Tutte le poesie — Cosimo Ortesta

18.00

Brossura

pag. 375 – 16×23,5cm

Codice ISBN: 9788831225267

Progetto grafico Susanna Doccioli

a cura di Jacopo Galavotti, Giacomo Morbiato e Vito M. Bonito

ARGOLIBRI | Collana Talee | N.7 diretta da A.Franzoni e F.Orecchini

Preorder aperto fino al 15 marzo 2022

In libreria dal 24 marzo 2022

I libri acquistati in preordine verranno spediti il 15 marzo 2022

Esaurito


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Descrizione

“Cosimo Ortesta, il maggior poeta della sua generazione” Andrea Cortellessa su Tuttolibri di La stampa

Un libro dalla straordinaria forza espressiva che è lo specchio di una vita vissuta nel costante confronto con l’altro e nel dialogo mai passivo con una tradizione europea che va dal Barocco a Mallarmé, da Frost e Auden a Beckett e Valéry. La poesia di Ortesta si disegna così come un’esperienza estrema della parola, una visione che attraversa il proprio spazio esistenziale radendolo con la lama di una luce affilata e implacabile, una lingua che egli stesso definì “omicida”. Elegante traduttore dal francese, poeta dalle pubblicazioni rade e meditate, recensore raffinato, Cosimo Ortesta ha incarnato quella figura di poeta-critico-traduttore cosi caratteristica del nostro Novecento.

 

*

L’ombra di un mondo esterno si avvicina
radice che dal ventre e dalla mente cresce
nuda fraterna lingua
contro l’esperienza del giorno.
Le sue costellazioni luminose e fredde
sono presagio di amori incerti
di fiocchi di neve, bufere incandescenti,
e al centro del campo azzurro la pioggia roteando
fa notte estiva, quiete e calma,
in cui si chiude assonnata e ferita
un’altra perfezione.

 

*

Tremo fino al sonno
quando la calma di un molteplice sfacelo
si dilata e su questo interno plana
dove di amore né d’alcun timore
bisogna parlare
adesso che niente c’è da dire
adesso che il chiarore è una pace
così lenta in disfarsi
così viva bellezza in darci aiuto
per nessuna pace.

 

*

Ma se lei perdesse la testa e scoppiando
in un oceano di piume a due a due
un altro io un altro tu a dirsi addio
ancora forti ma sempre più inesperti
ritornando all’addio ci sarebbe la voce
nel centro della paura
*
Testimone di questo incerto rito
è la mano che scrive esatte menzogne
della lingua omicida
*

Il volume contiene le opere pubblicate in vita, traduzioni “segrete”, gli inediti dell’ultimo periodo e le riproduzioni delle poesie manoscritte dedicate alla Rosselli e a Zanzotto

L’AUTORE

Cosimo Ortesta (Taranto, 13 novembre 1939 – Roma, 2 settembre 2019 è stato un poeta dalle rade e meditate pubblicazioni, cui ha alternato memorabili traduzioni dal francese, in particolare da Mallarmé, Rimbaud e Baudelaire. Dopo la laurea in lettere, ha lavorato come insegnante tra Roma e Milano. Da poeta, ha esordito nel 1975 pubblicando su «Carte segrete» La passione della biografia. Dopo una plaquette inclusa nel primo dei quaderni collettivi della «Fenice» di Guanda (1977), ha pubblicato sei raccolte: Il bagno degli occhi (1980, Premio Viareggio “Opera prima”), La nera costanza (1985, Premio Pozzale Luigi Russo), Nel progetto di un freddo perenne (1989), Serraglio primaverile (1999), l’autoantologia Una piega meraviglia (1999, Premio Lorenzo Montano “Opere scelte”), e La passione della biografia (2006), che intreccia l’opera d’esordio con altre poesie edite e inedite. Con la traduzione di Per una tomba di Anatole di Mallarmé ha vinto il prestigioso Premio Mondello nel 1993. Da critico si è occupato in particolare di Lubrano, Campana e Luzi, e le sue numerose recensioni, specialmente su «L’Unità», ne fanno un fine interprete della letteratura contemporanea.

Collana Talee

Rassegna Stampa

Rassegna stampa quotidiani cartacei

Massimo Natale su Alias del Manifesto (26/06/2022)

Grazie al lavoro meritorio di Jacopo Galavotti e Giacomo Morbiato si torna a parlare di Cosimo Ortesta, e soprattutto si può tornare a leggerlo, ora che finalmente sono disponibili Tutte le poesie (Argolibri, pp. 353, € 18,00), introdotte da un bel saggio di Vito M. Bonito, che è fra i suoi lettori più attenti e preziosi.
Il volume mette ordine nella produzione ortestiana, dall’iniziale Il bagno degli occhi (1980) fino agli ultimi anni.
Non esclusa una serie di Poesie ritrovate che lascia presagire forse qualche altra novità (quando sarà disponibile un compiuto resoconto delle cartes autoriali, come scrive Galavotti nella sua precisa nota al testo). Intanto, si può ripercorrere il cammino di Ortesta, a cominciare per esempio dalla trama edipica del libro d’esordio, che si apre nel segno della madre, ma che avrà poi la sua prosecuzione in chiave paterna (Monotona patria in mani paterne si chiude/una stagione a lungo desiderata, si legge nel più tardo Serraglio primaverile, del ’99), Oppure, si può cercare qualche chiave di lettura nelle poesie dell’ultima stagione: queste non presentano i picchi di asprezza analogica che altrove sono la norma in Ortesta, ma sono improntate anche alla ricerca di un orizzonte comunicativo almeno un poco più terso (basti pensare ai bei versi dedicati a Attilio Bertolucci, a uno squarcio come questo: [ll bel giorno d’ottobre si consuma/cosi rapidamente in questo mese di transito che già batte un tempo/di neve e di sereno nelle tempie). Nonostante svolte e variazioni della voce, Ortesta rimane soprattutto un poeta di lunghe, stabili fedeltà: un poeta che interpreta la scrittura come un esercizio di approfondimento e scavo in uno stesso punto, scrive Morbiato: insomma come un’unica, fertilissima ossessione. È in fondo, Ortesta, un suppliziato del linguaggio (per usare un’espressione del suo Artaud): un artigiano del verso che ha sofferto la difficoltà di collegare mondo e parola. Forse la sua parabola si può riassumere attraverso un solo sintagma, tratto dalla sua lirica: scrivere dentro un mondo oscuro. Una didascalia che si accompagna perfettamente all’immagine scelta per la copertina del volume: un’acquaforte di Rembrandt, che raffigura una conchiglia. Come a dire che lo scrivere versi tiene appunto insieme l’oscurità del profondo-l’ignoto di sé stessi-e lo splendore oggettuale della forma: che è insieme guadagno e rifugio, radice che dal ventre e dalla mente cresce/nuda fraterna lingua/contro l’esperienza del giorno.

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