Ossessioni autoindotte: tre casi tipici di Igor Antonio Lipari ⥀ Passaggi

La rubrica Passaggi ospita oggi il testo Ossessioni autoindotte: tre casi tipici di Igor Antonio Lipar, con un’illustrazione di Piero Hlavaty. L’editoriale della rubrica può essere letto qui

Illustrazione in copertina di Piero Hlavaty, Manine, 2023.

 


 

I
Last Universal Common Ancestor

LUCA non è il primo né il solo ma si ritiene tale. Non ha nucleo interno per ripetersi io sono io. La sua membrana esterna non basta a separarlo dal non-io. Perciò sogna i suoi sogni anaerobici e autotrofi nel buio senza ossigeno di questo mondo a ferro e zolfo di sorgenti idrotermali. È tutto sogni, organuli e abisso oceanico. Sogni che via via divengono archea, batteri, stromatoliti, eucarioti e invadono acque e terre. Si richiede estrema cautela allo sperimentatore, per non cadere nella superstizione di credere che tutta questa materia organica originatasi dal nulla sia reale.

II
Eva Mitocondriale

Il fatto che non sia certa di esistere non le impedisce di avere la nausea. Il mestruo le si è interrotto già da tempo, benché i test di gravidanza risultino negativi. Il suo sogno di un Adamo cromosomico sterile e non ancora nato ha poca rilevanza. Ma l’allucinazione ossessiva (alberi che le crescono dal ventre, ramificano e si espandono su tutti i continenti e le isole, composti di arti umani femminili, i cui frutti saremmo noi tutti) merita attenzione. Si consiglia adeguata terapia cognitivo-comportamentale e soprattutto contraccettiva.

III
Soggetto anonimo

Descrizione di oscurità. Angustia. Asfissia. Naso e gola ostruiti da liquidi putridi. Ginocchia e gomiti che urtano ostacoli solidi. Tutta la sua vita precedente: una sequenza di fotogrammi sfocati che non ha senso rievocare. Voci attutite da qualche parte là fuori. Farsi sentire per essere liberato da questa prematura inumazione. Scalcia. Mugola. Si raggomitola. La nuca preme contro un diaframma flaccido che infine cede. Sensazione di scivolamento. Luce calcinante, ambiente di un bianco ostetrico, volti indistinti, braccia che sorreggono. Aria aperta urtica i polmoni. Urlare, nella convinzione che le proprie sofferenze siano finite. Oppure appena iniziate. Durante il trattamento, l’analista sarà pregato di ignorare eventuali paramnesie riscontrabili su sé stesso, in particolar modo il déjà-vu.

 

 

 


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Igor Antonio Lipari
Piero Hlavaty, Manine, 2023.