Di spalle di Teodora Mastrototaro ⥀ Passaggi
La rubrica Passaggi conclude la sua terza edizione con il testo Di spalle di Teodora Mastrototaro, accompagnato da un’illustrazione di Sebastiano Filippi. L’editoriale della rubrica può essere letto qui
Immagine in copertina Sebastiano Filippi, Abstract Jungle 1, senza data.
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La spalla è la regione pari del tronco, situata in posizione latero-superiore, su cui s’incontrano tre importanti ossa: la clavicola, la scapola e l’omero.
Le spalle sono sede di importanti articolazioni, e di numerosi muscoli.
Le articolazioni e i muscoli della spalla permettono di muovere e posizionare braccia e mani, e di eseguire diversi di movimenti come
Arrampicarsi, scavare, raccogliere, predare. Permettono di muovere spalla e… zampe.
La spalla può subire diversi tipi di infortuni: fratture, lussazioni, e lesioni,
e può essere… colpita, perforata, bucata, penetrata, attraversata, passata da parte a parte.
Se si è girati di spalle, le spalle diventano un facile bersaglio per chi non ha il coraggio di guardare negli occhi.
La spalla è la regione di unione tra l’arto superiore e il torace.
Gli organi interni del torace sono, La trachea, L’esofago, Il timo, i bronchi, il diaframma, il midollo spinale, il cuore… i polmoni.
Girata di spalle, le spalle sono ciò che più ci fa rabbia.
Le spalle. Quando camminiamo e alle spalle arriva una raffica, una raffica di vento alle spalle, come fossimo nel mirino.
Inaspettata raffica, gelida, raffica forte di quella intensità che solo una raffica di vento inaspettata possiede.
Alle spalle. E fa rabbia perché girati di spalle non ci accorgiamo della raffica di vento.
E fa rabbia perché … di spalle non lo hai sentito arrivare.
Le spalle ci fanno rabbia.
Girata di petto, di occhio, di faccia, di cuore saresti stata comunque,
ma le spalle, le spalle ci fanno rabbia perché girate le spalle la raffica arrende, non hai avuto l’ occasione di difenderti.
La libertà può essere fermata solo colpendola alle spalle.
Mi dica.
Nel senso che, ha davanti ai suoi occhi / gli occhi suoi spenti,… occhi chiusi come nel sonno. Se le palpebre non fossero chiuse, i globi oculari schizzerebbero fuori dalle orbite.
Ha paura? Nel senso che, ha avuto paura.
Cosa scorre qui sul tavolo? scorre qualcosa sul ferro… l’umidità? di questa stanza asettica piena di luce.
Era scuro, invece, vero? Nel senso che… Era molto scuro.
Che ore erano?
Quanto si può gonfiare un corpo?
Il panico l’ha resa immobile? l’ha sospesa? come un impiccato al patibolo, impigliato alla corda della sua stessa carne?.
Il sangue è secco? Nel senso che… è come la foglia di un fiore reciso che ha perso l’ acqua?
Dove si schianta lo spavento in questa stanza asettica e piena di luce?
È morta, come morto è l’ albero, sulla cui chioma è morto un passero… alle 11:00 di sera.
Finché il sangue non l’ha separata dai propri figli… aveva partorito.
Allora… mi dica dottore mi dica…
cosa ha visto, cosa ha sentito, cosa ha provato.
Allora mi dica, dottore, l’esito della necroscopia, cosa ha visto, cosa ha sentito, cosa ha provato, dottore.
Ha visto i polmoni, dottore? Come sono i polmoni di un orsa ammazzata? Sono neri? E il respiro, dottore, il respiro… Quando è stato l’ultimo respiro, dottore?
Dove si è strozzato il respiro? Nel diaframma? Nella gabbia toracica? Nello sterno?
O nella trachea, prima che sia stato emesso l’ultimo grido. Prima che l’ultimo ruglio sia diventato un respiro rumoroso, un rantolo di morte.
Allora… mi dica dottore mi dica… cosa ha visto, cosa ha sentito, cosa ha provato.
Mi dica, dottore, mi dica, il proiettile, l’unico proiettile di un solo colpo mirato, centrato, diretto, preciso, del colpo che ha bucato la spalla e ha perforato il polmone lei, dottore, lo ha estratto, vero?
E cosa ha visto, cosa ha sentito, cosa ha provato?
Ha estratto il proiettile calibro 12, dottore, era sporco di tutti gli organi interni, dottore? Il polmone.
La fossa sulla spalla, dottore, è lì che è stata sparata?
E cosa ha visto, cosa ha sentito, cosa ha provato.
E l’emorragia, dottore, l’emorragia era già terminata? Dottore, l’emorragia interna dico, quanto è durata?
Mi dica dottore, mi dica, come si muore lentamente?…
L’orologio di questa stanza asettica e piena di luce – fredda come la morte, è fermo, dottore, alle 11:00 di sera. Rotto. Il tempo, dottore, si è bloccato. In lutto dal 31 Agosto alle 11 di sera. Frantumato, spezzato.
Il tempo si è immobilizzato alle 11 di sera del 31 Agosto, anche in questa stanza.
Il colpo ha consumato anche il tempo.
Era già buio, era nero, tutto nero. In quante ore i tessuti sono diventati neri, dottore, come il buio?
E cosa ha visto, cosa ha sentito, cosa ha provato.
Dottore, mi dica, dottore, quanto è grossa un orsa stesa su un tavolo anatomico, in una stanza asettica piena di luce.… Stesa ferma fredda. È grossa dottore? Pesante? Grande? Alta? A poche ore dalla morte il corpo si inizia a gonfiare, o dovrei dire la carcassa… Di quanto è più gonfia, dottore?
La paura NON l’ha resa immobile, giusto, dottore.?
Ha tentato di alzarsi poi si è accasciata come fosse un fiore reciso…fragile.
Ma i fiori recisi, dottore, muoiono e basta. Sono recisi.
Quanto è grossa un orsa assassinata, dottore?
E il vento, la raffica di vento, dico, dottore, è stato sorpreso anche lei, dottore, dalla raffica di vento? L’ ha centrata come una condanna, quando ha aperto la carcassa?
Dal proiettile, dottore, a 488 metri al secondo, che ha mosso l’aria come fosse una raffica di vento, è stato colpito anche lei, quando ha sezionato la carcassa, dottore?
Sette ore di autopsia, dottore, sette ore, dottore, sono bastate per darle sepoltura?
E cosa ha visto, cosa ha sentito, cosa ha provato?
Ma non lei, dottore, non lei… Amarena.
Chi volesse proporre prose brevi e illustrazioni per la rubrica, può inviarle a questo indirizzo email: RubricaPassaggi@argonline.it


Teodora Mastrototaro
Teodora Mastrototaro, drammaturga e poetessa, attivista per i diritti animali, antispecista, è nata a Trani nel 1979, vive a Roma. Ha esordito con la raccolta Afona del tuo nome (La Vallisa, 2009), tradotta dal poeta americano Jack Hirschman con il titolo Can’t voice your name (CC. Marimbo, 2010). Ha pubblicato Legati i maiali (Marco Saya, 2020), finalista al premio Arcipelago Itaca per la sezione Raccolte Inedite, vincitore del Premio Speciale Del Presidente Di Giuria al concorso Bologna In Lettere 2021, segnalato al premio di poesia e prosa Lorenzo Montano 2021. Il suo libro Zoologia abitativa (Arcipelago Itaca, 2023) ha ricevuto la Segnalazione al premio di poesia e prosa Lorenzo Montano 2022 per la sezione libro inedito, ed è risultato finalista allo stesso premio per la sezione libro edito nell’anno 2023. Le sue poesie Carne e Gabbia sono state pubblicate sulla rivista di critica antispecista Liberazioni n. 50 (2022). Ha pubblicato nel volume collettivo tutto al femminile, Bestie – femminile animale (Vita Activia Nuova APS, 2023). Il racconto Il Mattatoio è stato pubblicato sul Magazine radicale internazionale Menelique. Il monologo Il riflusso (dalle reali testimonianze dei lavoratori dei mattatoi) è stato pubblicato sulla rivista di critica antispecista Liberazioni n. 51 (2022). La sua ultima pubblicazione è Voce del verso animale – poesie antispeciste per ragazze e ragazzi , realizzato a quattro mani col poeta Massimo D’arcangelo e con le illustrazioni di Silvia Colafrancesco (in arte Revers Lab) (Pietre Vive Editore – 2023). Poesie tratte da Zoologia abitativa sono state pubblicate all’interno del volume Almanacco secolo donna 2023 – almanacco della poesia italiana al femminile (Macabor editore, 2023). La silloge poetica "Il piano finale" (incentrata sul Grattacielo dei maiali in Cina) è stata pubblicata nel n. 57/2024 della rivista di Critica antispecista Liberazioni. Il suo ultimo lavoro teatrale è il monologo Il riflusso (dalle reali testimonianze dei lavoratori dei mattatoi).