Occupare la scuola-gabbia ⥀ OSA organizza il conflitto studentesco

Da una decina di giorni i collettivi studenteschi stanno occupando le scuole di Bologna. Per comprendere le ragioni di queste occupazioni, leggiamo qui il comunicato del collettivo OSA (Opposizione Studentesca d’Alternativa)

 


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I collettivi studenteschi, da una decina di giorni, stanno occupando le scuole di Bologna, in particolare l’IPSAS Aldrovandi Rubbiani, i licei Minghetti, Sabin e Copernico. La Camera del Lavoro Metropolitana di Bologna ha espresso sostegno e vicinanza alle istanze delle studentesse e degli studenti in occupazione, perché, scrive la CGIL, «è sacrosanta la richiesta da parte degli studenti di una scuola che torni a rimetterli al centro di un percorso di studi che deve formare cittadine e cittadini del domani e non mera forza lavoro per il sistema produttivo del Paese, di una scuola che non si chiuda in logiche competitive, “meritevoli” e al servizio del mercato. Una scuola su cui lo Stato deve investire anziché destinare quei soldi in armamenti e spese militari». Arriveranno anche le adesioni di Cobas Scuola e degli altri sindacati di base (se ci sono sfuggite o non sono ancora pervenute, possono essere segnalate nei commenti).

Per comprendere le motivazioni alla base di queste occupazioni, leggiamo quanto scrive il collettivo OSA (Opposizione Studentesca d’Alternativa) nel suo comunicato: «A fronte del nuovo ciclo di occupazioni avvenute a Bologna, varie sono le tematiche affrontate dagli studenti in occupazione che criticano sia il modello complessivo della scuola-gabbia, ma anche il Governo Meloni e la conseguente legittimazione dei fascisti.

SCUOLA-GABBIA

La scuola che noi studenti viviamo tutti i giorni è un riflesso di un modello produttivo capitalista. L’aziendalizzazione della scuola è fondamentale nella costruzione della scuola europea, e si manifesta nei presidi-sceriffo che assumono sempre più potere all’interno delle scuole, nell’utilizzo di termini del lessico aziendale, e soprattutto nella divisione tra licei del centro, di serie A, e istituti tecnici e professionali nelle periferie, di serie B. Anche attraverso l’autonomia differenziata, portata avanti specialmente dal centrosinistra, il divario tra licei e istituti aumenta sempre di più.
Conseguenza diretta dell’aziendalizzazione della scuola è l’entrata dei privati direttamente nella scuola che rende gli studenti forza lavoro gratuita per le aziende private attraverso i percorsi di PCTO che già hanno ucciso Lorenzo, Giuseppe e Giuliano. La scuola perde perciò la funzione emancipatoria che aveva ottenuto dopo anni di lotte sociali, e diventa uno strumento di selezione e stagnamento tra classi. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito rappresenta proprio un tassello nella costruzione della scuola delle direttive dell’Unione Europea.
Lo stesso insegnamento delle competenze, conoscenze trasversali applicate a un mondo del lavoro in continua precarizzazione, non ci abitua a un pensiero critico, bensì a un futuro in cui bisogna essere duttili alle esigenze dei privati.
Le politiche degli ultimi decenni hanno portato la scuola ad essere sempre di più un luogo di martellamento ideologico dove la retorica che riflette perfettamente l’imbarbarimento sociale a cui stiamo assistendo è che nella vita chi non ce l’ha fatta non si è impegnato abbastanza, volutamente trascurando che la maggioranza delle persone parte da condizioni socio-economiche svantaggiate e vede una profonda crisi di prospettive davanti a sé.

Per non parlare poi della risposta che ci sentiamo restituire ogni volta che solleviamo un problema, ovvero che non ci sono i fondi necessari per sistemarlo. Non c’è da stupirsi visto che dalle destre al centrosinistra hanno preferito tagliare i fondi alla scuola per inserirli nell’invio di armi che altro non fa che alimentare la guerra della NATO. Le scuole perciò rivendicano la necessità di rimettere i soldi alla scuola e non a questa guerra a cui, come ampiamente dimostrato, è contraria la maggior parte della popolazione.

DISAGIO PSICOLOGICO

Il disagio psicologico diffuso delle nuove generazioni è conseguenza diretta della scuola-gabbia che riflette l’imbarbarimento sociale e vede la crisi di prospettive dei giovani. Individualizzazione degli studenti, competizione costante, stress, frequenti valutazioni, voti, la bocciatura per chi non può permettersi il costo delle ripetizioni a casa, l’umiliazione e isolamento degli ultimi, mancanza di inclusività reale, sono costanti nella vita di uno studente che non concorrono nel suo sviluppo personale, bensì a una selezione interna tra studenti di serie A e studenti di serie B.

ISTITUZIONI LOCALI e SOLDI ALLA SCUOLA NON ALLA GUERRA

Un altro problema affrontato nelle scuole occupate è l’inefficacia delle Istituzioni locali, e quindi del Partito Democratico che governa da anni a Bologna in primis e in Emilia Romagna in secundis. Infatti nonostante l’ondata di occupazioni dell’anno scorso, le istituzioni non hanno ascoltato né tantomeno preso in considerazione quelle che erano le istanze studentesche e risultano ancora i problemi infrastrutturali che persistono da anni.
Infine si denuncia l’incoerenza di un partito che, tanto quanto quelli di destra, per sostenere la Guerra in Ucraina nonostante la maggioranza della popolazione contraria, è disposto ad investire ingenti quantità di soldi a discapito però dell’istruzione, che vede tagli da ormai decenni, che obbligano la scuola a fare riferimento sui privati.

Ultimo ma non per importanza è la critica al Governo Meloni. Una delle conseguenze più evidenti da quando al governo c’è FDI (Fratelli d’Italia, N.d.R.), aiutata anche dalle dichiarazioni  e invio di armi del Partito Democratico che paragona il battaglione paramilitari neonazista Azov alla resistenza partigiana, è la legittimazione dei fascisti. Infatti più volte sono stati i tentativi dei fascistelli di intimorire gli studenti, entrare dentro le scuole arrivando persino a picchiare degli studenti davanti scuola a Firenze.
A questo si aggiunge il forte revisionismo storico attuato non solo dalle destre, che ha le sue radici più profonde in un modo di produzione capitalista che vede le classi dirigenti utilizzare la mano fascista come strumento di tenaglia e repressione nei periodi di forte crisi».

 

Sabato 1° e domenica 2 aprile si è tenuta a Roma l’assemblea nazionale di OSA, con delegazioni da tutta Italia. Dopo la sessione plenaria del sabato, domenica si è svolto il convegno “Per una nuova scuola”. Le poche informazioni sul convegno, rintracciabili in rete, a parte le pagine dell’organizzazione nei social network (inaccessibili a chi non è iscritto alle piattaforme), sono presenti nel sito di Contropiano.

L’impressione, considerando i 5.711 iscritti della pagina Instagram e i 3.731 della pagina Facebook, è che, sebbene le occupazioni dimostrino la sua efficacia fattuale, sia ancora embrionale la penetrazione di OSA. Le giornate di occupazione nelle scuole bolognesi potrebbero servire a darsi una strategia organizzativa e comunicativa, affinché OSA esca dalle medie e grandi città per penetrare nel tessuto nazionale, composto per lo più da piccole città; diventi indipendente dalle piattaforme ma allo stesso tempo capace di essere virale, moltiplicando le persone iscritte ai vari canali e attive con commenti, condivisioni, interazioni varie.

OSA