Mi descrivo di Edoardo Occhionero ⥀ Passaggi
Su Passaggi, la rubrica di Argo dedicata alla prosa breve, un testo di Edoardo Occhionero dal titolo Mi descrivo, con un’immagine di Andrea Capodimonte. L’editoriale della rubrica può essere letto qui
Sintografia in copertina di Andrea Capodimonte, 2024.
Mi chiamo Mattia e ho undici anni e mezzo. Di altezza sono uno e cinquantasei. Ho i capelli castano chiaro. Il mio naso è piccolo. Due occhi verdi mi definiscono il mio viso insieme a qualche lentiggine. Sono magrolino ma ho le caviglie spesse. Mi vesto semplice jeans e felpa qualche volta camicia a righe e maglioni che erano di mio fratello più grande.
Mi definisco piuttosto timido perché non ho tanti amici e sto da solo spesso. In generale mi piace stare con la mia famiglia e il cane e sono un tipo tranquillo. Quando ero più piccolo immaginavo che anche a me veniva il cancro perché è venuto alla nonna e poi è morta. Però io anche se mi viene il cancro sono capace di guarirlo credo. Ogni tanto esco per mangiare il gelato in paese e mi fermo a guardare in giro come gli alberi e le macchine che passano via. Mi piace guardare le targhe e indovinare gli anni di immatricolazione tipo CN è 2004.
A scuola mi prendono in giro ma non dovrei scriverlo. Dicono che sono lento a correre e negli spogliatoi mi lanciano i vestiti e dicono «ti piace il pisello a te Mattia». Ma non è vero non mi piace. Non so neanche se mi piace cosa ne so io che ho undici anni e mezzo.
In vacanza andiamo al mare in Liguria o al lago che mio nonno ha la casa a Gravedona dopo Como. Mi piace pescare e quando mi metto con la canna fissa e guardo il galleggiante penso vai giù stupido galleggiante. Qualche volta funziona e riesco a tirare su anche qualche cavedano bello grosso.
Il mio cane si chiama Jolly e è un cane bastardino di nove anni è vecchierello e non vuole più giocare tanto come prima. Mia mamma si chiama Anita e ha trentotto anni io ho gli occhi verdi come i suoi. Però è bionda e mio papà moro e si chiama Giovanni. Mio fratello Andrea va al liceo scientifico. Anche io farò il liceo scientifico ma non ho ancora deciso. La mamma mi ripete «se non vuoi non farlo devi saperlo tu». Io che cosa è che non so? Dipende mi sembra di sapere alcune cose ma mi tormentano. Da grande voglio fare il «desainer» di auto.
Di domenica andiamo in chiesa e il mercoledì mi portano al catechismo io mi annoio ma faccio finta che sono cose che mi interessano. Per la prima comunione mi hanno regalato una macchina fotografica digitale e tante buste coi soldi. Nel bigliettino c’era scritto «siamo conteti da i tuoi nonni». Questo qui sono io che mi descrivo e ogni tanto parlo anche della mia famiglia.
Chi volesse proporre prose brevi e illustrazioni per la rubrica, può inviarle a questo indirizzo email: RubricaPassaggi@argonline.it


Edoardo Occhionero
Edoardo Occhionero (Carate Brianza, 1997) è laureato in Traduzione presso l’Università degli Studi di Torino con una tesi sulla poesia giapponese contemporanea a verso libero e su una proposta traduttiva di Takahashi Mutsuo. Attualmente è iscritto al Dottorato di ricerca in Digital Humanities presso la medesima università. Suoi scritti sono comparsi online su vari lit-blog. Alcune poesie in giapponese sono state pubblicate su “Mi’Te” e in diversi numeri di “Inkarepoetori”, rivista interuniversitaria che raccoglie i contributi dei principali atenei giapponesi. È autore della raccolta "La casa e tutt’intorno" (Arcipelago itaca, 2024).