[Pubblichiamo un estratto di Magia nera. Il fascino pericoloso della tecnologia di Carlo Carboni, appena uscito per i tipi della Luiss Univeristy Press. Ringraziamo l’autore e l’editore per la gentile concessione.]
Classi sociali in soffitta nella società tecnologica*
In questi quarant’anni passati da sociologo, la società delle classi sociali si è stratificata, poi frammentata fino a disperdersi in incerti percorsi identitari individuali. La società è apparsa sfocata nel lungo intermezzo di confronto tra “strutturalisti” (individuo nella gabbia istituzionale) e “costruttivisti” (soggettivismo nell’ambito simbolico sociale). La sistemazione teorica di tale confronto, la teoria della dualità della struttura (Anthony Giddens), appare per certi versi adeguata a leggere la società di oggi, in cui i fenomeni sociali si manifestano come costruzione del modo di pensare e di agire degli individui, ma nell’ambito di una struttura obbligata… Per altri versi, nella società tecnologica, la dualità della struttura ha il limite di ridurre la tecnologia a una matrice deterministica di modelli d’azione sociale.
Si è indebolito il senso di appartenenza individuale al collettivo: sta evaporando nel nuovo mondo del web, nel senso di connessione virtuale con “gli altri”… In questo scenario, l’individuo perde la capacità di apprendere dall’altro e dal mondo sociale e la sua immaginazione trasloca nella nuova dimensione in cui il confine tra reale e virtuale diventa sempre più sottile fino alla fusione dei due mondi. La società diviene una matassa di percezioni e reti semiotiche interne a un ambiente tecnologicamente costruito.
Il senso di connessione, per cui siamo aperti a tutti, prevale sul rapporto comunicativo in presenza: ore di connessione quotidiana al cellulare, al computer, in una molteplicità di luoghi e non luoghi. La connessione diventa indispensabile: non ne potremmo fare a meno, se non al prezzo di cadere in un’ansia da spaesamento come chi è fuori controllo operativo. È l’ansia di non disporre del controllo che testimonia la forza persuasiva dei poteri tecnologici di regolazione e sorveglianza nella società mondo.
I grandi aggregati tecno-economici di libertà e sorveglianza hanno segnato questa grande mutazione di pelle della società, sospinta dal desiderio dell’individuo di esplorare il nuovo modo creato dalle tecnologie della comunicazione. Questo primo ventennio di secolo ha inoltre messo le ali a nuovi colossi economico-finanziari, come Apple, Google, Amazon, Microsoft, Facebook, che hanno reso la rete la propria piattaforma, in cui l’esplorazione viene veicolata, indirizzata, registrata a fini commerciali, come anticipo, della realtà aumentata che ci attende (Jaron Lanier 2013). La società diventa accessoria alla tecno-economia.
Le tecnologie hanno contribuito a destrutturare – a rendere liquida, nei termini baumaniani – la società, mettendo in secondo piano la sua concreta morfologia (l’articolazione socioeconomica) e la sua civicness (il suo spessore morale per Durkheim), la società della cittadinanza attiva e competente. Il legame individuale appare più inclusivo di quello di gruppo e di classe sociale. La stessa Rete delle reti, come sottolinea Howard Rheingold, si basa su network a piccolo mondo, denotato da legami individuali. Si sono indeboliti classi e gruppi sociali, ma anche i diritti di cittadinanza hanno ripreso il ritmo della loro ordinaria e ambigua applicazione… Continua a rafforzarsi la dimensione tecnologica del sociale, come aspetto distintivo di una nuova epoca sociale di individualità multidimensionali. La socializzazione dell’individuo ha ora come motore principale la rete e non più il gruppo (L. Ranie & B. Wellman 2012).
Manuel Castells l’ha chiamata network society, nel cui ambito emergono nuove reti sociali che, avvalendosi di nuove tecnologie, stanno ricostruendo la società civile sullo scenario globale e su quelli locali, come del resto l’individuo interconnesso e le comunità virtuali stanno riscrivendo socialità e socializzazione.
Tuttavia, per Castells la tecnologia è uno strumento a disposizione delle reti sociali che mettono in discussione le vecchie forme di potere elitario. Al contrario, la tecnologia digitale rappresenta qualcosa in più di uno strumento per la società. Sta fondendosi, a volte sostituendosi, gradatamente a relazioni in presenza, faccia a faccia. Sollecita l’immaginazione sociale di un’ambientazione virtuale-immateriale prossima futura, legittima la bontà del sistema con i suoi progressi incrementali e combinatori. Relazioni sociali e percorsi identitari sono sempre più contestualizzati in ambienti tecnologici. Le NT sono ormai radicate nelle dimensioni culturali, produttive e finanziarie, educative, politiche. La morfologia della società tecnologica è fatta soprattutto di reti individuali di gruppi sempre in ascolto grazie al senso di connessione, il nuovo istinto che ci porta a essere presunti protagonisti delle reti della nuova meta-realtà. Mentre sembra che ci si spalanchi il romanzo della vita individuale senza un “binario fisso”, la globalizzazione economica – di merci, mezzi, uomini – e le NT stanno costruendo la società mondo come convergenza delle fenomenologie e delle configurazioni sociali, soprattutto nelle società più sviluppate. La distinzione formulata da Castells tra sistema mondo e mondo della vita, al contrario, oggi diventa fusione di questi due ambiti nella società mondo, poiché le NT marginalizzano unicità e specificità dei luoghi mediante una spettacolare crescita di urbanizzazione, commercio internazionale, turismo, ecc. Anche quel che Castells sosteneva riguardo la capacità della società di rete di costruire sintesi culturali stabili, appare sfumato nella frustrazione, nella ri-tribalizzazione in piccoli gruppi, nello smarrimento popolare diffuso in Occidente.
* Dal cap. 3 Tecnologie e costruzione sociale, pp.79-81.
Bibliografia
Jaron Lanier, La dignità ai tempi di Internet, Milano, Il Saggiatore, 2013
Lee Rainie, Barry Wellman, Networked. Il nuovo sistema operativo sociale, Guerini Scientifica, Milano 2012
di Carlo Carboni