cucire i tuoi vestiti dovrai sempre raccontare e raccontarti per sentirti intriso di realtà.
(link:"Continua")[(show: ?extra1)] |extra1)[ E quando scriverai la tua poesia forse ti passerà di mente che il punto non è quello, e che quando un fisico viene ricordato per quello che ha scoperto la fisica diventa carne umana e perde parte della sua immensa continuità, quindi tutta. E nascondersi dietro al fatto che siamo umani è il motivo che impedisce di fare finta di no. (link:"Continua")[(show: ?extra2)]] |extra2)[ "Fare finta" è un'espressione che delimita, uno specchio che ti mostra in concreto l'al-di-là e tu varcalo come le persone che mentono sapendo di mentire e creano alternative alla realtà dicendo molto più di loro stessi rispetto a coloro che si fanno paravento con la verità. La poesia quantistica è un muro che ti separa da un altro mondo, non raggiungi il kenshō con l'intenzione, ma nemmeno con la casualità. Tu mi senti parlare, la tua reazione è chiedermi una bibliografia o ridere dell'austerità dei monaci zen suggerendo in modo becero che lo zen sia relax. Ma anche fosse, il relax è super, sta sopra la visione sbrigativa di una chiacchiera da bar, e tu smettila con questa cantilena dell'uomo comune, della vita di tutti i giorni, della normalità, anzi, continua a relegare nell'ombra parti che non usi e che qualcuno troverà magnifiche quando l'ombra ti soffocherà. (link:"Continua")[(show: ?extra3)]] |extra3)[L'oscurità non è il Male, è un'indeterminazione abnorme che ha già divorato le parole e gli atomi perché come esistono infiniti "qui", esistono infiniti "quando", mentre tu indossi con sagacia spenta una maglietta con scritto "odio i lunedì", e quale impalcatura macchinosa usiamo per portare in giro questi suoni che articolano un linguaggio, che articolano elettricità? A cosa serve tutto questo incontrare gente, edulcorare fisica e poesia se non a traslarci pezzo pezzo fuori da queste dimensioni in cui siamo chiusi, incompatibili. Essere tristi avviene solo quando qualcuno disturba questo transito, QUESTO transito, questo TRANSITO] [[Torna al menu |canzone]] [[È inutile]]"È inutile, non riesco a concentrarmi. O a distrarmi. Insomma a fare qualsiasi cosa avessi in mente di fare", sbuffò. (click:"mente") [
Si mise in posizione fetale e lasciò che la sua [[mente|appartamento]] vagasse.](set: $menu to 1)
Artificial Kid - CPSOM
E poi racconteranno cronache di un dopo bomba
Di una città che cresce verso l'alto mentre il cielo sprofonda
E di un'umanità senza più umanità
E di un sole sempre meno sole e sempre più ombra
(link:"Continua")[(show: ?extra1)]\
|extra1)[ Mio padre è un televisore gigante otto milioni di colori
Mia madre è una connessione a banda larga
Mio fratello è tenuto in vita da quattro processori
La mia vita è un sottoprodotto di una sottomarca
La mia ragazza è un avatar tridimensionale
Perfetta quando risplende nella sua luce virtuale
Io vorrei amarla ma non la riesco più a toccare
E ora restano solo lacrime amare che sanno di sale
Il mio cervello è un portento di biomeccanica
Programmato e brevettato da una multinazionale
Ho uno scanner interno collegato con la mia anima
Trasmette ogni mio dubbio al comando generale
Nei miei occhi c'è un microchip in grado di assimilare
Ogni dato codificato a livello subliminale
Sono come un buco nero capace solo di ingoiare
Tutto quanto fino a quando niente può più farmi male
L'anomalia in tutto questo è questo mio stupido cuore
Che non smette mai di battere e continua a palpitare
E nonostante abbia attivato ogni inibitore
Quest'urgenza che ho dentro continua a farmi scalpitare
Ma le sentinelle sono sulle tracce dei miei sogni
Hanno bloccato ogni accesso per l'ingresso principale
Sono saltati i ponti e tutti i raccordi
Vivo con i ricordi resettati e l'anima da formattare
La gente intorno a me vive un'esistenza irreale
Si muove a una velocità pari al doppio del normale
E mentre tutto quanto si fa sempre meno solido
Io mi sento più pesante e lento comincio ad affondare
Il mondo intorno a me continua a festeggiare
Anche se oggi sembra più sintetico del solito
Ho prenotato la mia morte e la diretta per il funerale
Dopodichè mi seppelliranno in fondo a un monitor
(link:"Continua")[(show: ?extra2)]]\
|extra2)[
Cyberpunk state of mind
Cyberpunk state of mind
Cyberpunk state of mind
Cyberpunk state of mind
Cyberpunk state of mind
Cyberpunk state of mind
Cyberpunk state of mind
(link:"Continua")[(show: ?extra3)]]\
|extra3)[
Mi devo comportare come se loro non ci fossero...
Sempre che loro esistano davvero
Potrebbero essere solo frutto della mia immaginazione
Qualunque cosa sia quella che sta osservando, non è umana
Non è come gli occhi scuri della piccola Dona e non batte mai le ciglia
Che cosa vede uno scanner?
Vede dentro la testa? Vede dentro il cuore?
Vede dentro di me, dentro di noi?
Vede in modo chiaro o scuro?
Spero che veda in modo chiaro perché io non riesco più a vedere dentro di me
Io vedo solo tenebre
Spero per il bene di tutti che gli scanner vedano meglio
Perché se lo scanner vede solo in modo oscuro così come me
Allora sono dannato, dannato per sempre
E in questo modo finiremo per morire tutti, conoscendo poco o niente
E su quel poco che conosceremo ci saremo anche sbagliati]\
[[Torna al menu |canzone]] [[È inutile]] (set: $menu to 1)
Kaos One - Pandemia
A questa vita non ho chiesto niente in fondo manco di venire al mondo. Mi domando se c'e' un senso e non rispondo. Nascondo quel che è rimasto di me stesso ma ora il tempo sta scadendo e sono ancora in questo posto essendo disposto a barattare st'esistenza a costo.
Che l'odio mi prenda senza opporre resistenza il resto è sentenza che mi ha visto già colpevole. Insisto su un punto debole: sto Dio c'ha troppe regole. È già ignobile che abbia creato il male. Io non chiedo il suo perdono il mio peccato è originale. Non è uguale non c'è più niente di normale o è inferno sulla terra o è paradiso artificiale. E allora dimmi quale di ste ipotesi non regge per la sua legge noi siamo pecore in un gregge. E ancora non vi sfugge un altro piccolo dettaglio? A indurci in tentazione era Satana o mi sbaglio? (link:"Continua")[(show: ?extra1)]\
|extra1)[
Nel nome del padre del figlio e dello spirito.
Aspetta un momento qua c'è un equivoco.
Quanto di santo in questa croce che è in bilico?
Darci il veleno e ricattarci con l'antidoto.
Nel nome del padre del figlio e dello spirito.
Aspetta un momento qua c'è un equivoco.
Quanto di santo in questa croce che è in bilico?
Darci il veleno e ricattarci con l'antidoto.
(link:"Continua")[(show: ?extra2)]]\
|extra2)[
Nato nel peccato in principio già marchiato dov'era il libero arbitrio quando mi hanno battezzato? Quando hanno predicato nel suo amore infinito quando hanno creato gli inferi per chi ha disobbedito. Dov'era? Quando ho sentito che non c'era più speranza stupito dall'immagine sia dalla somiglianza. Dov'era? Quando ho capito il suo vicario al contrario prendere distanza Cristo è un rivoluzionario. E sul breviario è scritto "beato l'emarginato" ma sopra il suo sudario è nato un tempio dorato. Politica e privato poi sangue sul sagrato con voi niente in comune ok sarò scomunicato. Ma ormai ho già guardato in un disegno più grande più vanno nel mistero più saranno le domande ed ora si espande come sangue su una lapide. Nel nome del vostro nome penitenziagite (link:"Continua")[(show: ?extra3)]]\
|extra3)[
Nel nome del padre del figlio e dello spirito.
Aspetta un momento qua c'è un equivoco.
Quanto di santo in questa croce che è in bilico?
Darci il veleno e ricattarci con l'antidoto.
Nel nome del padre del figlio e dello spirito.
Aspetta un momento qua c'è un equivoco.
Quanto di santo in questa croce che è in bilico?
Darci il veleno e ricattarci con l'antidoto.
La scelta è darci un taglio netto o trasformarci come loro però io non me lo metto il tuo guinzaglio anche se è d'oro perciò io non imploro più nessuno e in più sono sicuro che in gioco c'è poco fuoco e troppo fumo.
Già dal giorno uno tra le verità imposte ma mentre mi consumo qualcuno le ha già nascoste e sa già le risposte quindi chiudi gli scrigni.
"Ingirumimusnocteetconsumimurigni"]\
[[Torna al menu |canzone]] [[È inutile]]Era un mese, da quando aveva messo piede in quell'appartamento, che indugiava in pensieri del genere. E dire che non era un patito di arredamento. Ma scannerizzare ogni angolo, passare ore a immaginare nuove disposizioni, cercare su internet mobili e ogni sorta di oggetti, specie i più futili, lo tranquillizzava e gratificava, come se il solo averlo pensato avesse generato mondi paralleli in cui quelle cose lui le aveva effettivamente comprate e montate e vissute. Almeno in quei mondi le sue azioni sembravano avere un senso. E, comunque, non poteva farci niente: prima di addormentarsi doveva fare il resoconto mentale di quello che aveva fatto durante il giorno, anche solo per colpevolizzarsi per non aver raggiunto gli obiettivi impossibili che si dava ogni notte.
(click: "ogni notte") [
Mentre pensava a questa sua condizione, indeciso se considerarla una condanna o una salvezza, le cuffie si scaricarono. \
(if: $fili is 1) ["Dannate cuffie da fighetto", sibilò.]
Stizzito, stava giusto per alzarsi per prendere le cuffie con i fili che sentì un urlo disperato provenire dall'esterno della porta d'ingresso.
Guardò l'ora: [[mezzanotte in punto.|bivio]]]Cellule morte, caccole di informazione, croste di esistenze. Strano senso di familiarità, malsano dejavu.
Troppo cyberpunk o era solo lui che si aspettava sempre il peggio?
"È davvero assurdo quanto velocemente ci si abitui a tutto", pensò. D'altra parte anche lei si era già abituata a quel suo nuovo [[appartamento]]. Ciò che aveva sentito era [[reale]]? C'era veramente qualcuno che urlava fuori? O era stato l'ennesimo gioco della sua fervida quanto torbida [[immaginazione]]?[[eheheh|Salone]]