Filologia fantastica. Ipotizzare, Manganelli — Andrea Cortellessa
Brossura
Formato 14,3×20,8 cm + bandelle
pp. 386 – contiene riproduzioni fotografiche in bianco e nero
ISBN: 9788831225403
In copertina opera di Gianfranco Baruchello, Conoscere è confondere (Paul Valéry) , 2020
progetto grafico di Susanna Doccioli
ARGOLIBRI | Collana Fuori catalogo | N.1 diretta da F.Orecchini
dal 15 novembre 2022 in libreria
Le copie acquistate in preordine verranno spedite intorno al 3 novembre
Descrizione
In occasione del centenario di Giorgio Manganelli, uno dei più raffinati e tormentati scrittori del Novecento, il critico Andrea Cortellessa raccoglie in volume tutti i suoi saggi dedicati all’autore. Dal 15 Novembre in libreria.
[…]Esasperava Giorgio Manganelli la solennità “tolemaica” del cento, «numero piuttosto volgaruccio, direi, platealmente, aritmeticamente conformista, visto che noi contiamo per dieci». Ma lo deliziava, di contro, «il tratto buffonesco e ridevole del centenario», ossia la convenzionale sincronicità di quell’ombra del passato che «sconvolge i rigorosi cataloghi della Storia» (brano tratto dall’Introduzione al volume).
Ed ora che inevitabilmente è giunta l’ora proprio del suo centenario (Giorgio Manganelli nasceva a Milano il 15 novembre 1922), il critico Andrea Cortellessa, uno dei suoi più importanti e attenti esegeti e studiosi, ha raccolto quasi un trentennio di saggi e scritture, nel desiderio di saldare un vero e proprio debito privato con l’autore; Cortellessa lo affronta con una prosa densa e mimetica, attraversando «itinerari marginali», utilizzando «entrate periferiche» e prospettive anamorfiche, forse l’unico metodo di analisi possibile vista la natura polimorfa e polimaterica dell’oggetto della sua ricerca. Procedendo con arbitrarietà e rigore, come postulato dallo stesso Manganelli nel suo Letteratura come menzogna, Cortellessa assembla diciotto saggi “ipotetici” di pura filologia fantastica, Iperipotesi (dal titolo dello scritto di Manganelli incluso nella prima e fondativa antologia del Gruppo 63) che attraversano tutto l’opus manganelliano, a partire dall’esordio Hilarotragoedia, passando per capolavori come Nuovo commento e La palude definitiva («libri che non fanno sconti»), o ancora attingendo a brani e frammenti inediti tratti dagli Appunti critici, a corrispondenze e a ricordi di famigliari e amici, in una ridda vorticosa di richiami e rimandi metaletterari.
«Oggi è il mio centenario; più esattamente, uno dei miei centenari»: così annunciava alla fine del 1980, proponendo di istituire il rito a rovescio della «scommemorazione»: sicché il 1880, per esempio, andrebbe celebrato quale «42° preanniversario della sua nascita».
«Di quello che di Manganelli è per eccellenza il caposaldo teorico, ma meglio si dirà l’insegna araldica, s’è data per lo più una lettura simmetrica, frontale, univoca. La “menzogna”, cioè, in luogo del suo supposto contrario che sarebbe la “verità” (parola che, al pari di “realtà” secondo un suo riferimento-chiave come Nabokov, Manganelli incornicia quasi sempre fra virgolette). Quando il dispositivo menzogna, invece, gli serve precisamente a decostruire questa simmetria – che ha per lui lo stesso significato, e lo stesso valore, di quella fra centro e periferia (o anche, volendo, fra bene e male). Del resto, se l’una fosse semplicemente il rovescio dell’altra, basterebbe capovolgere un enunciato “falso” di Manganelli per ottenere il suo argomento supposto “vero”. Ma ciò equivale a infamarlo: col ritenere che quel “vero”, uno come lui, potesse pensare di detenerlo».
Andrea Cortellessa insegna Letteratura italiana contemporanea all’Università di Roma Tre. Ha pubblicato saggi e antologie, curato testi di autori italiani del Novecento e contemporanei, realizzato trasmissioni radiofoniche e televisive, spettacoli teatrali e musicali. Fra i suoi ultimi libri Il libro è altrove. Ventisei piccole monografie su Giorgio Manganelli (Sossella 2020) e Andrea Zanzotto. Il canto nella terra (Laterza 2021). Di e su Manganelli ha curato fra l’altro La mort comme lumière. Écrits sur les arts du visibile (Cahiers de l’Hôtel de Galliffet 2022), e insieme a Marco Belpoliti il numero monografico di «Riga» (Quodlibet 2022). È nella redazione del «verri» e tra i fondatori di «Antinomie. Scritture e immagini»; collabora ad «Alias» del «manifesto», al «Corriere della Sera» e altre testate.
Giorgio Manganelli è nato a Milano il 15 novembre 1922 e morto a Roma il 28 maggio 1990. È stato uno dei maggiori scrittori del Novecento italiano. Il suo primo libro è Hilarotragoedia, pubblicato nel 1964; l’ultimo Encomio del tiranno, del 1990; ma postumi sono usciti alcuni dei suoi capolavori, come La palude definitiva ed Esperimento con l’India, nonché libri oggi fortunati come quelli che raccolgono i suoi scritti di viaggio, i suoi corsivi di costume e le sue recensioni librarie. I suoi saggi, raccolti in libri come La letteratura come menzogna del 1967, mostrano la consapevolezza letteraria più estremistica e sofisticata, forse, del secolo scorso. La maggior parte della sua opera è pubblicata in Italia dall’editore Adelphi.
Rassegna Stampa
Online
Quotidiani e riviste
- I giochi di specchi di Giorgio Manganelli, Alessandro Zaccuri, su «Avvenire», 12 gennaio 2023
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.