Jack Spicer — Un rosario di bugie
2020, pp. 120, formato 165 x 235 mm
ISBN: 978-88-31225-02-1
Autore: Jack Spicer
a cura di Andrea Franzoni
con un ricordo di Paul Vangelisti
testo originale a fronte
Argolibri | Talee n.2 | Collana diretta da A. Franzoni e F. Orecchini
Descrizione
Scheda libro
Dopo After Lorca, vincitore del premio Benno-Geiger 2018 per la traduzione poetica, ArgoLibri continua la pubblicazione, libro dopo libro, delle opere del poeta e linguista Jack Spicer. Un Rosario di bugie raccoglie in un unico volume i tre libri successivi ad After Lorca, pubblicati tutti nel 1958 dall’autore americano, allievo di Robert Duncan, in cui egli affina la scrittura “satirico-politica” in poesia. Ammonimenti, dove l’autore continua la sua pratica stilnovista — in stile americano — di poesia diretta ad autori e amici, riprendendo la forma antica degli “ammonimenti”, affrontando esplicitamente tematiche politiche, legate anche all’omosessualità; il libro è corredato da lettere di poetica a Robin Blaser e all’editore Joe Dunn (White Rabbit Press) che per primo pubblicò Spicer e Duncan, e si chiude con una poesia di postfazione per Charles Olson, uno dei poeti americani più influenti del tempo, docente del leggendario Black Mountain College, cui presero parte artisti come John Cage e Merce Cunningham.
Un libro di musica¸ intermezzo creato a partire da una frase di Poe — dove si postula una scissione tra le poesie-brevi e la letteratura, è un testo attraversato da un pericolo costante nel rapporto tra musica e poesia — nonché la base di quella forma jazz-poetry che avrà il suo culmine in Billy the kid (opera che diventerà anche un disco dei Kat-Onoma, in Francia, negli anni 90).
Il trittico, concepito come un crescendo di intensità comunicativa e provocatoria, si chiude sulle Quindici false proposizioni contro dio: “un rosario di bugie”, lo definì il suo stesso autore rivolgendosi a Russel Fitzgerald, giovane poeta e poi amante (il volume contiene una poesia indirizzata a Russ) incontrato durante il processo all’Urlo di Ginsberg, il 9 settembre 1957. Spicer realizza in questo poemetto in quindici parti la sua prima vera “serie” — anche musicalmente intesa — compiuta, dettata “dai marziani”, affrontando il suo lato di calvinista protestante e ponendo le basi per quell’etica poetica descritta dal verso «poeta, sii come dio».
Estratti
da Quindici false proposizioni contro dio
IV
Delle poesie veramente brutte
Caro Signore: mi piacerebbe che –
Odio e amore sono chiarificazioni sufficienti a sé stesse, non
appartengono alla poesia, imbarazzano il lettore e il poeta, mancano
Di dignità.
O la dignità di un aereoplanino di carta
Che lanci in faccia a qualcuno
E per tutto l’episodio plana veloce
Sbattendo a ogni angolo.
Odio e amore sono chiar –
Caro Signore: mi piacerebbe assicurarmi che ogni cosa che ho detto
su di voi nelle mie poesie era vero, che veramente siete esistito.
Che ogni cosa che ho detto era vera
Che non eravate un episodio
In una scena veramente brutta
Che ciò che le poesie dicevano aveva un significato
A parte ciò che le poesie dicevano.
Caro Signore:
La mia bocca ha dei significati
Non ha voluto discutere.
IX
Dopo che avrai detto addio al tuo amore
E ruminato con lui la tua esperienza
La tua amara esperienza:
Che altro?
Alberi forse. L’olmo scivoloso. La betulla
Che non conosce notti ingrate. Querce e palma
Pronte a cominciare una rivoluzione.
No, dovresti startene lì piantato a terra con le tue radici
Pronto a bere qualsiasi acqua
Che la pioggia vorrà mandarti. La pioggia
La vacca
E il mio vero corpo una
Rivoluzione.
Autore
Nato a Los Angeles, Jack Spicer (1925-1965) si trasferisce in seguito a Berkeley, per raggiungere l’Università della California, dove insegna linguistica e stringe rapporti di amicizia con Robin Blaser e Robert Duncan, oltre a numerosi artisti e studiosi che presero parte alla cosiddetta «San Francisco Renaissance». Morì nel 1965, a causa del suo alcolismo, dopo aver pubblicato alcuni libri in piccole edizioni fatiscenti. Contro il mercato del libro (chiamava il libro «il cimitero»), operò per una diffusione soprattutto orale della poesia, concentrando tutta la sua facoltà poetica nell’espressione di un rapporto continuo tra il poeta e le voci circolanti nella vita del poeta, reali irreali che fossero. La sua personalità irriverente, congiunte a una palese erudizione e genialità, hanno contribuito a creare intorno a lui un interesse sempre maggiore nella comunità poetica. Tra i principali libri pubblicati in vita (oltre a quelli riprodotti in questo volume ndr) possiamo annoverare: After Lorca (White Rabbit Press,1957), Billy the kid (Enkidu Surrogate, 1959), The heads of the Town Up to the Aether (The Auerhahn Society, 1962), The Holy Grail (White Rabbit Press, 1964), Dear Jack: The Spicer/Ferlinghetti Correspondence (White Rabbit Press, 1964), Language (White Rabbit Press, 1965). Il volume postumo My vocabulary did this to me: The collected Poetry of Jack Spicer, a cura di P.Gizzi e K.Killian, si è aggiudicato il prestigioso American Book Prize nel 2008.
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