Il punteruolo di Emanuele Muscolino ⥀ Passaggi
Sulla rubrica Passaggi una nuova prosa breve di Emanuele Muscolino, Il punteruolo. Accompagna il testo un’immagine di Luca Cingolani. L’editoriale della rubrica può essere letto qui
Illustrazione in copertina di Luca Cingolani, Senza titolo, immagine realizzata tramite IA – Midjourney, 2022.
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Avviciniamo il naso al parabrezza per farci riconoscere dalla torretta blindata e il cancello automatico scorre oltre la muraglia, lasciandoci entrare. Lungo il perimetro merletti di filo spinato: nelle residencial, zone di ricchi e di occidentali, sono d’obbligo, così come le guardie armate – giovani in divisa con mitra e giubetto antiproiettile o, si no tienes dinero, anziani vestiti di stracci, la cui vita, al cambio locale, vale meno del fucile a pompa che tengono in mano.
San Salvador, capitale del Paese del Salvatore, un milione di persone sul crinale del vulcano Boqueron. Con la troupe angloitaliana stiamo girando un documentario su una escuela inclusiva di Sonsonate, a un’ora e mezzo da qui, un istituto dove la disabilità non è un fattore di esclusione. «Il Salvatore» salva i più forti, di solito; gli altri se li mangia la carretera, al pari dei randagi che vengono investiti dai pick-up uno dopo l’altro (i passeggeri in fermata sfidano le auto in corsa per trascinarli via, ed evitare che si trasformino in una poltiglia). Accade senza scandalo, né orrore: nuestra hermana muerte corporal.
«Se vi fanno i fari non rispondete» ci avvertono al consolato. «I fari»: un rito di iniziazione delle maras. Chi contraccambia diventa l’agnello sacrificale per il nuovo affiliato, che farà inversione, lo raggiungerà e lo fredderà tra i venditori di cocos helados e le calche sui colectivos.
Viviamo da reclusi: sbarre alle finestre, percorsi concordati, coprifuoco. Nei giorni di riposo rubiamo cartoline: l’affollato comizio elettorale di Plaza Gerardo Barrios, sede del governo, dove i tratti europei che portiamo in dote attirano sguardi poco sorridenti; lo sterminato muro di granito nero del parco Cuscatlan, che porta incisi, uno per uno, i nomi delle oltre venticinquemila vittime della guerra civile, che sembra non essere mai terminata; l’incanto selvaggio di Corral de Mulas, fronte dell’oceano – capanne di pescatori e schiere di palme a perdita d’occhio; la spensieratezza festosa de La Libertad, dove proviamo il surf, ci perdiamo nella folla del lungomare e ordiniamo prelibatezze a prezzi stracciati in un ristorantino che domina il molo.
Sonsonate, di nuovo a lavoro. Oggi seguiamo Michelle, una bambina paffutella della quarta elementare che sta perdendo rapidamente la vista: mentre trotterella assieme alle compagne sonda il pavimento a mille all’ora con il suo bastone in alluminio; rimane indietro, sbatte contro uno stipite, cade, si strofina il ginocchio, corre a raggiungere le altre. Michelle è un treno, che osservo rapito oltre l’LCD della videocamera, che non ho il diritto di puntarle addosso.
Siamo in classe. Anche se non può vedermi, con i suoi occhi lattei e stropicciati, mentre buca il foglio con il punteruolo e una grinta da boxer, mentre impara a scrivere nella sua nuova lingua fatta solo di punti, Michelle forse sa – e non se ne cura – che oltre lo schermo io sto piangendo. Piango perché la sua sete di vita mi ha investito, e ha già ucciso tutta la morte che abita questo Paese.
Chi volesse proporre prose brevi e illustrazioni per la rubrica, può inviarle a questo indirizzo email: RubricaPassaggi@argonline.it
Emanuele Muscolino
Emanuele Muscolino è nato a Roma nel 1984. Dopo la laurea in Arti e scienze dello spettacolo ha pubblicato il saggio Paradossi della soggettiva. Visione pura e visione-sguardo nella sequenza cinematografica. Ha lavorato come montatore per il cinema e la tv ed è autore di cortometraggi, documentari e reportage. Dal 2023 i suoi racconti e le sue poesie sono pubblicati su blog, riviste letterarie e antologie.