Le arti africane dagli spiriti delle foreste ai musei — Aldo Tagliaferri
Brossura, contiene riproduzioni fotografiche
16,0 x 23,5
pag. 160
ISBN: 9788831225489
ARGOLIBRI | Collana Fuori catalogo, diretta da F. Orecchini
In libreria dal 24 maggio
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Descrizione
Alle origini dell’altrove e dell’invisibile nell’arte, anni di studi e riflessioni che il decano della critica Aldo Tagliaferri ha raccolto in un volume dedicato all’arte africana.
Il filo che unisce gli argomenti affrontati in questo testo è costituito da una ricerca intorno al forte impatto che le arti africane ebbero sulla cultura occidentale, proprio a partire dall’appropriazione debita (e, in taluni casi, indebita) da parte delle Avanguardie, entro le coordinate storiche di un evento violento e distruttivo – l’epoca delle conquiste e delle spartizioni coloniali – le cui conseguenze siamo ancora chiamati a subire e interpretare. Il discorso si ramifica in varie direzioni e le questioni investite dalla ricerca si intrecciano fino a comprendere analisi critiche di mostre allestite in Italia, problemi introdotti dagli studi sul primitivismo, indagini intorno a serie di oggetti e riti africani ai quali nel Continente Nero veniva attribuito un senso eminentemente magico, incontri con collezionisti ed esperti di varia estrazione, esperienze vissute dall’autore in alcuni Paesi africani e riflessioni intorno a serie di oggetti ai quali in Africa viene attribuito un senso sacro dal quale le istituzioni occidentali tendono a prescindere. E’ nei feticci e nei riti vodu che si cela un senso primario delle arti africane, affascinante nel senso più pregnante del termine ma marginalizzato e tendenzialmente oscurato dalle pratiche commerciali e dall’approccio specialistico prevalenti nella nostra cultura.
Estratto
In sintesi, l’Africa ha parlato a lungo come un ventriloquo, o con voce falsata, ogni volta che si è posto il problema di restituire uno spazio legittimo alla sua presenza, sia pure nei limiti concessi dalla consapevolezza di cercare di attribuire un senso a una realtà di cui ignoriamo la voce autentica. Permanendo la distanza che nell’epoca degli imperialismi rampanti ostacolò i nostri contatti con le culture africane, e che il razzismo fascista ha approfondito, le sculture africane esposte nei musei italiani hanno per lo più costituito una presenza circondata da un’atmosfera straniante paragonabile a quella che si crea intorno a bagagli smarriti di cui nessuno si presenta a rivendicare il possesso.
Aldo Tagliaferri, Harkness Fellow 1957-58 (Yale e Berkeley, 1957-58), noto per I suoi studi su Beckett, di cui ha tradotto la Trilogia (Einaudi 1996) e Disiecta, su Pound, di cui ha curato la pubblicazione di una scelta di lettere (Feltrinelli 1980) e, più recentemente, su Emilio Villa, intorno alla cui opera ha raccolto i propri testi in Presentimenti del mondo senza tempo (Argolibri 2022), è autore anche di saggi dedicati alle arti africane, tradizionali e contemporanee, e soprattutto alle antiche sculture della Guinea, della Sierra Leone e della Liberia (Fabulous Ancestors, Milano-New York 1974, con fotografie di Arno Hammacher) e Pomdo, Mahen Yafe et Nomoli, Parigi 2003). Ha allestito a Milano mostre dedicate alle arti africane presso le gallerie Lorenzelli e L’Uomo e l’Arte.
Rassegna Stampa
Online
Aldo Tagliaferri nel labirinto africano di Chiara Portesine in Antinomie, 12 settembre 2024
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