C’è il mare a Berlino? di Manuel Crispo ⥀ Passaggi

Passaggi, la rubrica di Argo dedicata all’esplorazione della prosa breve, ospita oggi C’è il mare a Berlino?, un testo di Manuel Crispo illustrato da Marta Goldin. L’editoriale della rubrica può essere letto qui

Illustrazione in copertina di Marta Goldin, Legame, 2017.

 



 

Ti regalerò un abisso.
Roberto Bolaño

 

Sembrava notte, ma forse era soltanto sera. Erano gli ultimi giorni del 1986. Xin Chao scese dal treno infagottato in un cappotto che ne celava quasi del tutto i lineamenti. Sentiva la mancanza di una cosa che non esiste. Sulla banchina il Commissario per gli Affari Tedeschi lo abbracciò a lungo e gli fece scivolare in tasca, non senza una palpabile esitazione, una fiala di cianuro di potassio per ogni evenienza. Dicevano che regalasse una morte quasi indolore.
La loro conversazione fu breve e si svolse per lo più in codice. Il Commissario gli augurava buona fortuna; lo scienziato cinese dichiarava che la fortuna è solo il modo che hanno trovato gli uomini per giustificare il proprio fallimento. La sua sicurezza, in gran parte simulata, non impressionò il funzionario, che aveva visto cadere uomini molto migliori di lui.
Quando si salutarono il cinese si ritrovò sperduto in una terra straniera. Camminando verso l’albergo si rese conto di non poter fare a meno di osservare i piedi dei passanti, le loro scarpe. Avrebbe voluto toccarle, diventare lui stesso quelle scarpe, e che quei piedi tutti diversi entrassero in lui, la sua pelle si sarebbe adattata alla loro pelle fino alla prossima invasione.
L’albergo si chiamava Continental ed era gestito da una vecchia zoppa e dalle sue tre figlie, tutte disposte a riscaldare il letto di Xin Chao. Il giovane cinese chiese per cena una zuppa di latte e del pesce bollito. Sotto la camicia aveva nascosto la formula di una sostanza rivoluzionaria.
Mentre si spogliava, la più giovane delle tre figlie lo raggiunse in camera. Gloria baciava come baciano le puttane dell’estrema periferia russa, con distacco e professionalità. Dell’amore non c’è nulla da dire. Mentre aspettava che la ragazza si rivestisse, Xin Chao si versò un bicchier d’acqua e si mise nudo alla finestra. Il mare era nero come il cielo. Lontano, una montagna straziava le nuvole.
«Vorrei essere te, e vivere i tuoi giorni», gli disse Gloria.
«E io vorrei essere te», le disse lui senza guardarla. Il rumore dei suoi piedi nudi sul pavimento gli ricordò una bambina che aveva molto amato.
Xin Chao restò alla finestra fino a sentirsi le gambe molli, scarsamente consapevole del freddo e del proprio corpo indolenzito. Voleva lavarsi ma non osava affrontare il corridoio e il bagno gelido e impersonale.
L’alba giunse fin troppo in fretta. La cena non era mai arrivata ma lui non sentiva né fame né sete, solo una sensazione per la quale non esistono parole. Prese la formula, la strappò, e si preparò a fuggire.
Sembrava giorno, ma forse era soltanto mattina. Sentiva la mancanza di una cosa che non esiste.

 

 

 


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Manuel Crispo
Marta Goldin, Legame, 2017.