César Vallejo – Trilce

15.00

brossura, contiene 77 poesie con testo a fronte in spagnolo  

pag. 204 – formato 165 x 235 mm

ISBN 978-88-31225-11-3

Traduzione e cura di Lorenzo Mari

Con uno scritto di Giuliano Mesa

Argolibri – Collana “Talee” diretta da A.Franzoni e F.Orecchini

Preorder aperto fino al 14/09

In libreria dal 23/09/2021


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Descrizione

Opera solenne e trasgressiva, enigmatica e viscerale, Trilce di César Vallejo esce nel 1922, anno ‘fondativo’, potremmo dire: escono infatti, a distanza di pochi mesi, The Waste Land di T.S.Eliot, Ulysses di J.Joyce, nonché la traduzione inglese, da parte di Bertrand Russell, del Tractatus Logico-Philosophicus di L.Wittgenstein, opere che segnano svolte radicali nella storia letteraria e culturale del Novecento; lo stesso dicasi per Trilce che, per quanto parzialmente scritto dal poeta peruviano nella restrizione e nell’isolamento di un piccolo carcere sulle Ande, viene tutt’oggi considerato un momento fondamentale del rinnovamento del linguaggio poetico mondiale, capolavoro che rende Vallejo una delle voci più originali, assieme a Lorca e Neruda, della lingua spagnola di tutti i tempi. Thomas Merton, non a caso, lo definiva “il più grande poeta universale, dopo Dante”. Trilce –neologismo coniato dall’autore– si compone di 77 testi poetici che si intrecciano tra loro, formando un grande arazzo-labirinto della cultura ispanoamericana di inizio Novecento: ad ogni nuova invenzione letteraria il lettore sarà chiamato ad uscire dal labirinto di Trilce, a decifrare il codice poetico del grande autore peruviano; ogni singola parola, anche la più semplice e umana, verrà riformulata, intensificata, detta nuovamente ‘una prima volta’ dal poeta, caricata di nuovo senso etico e politico. 

 

Una poesia da TRILCE

 

VIII

Domani unaltrogiorno, a un certo
punto troverò per il senza figlio potere,
atrio centrale.
Domani un giorno
il negozio verrà sigillato
con due pericardi, coppia
di carnivori in calore.
Si può stabilire tutto questo.
Ma un domani senza domani,
tra i nostri anelli di futuri vedovi,
ci sarà un orlo di specchio
dove varcherò il mio stesso fronte
fino a perder l’eco
e a restare col fronte alle spalle.

 

BIOGRAFIA 

 

César Vallejo nacque a Santiago de Chuco, un villaggio andino del Perù. Minore di undici figli, interruppe varie volte gli studi per lavorare in una piantagione di canna da zucchero. Dopo una serie di difficoltà riuscì a pubblicare il suo primo libro di poesie intitolato Gli araldi neri (1919). Sua madre morì nel 1920 e, rientrato a Santiago de Chuco per i funerali, fu imprigionato per 105 giorni con l’accusa di essere un incendiario coinvolto in una sommossa popolare, prima di dimostrare la propria innocenza. Nell’isolamento del carcere scrisse Trilce (1922) opera tuttora considerata uno dei massimi capolavori del ‘900. L’anno seguente partì per Parigi dove rimarrà fino alla sua morte, viaggiando in Italia, Spagna e Russia. Impegnato in prima linea nella Guerra Civile Spagnola, scriverà numerosi articoli e pièces teatrali anti-franchiste, report di viaggio e romanzi come Tungsteno (recentemente pubblicato da SUR),  nonché il suo poema più politico, Spagna, allontana da me questo calice, che apparve nel 1939, stampato un anno dopo la sua morte dagli stessi soldati dell’esercito repubblicano.

Rassegna Stampa

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