South Park: l’insospettabile somiglianza fra Eric Cartman e Socrate
Eric Cartman non cerca la verità, la inventa
South Park è una serie animata nata per divertire lo spettatore, eppure quest’ultimo si ritrova di fronte a uno show dalla natura irriverente e senza peli sulla lingua. Colui che si ritrova seduto di fronte ad una puntata di South Park è alla sottile ricerca di qualcosa che va oltre la risata facile, egli è mosso dalla ricerca di una sorta di interpretazione dell’epoca contemporanea.
Lo splatter è di casa a South Park, ma esiste un ulteriore livello di interpretazione. Quest’osservazione potrebbe risultare sproporzionata se non si è a conoscenza della pubblicazione di un vero e proprio manuale di interpretazione filosofica di ogni puntata di South Park redatta da Robert Arp, un filosofo americano; in pochi sono a conoscenza dei numerosi articoli che le maggiori testate americane hanno dedicato alla puntata 100 di questo show. L’episodio è andato in onda il 9 aprile del 2003 e l’America di George W. Bush si mostrava divisa sulla questione della guerra in Iraq. Lo svolgimento della puntata ha messo in luce le criticità degli schieramenti che si fronteggiavano sul tema, la lucidità del punto di vista degli autori di South Park ha colpito profondamente i giornalisti, tantoché la celebrazione dell’episodio 100 della serie è diventato lo spunto per arricchire la lettura della questione politica che stava incendiando l’America di allora.
South Park riesce a bucare lo schermo e anche le pagine del Times, ciò avviene perché questo show rivendica la libertà di affermare la verità, la propria verità: lo strumento attraverso cui questo accade è la figura Eric Cartman. Quest’ultimo è anche il personaggio preferito dei due autori della serie, i celebri Matt Stone e Trey Parker.
The fat kid
Eric Cartman è sempre uguale a sé stesso (tondo, gracchiante e bidimensionale).
Eric frequenta la scuola elementare di South Park, una piccola cittadina del Colorado. Il suo soprannome è the fat kid : il suo corpo straborda dai pantaloni troppo stretti, un capo del vestiario che il piccolo bambino di tanto in tanto si toglie, a scuola e nei luoghi meno opportuni. Così si può affermare che il piccolo Eric somiglia a un freak, ovvero un personaggio grottesco e deforme, o almeno in tal modo lo percepiscono i suoi coetanei. A una tale descrizione fisica non fa da contraltare alcuna spiccata dote caratteriale: proprio come un antieroe, Eric appare troppo egoista ed insicuro per non essere cattivo.
Un personaggio così dipinto avrebbe tutte le carte in regola per essere socialmente escluso, ma Cartman esercita un forte ascendente sul proprio gruppo di amici e su altri personaggi che di puntata in puntata si susseguono. Questo accade perché The fat kid dimostra di avere una curiosità innata, un’attrazione verso le più strane avventure e un carisma tale da riuscire a coinvolgere, talvolta, l’intera cittadina di South Park.
The fat kid col martello
I protagonisti di South Park sono dei bambini della scuola elementare. I due creatori di South Park hanno giustificato questa scelta affermando che soltanto i bimbi hanno il coraggio di essere dei piccoli bastardi, poiché essi non hanno alcun tatto sociale, né la capacità di ragionare per etichette. Eric Cartman è l’esempio principe di questa libertà: egli non ha alcun senso del limite, nessun valore frena la sua azione, inoltre Cartman si dimostra incapace di rispettare qualunque tipo di autorità.
È necessario gettare uno sguardo alla famiglia di Cartman per comprendere al meglio una tale attitudine. Il padre di Eric è assente dalla sua vita quotidiana (se non sottoforma di cibo), mentre la signora Leath ha un carattere dolce, premuroso, ma si mostra sottomessa e accondiscendente verso suo figlio. Si può osservare come nessun adulto funge da guida al piccolo Cartman, nessun adulto dialoga in maniera profonda con lui. Questo rende The fat kid disorientato rispetto agli stimoli che il mondo gli propone, d’altra parte tutto ciò gli conferisce un’assoluta libertà di giudizio.
Eric Cartman è colui che dimostra di avere le carte in regola per abbattere gli idoli con il martello, poiché lui di idoli non ne ha, e se mai ne avesse avuto uno, questo è Adolf Hitler: un personaggio che evoca spesso, ma che si appresta a sostituire nei comizi, in qualche modo Cartman abbatte anche il Führer non appena se ne presenta l’occasione.
Questa operazione è possibile perché Eric Cartman è nella condizione di poter dire la verità, poiché lui è un bambino che non ha nessuno a cui deve render conto, dal momento che la madre si mostra sempre pronta a perdonarlo. Ne risulta che Eric è artefice della caduta di molti degli idoli venerati dagli adulti, nonostante la sua non sia una battaglia consapevole.
The fat kid, un antidoto alla stupidità
Ciò che muove Eric Cartman non è la volontà di distruggere i vecchi valori per erigerne di nuovi: lui si limita a interpretare il mondo e a interagire con esso in maniera originale. Le azioni di Cartman nascono dall’incontro con un fattore esterno che provoca in lui una reazione, un sentimento.
Il contatto con un evento esterno produce in Cartman una variazione; lui non si limita a riconoscere tale evento, egli produce una risposta che nasce dall’interazione fra sé stesso e ciò che accade.
Le risposte che produce Cartman sono piene di errori, dati dall’incapacità del The fat kid di comprendere in maniera adeguata ciò che accade: egli ignora la complessità della realtà. Nonostante ciò, il suo atteggiamento può essere considerato filosofico, poiché Cartman è un personaggio che esercita le proprie facoltà in maniera originale: egli non accetta l’opinione, ma cerca una verità. Si suppone che un bambino delle elementari non ha un sé tanto complesso e definito da poter elaborare una risposta ben definita, nonostante ciò, Cartman si serve degli strumenti che ha a disposizione per comprendere il proprio mondo in una maniera non stupida, ovvero originale e non automatica.
The fat kid e la dialettica
South Park è uno spaccato che racconta la vita in una piccola cittadina americana, a tal proposito, alcuni audaci hanno giudicato questo cartone animato un documentario. Si tratta di un microcosmo che ha un proprio equilibrio e una propria coesione interna: soltanto alcuni fattori esterni di tanto in tanto interagiscono con i cittadini di South Park. Si tratta di un mondo sempre uguale a sé stesso, in cui nulla turba profondamente l’equilibrio che si è creato negli anni: la scelta di una grafica bidimensionale rende proprio l’idea della fissità che assume la vita a South Park.
L’elemento che vivacizza questo mondo è proprio Cartman: questo bambino è il protagonista proprio perché si interroga, lui elabora le informazioni che gli pervengono dall’esterno, agisce e lo fa allo scopo di essere accettato da coloro che sembra denigrare. La sua è una lotta che cerca un riconoscimento da parte degli altri, non ha nulla di eroico: Cartman agisce perché vuole esistere, eppure gli manca il coraggio del combattente. È così che si ritrova, nella maggior parte dei casi, a coinvolgere i suoi amici e, talvolta, tutta la cittadina del Colorado.
Eric Cartman è il personaggio che grazie alle sue azioni permette alla puntata di svolgersi: è a partire dall’impatto che si crea dall’incontro fra Cartman e gli eventi esterni che tutto nasce o può compiersi.
Cartman fa supposizioni sbagliate, a partire da queste mette in atto delle azioni discutibili; poi lui tenta goffamente di rimediare, sovente peggiora ancora di più la situazione e debbono sopraggiungere dei fattori esterni a ristabilire l’equilibrio; infine l’equilibrio, uguale ed insieme diverso da quello iniziale, viene ristabilito a South Park.
Il punto cruciale è che Eric si dimostra capace di fornire un’interpretazione originale degli eventi o a mettere in discussione ciò che i suoi concittadini danno per assodato: questo bambino, mosso da una mania di protagonismo, è colui che funge da motore di questa piccola e anonima cittadina del Colorado.
The fat kid è Socrate
Se Eric non si muove, nulla accade. Nessuno si interroga, nessuno si trova nella condizione di mettersi in discussione, né di trovare una strategia per ristabilire la pace comune. Eric interpreta fenomeni, ma lui è piccolo e privo di schemi mentali (se si esclude l’odio per chi ha i capelli rossi e verso gli ebrei, lui stesso ha un amico ebreo e uno con i capelli rossi) .
È vero, Eric Cartman è piuttosto stupido, inoltre non è neppure mosso da grandi sentimenti di amore, ma Socrate non ha forse subito delle accuse molto simili?
Cartman e Socrate sono due personaggi scomodi, sono due attentatori dello status quo e sono anche dei corruttori dell’animo altrui. Eric Cartman è Socrate ogni qual volta col suo fare goffo, gracchiante e indisponente pone gli altri di fronte a una condizione critica.
Eric Cartman è antipatico, ma qualcuno ha mai letto cosa pensava Aristofane di Socrate?

Silvia D'Angelo
Studiosa di storia della Filosofia Moderna, con una particolare interesse per il tema della servitù/libertà. Curiosa dell'espressione artistica in molteplici delle sue forme, frequentatrice della natura e amante del "libro" in ogni sua peculiarità.