Poesia per le donne iraniane ⥀ Athena Farrokhzad, Sodéh Negintaj, Fereshteh Sari

Sabato 27 maggio 2023, al Polo del ’900 di Torino, si terrà l’incontro Donna, vita, libertà. Dibattito e poesia per i diritti delle donne iraniane, un evento a sostegno dei diritti umani e della libertà di parola in Iran. Lo anticipiamo pubblicando qui alcune poesie delle autrici iraniane Athena Farrokhzad, Sodéh Negintaj e Fereshteh Sari, nella traduzione italiana della scrittrice e traduttrice Pina Piccolo

  

Athena Farrokhzad, estratti da Donkey Days (I giorni dell’asino, Albert Bonniers förlag, 2022)

14.

Che destino, sussurra mia zia al telefono
con la voce rotta da quattro decenni senza precedenti
Per due volte le abbiamo mandato
le salme imbalsamate di figli su aerei che attraversavano il continente
Quanto, chiedo all’impresario funebre
come se l’avessimo scelto per una qualsiasi spedizione, mi risponde:
Dipende dal peso del defunto
Khale, come fai a trasformare la notte in giorno?
Questo ghiacciaio mi distruggerà
e non hanno neppure riposato nel mio grembo
Ogni nuovo giorno che spunta piango nell’ascella del mio amato
Raccontami ancora la favola di come l’impossibile
richiede semplicemente un po’ più di tempo

82.

Ci sono persone che non hai mai conosciuto
eppure ti amano, dico a mia figlia, lei capisce:
Come papà ama la sua squadra e come io amo una sirena
Proibisco al mio amato di rispondere quando squilla il telefono
Se è morto qualcuno, non voglio saperlo
Le grida di mia zia al cielo, chi ricorderà quanto era magnifica
Tutti i pesi che si è portata addosso e tutte le catastrofi che ha affrontato
La treccia dell’infanzia in un cassetto, come un promemoria mangiato dalle tarme
Non smette mai di vestirsi di nero, il suo dolore finale non arriva mai
Siamo intrappolati in un luogo tra la terra e l’inferno, dice lei
sotto una pellicola di smog, ci battiamo la schiena a sangue con le catene
ci pugnaliamo l’un l’altro alla coscia con i forconi
Pas kei miaee, grida al telefono, tu sei la mia figlia maggiore
Verrò presto, mento, chissà
come mi stringerà il domani

(Traduzione dallo svedese all’inglese a cura di Jennifer Hayashida, pubblicata su Adi Magazine; versione italiana di Pina Piccolo).

 

Sodéh Negintaj, E se dovessi fingere resistenza

la trattieni dalle spalle in cima allo scivolo e pensi di star trattenendo tua
.                                                                                                madre da dietro
e la tua valigia
il tuo smalto per unghie
la tua maschera per il sonno cremisi
il biglietto dell’autobus
tutto
hai lasciato tutto, te ne sei andata
dietro di te, alle tue calcagna, ci sono le professoresse di fobiologie fatali con i seni
.                                                                                                  divisi sotto le loro vesti
seni formali
seni trattenuti in mantelli di lana
quelle due care sciocche regine
e nel frattempo una donna con una pallottola in testa cammina con qualcuno
.                                                                                           in Virginia
parlando ininterrottamente dei frutteti di arance amare a Shiraz
e se dovessi vedere vecchi scapoli rockettari suonare nei loro  scantinati
.                                                                             pied-à-terre della speranza

e il coro, infilato nel muro, che  ti demolisce con il suo boom-boom
è terrificante
è terribile
nemmeno per sogno avresti mai potuto immaginare di startene accucciata per ore
a sforzarti come un cervo per ore
laggiù accovacciata per ore
fumando schifezze da quattro soldi
tirando i capelli a questo a quello
nel marciapiede / nella ferita / nel bric-à-brac dell’ufficio
dovessi mai trascinare il tuo amore di velluto sulle spalle con tutto questo e
.                             ogni sorta di altre cose per centocinquantotto lunghi giorni
dovessi mai trovarti a trascinare tutto questo con forza e determinazione
dicendo oh amore mio / amore mio allo Xanax / amore mio con tre teste e coda
il mondo è fottuto / l’Iran è fottuto / la mia spalla è fottuta
ti capitasse di dire salta su amore mio / salta giù amore mio / salta sulle nuvole
.                                                                                                amore mio / salta amore mio
e se dovessi fare una mossa dalla finestra a doppio vetro, nella malattia
.                             delle cose, nella sala della carne e fingere resistenza
e piangere facendo la via Sattar-Khan1 avanti e indietro
piangere di nuovo lungo la Sattar-Khan andata e ritorno
e vedere mille occhi sparsi che rotolano avanti e indietro lungo la Sattar-Khan
e vedere te stessa
nascosta dietro la bancarella a sporgere il muso
dire ai gendarmi che qualcuno stava andando alla villa del padre ed
.                                                                                                  è finito invece nella Via Lattea
e tu continui: magia? La magia è giacere nella tomba e non morire di
.                                                                                                  solitudine
scivolare in nuove creature e fare la spia dall’oltretomba
magia è stare nella Naser Khosrow2 e assistere all’esplosione di stomaci continuando a
.                                                                                                   fingere resistenza
e vedere un malandato ramo di un albero fingere a sua volta resistenza
e morire dalla voglia di trovarti tra la folla delusa dello stadio Maracanã3.
andare al vicolo Sarvenaz e da lì scendere
per andare al Giardino degli Uccelli
per arrivare alla parola finale della creazione
e poi all’ultima scena di MouchetteTutta la vita in una notte4 e chiamare a gran voce il carrettiere
perché no?

(Traduzione dal farsi all’inglese a cura di Alireza Taheri Araghi, pubblicata su Asymptote; versione italiana di Pina Piccolo).

 

Fereshteh Sari, estratto da Essential Voices: Poetry of Iran and Its Diaspora, a cura di Christopher Nelson (Green Linden Press, 2021)

Della casa è rimasto il tetto
come un ombrello
               aperto senza scopo
su una colonna di ricordi.
Della libellula
sono rimaste le sue antenne,
alla ricerca di un suono.
Un turbine di polvere e fumo
aleggiava libero
come il genio uscito dalla bottiglia stretta.
I tronchi di legno sulle acque inquiete
potevano essere la barca di un bambino,
e i fogli volanti,
una coperta sopra il suo sonno leggero.
Lo spettatore
non ha trovato un nome sulla bacheca.

(Traduzione dal farsi all’inglese a cura di Parisa Saranje, pubblicata su The Markaz Review; versione italiana di Pina Piccolo).

 

 

Athena Farrokhzad è nata nel 1983 a Teheran, ma è cresciuta e attualmente abita in Svezia. È poeta, critica letteraria, traduttrice, commediografa e insegnante di scrittura creativa. Il suo libro White Blight è stato pubblicato negli Stati Uniti nella traduzione di Jennifer Hayashi.

Sodéh Negintaj è una poeta e traduttrice iraniana. La sua raccolta di poesie, Sepasgozari kardei az khodat aya (Ti sei ringraziata?), è stata pubblicata da H&S Media. Le sue opere in inglese sono state o saranno pubblicate in PARAGRAPHITI e Hayden’s Ferry Review. La sua poesia And Should You Feign Resistance è uscita nel 2015 in I Am a Face Sympathizing with Your Grief: Seven Younger Iranian Poets, per co.im.press. Attualmente vive a Shiraz in Iran.

Fereshteh Sari è una delle maggiori scrittrici iraniane contemporanee. Autrice versatile, ha al suo attivo numerosi romanzi, racconti brevi e raccolte di poesie. Ha ricevuto premi in patria e all’estero, fra cui un riconoscimento dal Parlamento Europeo degli Scrittori. Vive a Teheran ed è la traduttrice di Lucio Dalla in Iran.

Pina Piccolo è una traduttrice e scrittrice bilingue (inglese, italiano). Cura numerose iniziative editoriali e di promozione culturale a carattere transnazionale. Una delle fondatrici e redattrici de La Macchina Sognante, attualmente dirige la rivista digitale The Dreaming Machine. La sua raccolta di poesie I canti dell’Interregno è uscita nel 2018 edita da Lebeg ed è di prossima pubblicazione una sua raccolta in inglese.

 

 


Note

1 Una strada a Teheran e anche a Shiraz intitolata a una delle figure cardine della rivoluzione costituzionale iraniana, considerata da molti iraniani un eroe nazionale.

2 Una via di Teheran nota per essere il centro dove si possono trovare medicinali rari a prezzi altissimi. Personaggi loschi che indugiano per strada potrebbero essere venditori di medicinali. Non è inaudito trovare prodotti contraffatti e scaduti spacciati per legittimi in via Naser Khosrow.

3 Maracanã, lo stadio di Rio de Janeiro, è il più grande stadio del mondo. Nel 1950 una folla di 199.854 tifosi lo affollò per vedere la partita finale dei campionati mondiali di calcio. Il Brasile doveva segnare solo un altro gol, ma dopo la vittoria per 2 a 1 a favore dell’Uruguay, il pubblico lasciò lo stadio deluso.

4 Mouchette, film di Robert Bresson del 1967, uscito in Italia con il titolo Mouchette – Tutta la vita in una notte.