Una scelta — Liz Lochhead

16.00

Brossura

pag. 240 – 13×18 cm

ISBN: 9788831225168

prefazione di Carol Ann Duffy

traduzione di Bernardino Nera

progetto grafico di Francesca Torelli e Paolo Rinaldi

Collana Chimere | n.1 | collana diretta da V. Cuccaroni L. Voce

Preordine aperto fino al 20/04/2022

I libri acquistati in preordine verranno spediti intorno al 20/04/2022

In libreria dal 05/05/2022



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Descrizione

Una scelta di Liz Lochhead è il primo libro della collana Chimere, a cura di Lello Voce e Valerio Cuccaroni, che si occuperà di poesia straniera

 

Una scelta (titolo originale: A choosing) è un’antologia di poesie della poetessa e drammaturga scozzese Liz Lochhead, insignita nel 2011 del titolo di Makar, poeta nazionale della Scozia. L’opera raccoglie i testi composti in un arco temporale di quasi quarant’anni dalla pubblicazione della sua prima raccolta di poesie Memo for Spring del 1972. Nella prefazione all’opera, la grande poetessa britannica Carol Ann Duffy mette in risalto che a quel tempo la voce poetica femminile della Lochhead costituì un’assoluta novità nel panorama e nel canone letterario scozzese dominato da voci poetiche maschili: «La primavera (Spring) della Lochhead sbocciò nel contesto prevalentemente maschile della poesia scozzese e tuttavia riuscì a renderlo femminile». Il femminismo e l’ironia sono le caratteristiche distintive della sua opera poetica, che attraverso immagini del passato, ricordi infantili e caustici quadretti quotidiani, svela la profonda disuguaglianza sociale esistente tra i due sessi, all’interno dei ruoli stereotipati imposti dal sistema patriarcale scozzese. Parallelamente, l’autrice evidenzia tutte le criticità di una Scozia subordinata alla dominazione politica e culturale inglese che tenta, in prospettiva fortemente “anglocentrica”, di annichilire la sua identità nazionale, rischiando di azzerare tradizioni secolari e soprattutto lo Scots, il suo storico idioma.

 

Estratto

 

Social History

 

My mother never
had sex with anyone else
except my father. A week before
her three-day leave to get married
my mother was examined by the Army Doctor
and pronounced virgo intacta
twenty-four years old and virgo intacta
an unusual thing in the ATS
an unusual thing in wartime
if you believe even half of what you read
in the social history books.
(…)

 

Storia sociale

 

Mia madre
non aveva mai fatto sesso con nessun altro
se non con mio padre. Una settimana prima
della sua licenza matrimoniale di tre giorni
fu visitata dall’Ufficiale Medico
e dichiarata virgo intacta
ventiquattro anni e virgo intacta
insolito per l’ATS*
insolito in tempo di guerra
se credete anche solo alla metà di quel che leggete
sui libri di storia sociale.
(…)

 

***

 

Kidspoem/Bairnsang

 

(…)
it was January
and a grey dreich day
the first day Ah went to the school
so my Mum happed me up in ma
good navy-blue napp coat wi the rid tartan hood
birled a scarf aroon my neck
pu’ed oan ma pixie an my pawkies
it wis that bitter.

Oh saying it was one thing
but when it came to writing it
in black and white
the way it had to be said
was as if you were posh, grown-up, male, English and dead.

 

Poesia per bambini/Bairnsang

 

(…)
era gennaio
un giorno grigio e palloso
il primo giorno di scuola
perciò mia mamma m’imbacuccò nel mio
cappotto buono blumare col cappuccio rosso a quadri
m’arrotolò una sciarpa al collo
mi ficcò in testa il berretto col pompon e m’infilò le muffole
faceva un freddo cane.

Oh a dirlo è stato semplice
ma quando si è trattato di scriverlo
nero su bianco
come si doveva dire
è stato come essere snob, adulta, maschio, inglese e morta.

 

***

 

Visit, Sonnet

 

Apprehensive, the poem goes to prison.
Is photographed, has its bag searched, a form to fill.
Checks in money, mobile, rheumatism pills.
Has to declare itself and state its reason.

Brute clang of steel doors, bars, barbed wire, fear
Of what they did or didn’t do – and that’s none
Of the poem’s business. Time that must be done,
Not lived, tholed, scratched off on walls. A love poem? Here?

 

Visita, Sonetto

 

Angosciata, la poesia va in prigione.
Viene fotografata, perquisita la sua borsa, un modulo da completare.
Controlli di denaro, pillole per reumatismi, cellulare.
Deve dichiararsi e spiegare la ragione.

Brutale rimbombo di porte d’acciaio, sbarre, filo spinato, timore
per quel che hanno o non hanno fatto – e la cosa non
la riguarda. Il tempo che si deve fare, non
vivere, penare, graffiato sui muri. Qui, una poesia d’amore?

 


Liz Lochhead nasce nel 1947 a Motherwell, Scozia, e fin da giovanissima mostra una spiccata propensione per letteratura e arte. Si trasferisce a Glasgow per iscriversi alla locale School of Art, ma presto decide di dedicarsi esclusivamente alla letteratura, e in particolare alla poesia. La sua prima raccolta poetica è Memo for a Spring (1977) a cui seguirà The Colour of Black & White: poems 1984-2003(2003) e la più recente Fugitive Colours del 2016.

Rassegna Stampa

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