Strategia ⥀ Registrazione inedita di Carlo Bordini
Nascita e traversie editoriali del poemetto Strategia di Carlo Bordini, ricostruite da Claudio Orlandi in occasione del ritrovamento di una registrazione integrale inedita del poeta risalente al 1985
Come noto per i lettori della sua opera letteraria, Carlo Bordini, dopo una breve parentesi universitaria, compiva una decisione radicale e abbracciava la militanza politica in un gruppo trotskista. Posadas è il capo della corrente cui, poco più che ventenne, aderisce e all’interno della quale opera in Italia e all’estero dal 1962 al 1970. Durante questo periodo di attività politica non tocca i libri, non scrive quasi nulla, non si occupa di letteratura.
Dopo nove anni, conclusa l’esperienza politica militante (in parte raccontata nel romanzo Memorie di un rivoluzionario timido, Sossella, 2019), torna a Roma, riprende l’università e si laurea in storia con il professor Vittorio Emanuele Giuntella (con una tesi sulla rivoluzione còrsa e l’Illuminismo italiano); vincerà in seguito un concorso per ricercatore, e questo sarà il lavoro che gli darà da vivere (si occupa in particolare di storia della famiglia e dell’amore), accanto alla sua attività letteraria, che avrebbe avuto inizio da lì a breve.
L’esordio di Carlo Bordini poeta è, infatti, del 1975, con una raccolta di poesie chiamata Strana categoria: un ciclostilato in proprio che verrà recensito da Enzo Siciliano e poi raccolto da Franco Cordelli nella storica antologia Il pubblico della poesia. I due credono che l’autore sia un giovane, ma Bordini, che era nato nel 1938, aveva già 37 anni.
«Quando ho deciso di pubblicare – scriverà Bordini in un suo Autoritratto – non conoscendo nessuno, l’ho fatto con un ciclostilato. La mia scrittura ha suscitato l’interesse di due dei più importanti letterati del tempo (leggi: Fortini e Siciliano). Con la mia incapacità di capire la vita e con la mia negatività assoluta nei confronti delle pubbliche relazioni me li sono giocati in poco tempo. È iniziato così un lungo periodo di apnea e di marginalità. Questa solitudine mi era però necessaria, perché diventare un loro protetto e quindi in qualche modo anche un loro allievo, con l’insicurezza che mi ha sempre caratterizzato, questo l’ho capito dopo, mi avrebbe rovinato, mi avrebbe sostanzialmente condizionato, e mi avrebbe impedito di trovare quella parte di me che sono riuscito a trovare».
E sarà proprio la marginalità un tratto distintivo di tutta la vita letteraria di Bordini, passando dalla personale ricerca poetica, alla prosa, all’attività culturale-editoriale.
Nel 1978 cura insieme ad Antonio Veneziani il volume Dal fondo. La poesia dei marginali. Il libro esce per Savelli, che due anni prima aveva dato alle stampe Porci con le ali. È una raccolta di versi di prostitute, tossicodipendenti, omosessuali, pazzi, emarginati, militanti politici, che nell’ambiente underground diverrà un testo ricercato. Sono anni cruciali: nel marzo Aldo Moro viene rapito dalle Brigate Rosse, momento topico del conflitto sociale, mentre l’anno seguente, sulla spiaggia di Castelporziano ad Ostia – dove l’eco del barbaro omicidio di Pier Paolo Pasolini è ancora udibile – si terrà il Festival dei poeti, al quale Carlo parteciperà, ma come semplice spettatore, non essendo stato invitato dagli organizzatori.
Strategia vede la luce nel 1981 (preceduto dalla raccolta poetica Poesie leggere), ancora per Savelli, nella collana «Poesia e realtà» diretta da Roberto Roversi e Giancarlo Maiorino, con interventi di Beppe Sebaste, Annalisa Biondi e Renzo Paris. Il poemetto, oltre ad essere particolarmente amato dai suoi lettori, ricopre un ruolo importante dell’itinerario poetico di Bordini.
Valentina Toschi. «Esistono due fasi poetiche della tua scrittura. La prima è eterogenea per contenuti e stile. Strategia (1981) è una raccolta di svolta e congiunzione con la seconda fase, in cui sembri raggiungere una maturità poetica: i testi seguono uno stesso tipo di discorso che si muove su due rette che si intersecano – il poetare oscilla tra momenti di lucida razionalità e momenti onirici. Tu come definiresti questa ricerca di equilibrio costante tra i due poli?»
Carlo Bordini. «Con Strategia mi sono liberato dai temi politici di Strana categoria, sono uscito dal periodo di riflessione sulla mia esperienza politica. È come se la follia amorosa che caratterizza questo testo abbia bruciato tutto, mi abbia permesso di diventare una persona nuova. È stato un processo, a dir il vero, piuttosto doloroso. Ma anche prima, nella fase tra Strana categoria e Strategia, avevo cominciato a distanziarmi dal tono a volte verboso e retorico di Strana categoria, e lo avevo fatto tagliando moltissimo quello che scrivevo, cercando la brevità e la sintesi, e questo si è espresso nella plaquette Poesie leggere che, anche se uscì dopo Strategia, era stato concepito e iniziato prima. Quel tentativo di sintesi che andavo già cercando esplose dunque con Strategia, libro non perfetto ma felice».(Conversazione con Carlo Bordini, a cura di Valentina Toschi, su «Le parole e le cose», 23 luglio 2019)
Diviso in tre sezioni, Strategia, Gong e Sondaggio (quest’ultimo è a sua volta suddiviso in quattro parti titolate dall’1 al 4), il libro è composto da una serie di testi brevi – anche singole parole – e, nella prima parte, usa la parodia dell’incontro di boxe per descrivere il rapporto di amore e odio tra due amanti, di cui uno è ovviamente l’autore. Il poemetto è dedicato a f.s., le iniziali della donna combattente-amata, ed è introdotto da una Autopresentazione, che così recita in apertura:
«Ho scritto questo libro in molto poco tempo. La prima sezione, Strategia, l’ho scritta in una notte. Non sapevo che l’avrei scritta, e tantomeno avevo idea su ciò che sarebbe stata. Ho cominciato una domenica, verso le dieci di sera (le domeniche erano in quel periodo i giorni peggiori) riguardando delle vecchie poesie, che poi ho scartato, e cercando di modificarle. In realtà, senza saperlo, mi stavo scaldando. Avevo un’indifferenziata voglia di scrivere. Provavo un certo risentimento verso di lei, anche se razionalmente accettavo tutto, o almeno, spiegavo tutto. Decisi di buttare fuori questa aggressività scrivendo, così, come uno sfogo. Le trentadue poesie di questa raccolta le ho scritte direttamente a macchina. Non avevo nessuna idea della metafora che le avrebbe percorse tutte, ma essa è venuta naturalmente fin dall’inizio».
Per lunghi anni il poemetto rimarrà confinato in quella edizione Savelli, e bisognerà attendere il nuovo millennio per rivederlo stampato. Riapparirà infatti nella prima antologia dei testi di Bordini, Pericolo. Poesie 1975-2001, edita da Manni nel 2004, nella quale però è contenuta solo una piccola selezione della prima sezione.
Troveremo il poemetto nella sua forma estesa e completa nel 2010 all’interno dell’edizione Sossella dei Costruttori di vulcani. Tutte le poesie 1975-2010, manchevole però dell’Autopresentazione dell’edizione originaria.
Giuseppe Garrera. «Senti ma la sequenza di Strategia come è nata?»
Carlo Bordini. «Anche qui, quando ho scritto Strategia non sapevo assolutamente che cosa stavo scrivendo. Ero mezzo matto in quel periodo, innamorato perso di una donna, una sera comincio a scrivere e scrivo 32 poesie, che sono di pugilato e di strategia, dove c’è questo amore sotto forma di incontro di boxe, con un allenatore che dà indicazioni, a volte inutili, con io che sono lento e pesante mentre lei ha un gioco di gambe, per cui si sposta in continuazione».
Giuseppe. «Ah ah ah, “Vola come una farfalla e pungi…”».
Carlo. «Sì, come Muhammad Alì, che aveva un gioco di gambe, la farfalla; e anche qui quindi l’impossibilità di raggiungersi, un match in cui nessuno vince mai, è pari e sarà sempre pari, capito, nessuno vincerà mai. Giuro che non sapevo assolutamente nulla e improvvisamente sono stato preso dalla frenesia di scrivere questa roba. In quel periodo ero in contatto con degli amici che mi seguivano, mi controllavano, perché avevano un po’ paura: “Sai quella notte ho scritto 32 poesie”; “come?”. Il bello della scrittura è che è lei che viene a trovarti, tu devi soltanto obbedire, devi soltanto lasciare che lei parli. Dico sempre che sono convinto che io non scrivo ma che sono scritto, ed è una bella cosa».
Giuseppe. «Dalla stesura delle 32 poesie alla raccolta Strategia quanti interventi hai fatto? Sono stati minimi oppure no?»
Carlo. «Le 32 poesie che hanno come metafora il pugilato sono una delle pochissime cose che non ho mai più rivisto. È un caso stranissimo, sono venute bene, su altre di quel libro ho rivisto, fatto, lavorato, avuto dubbi».(Incontro con Carlo Bordini, Roma, 10 settembre 2017, con Giuseppe Garrera e Sebastiano Triulzi, in «Diacritica», V, 25 ottobre 2019, n. 29).
Carlo era solito “giocare” con i suoi testi, montandoli e smontandoli a piacimento. Strategia è un componimento che, per la sua stessa natura, si presta a queste operazioni di riscrittura e riposizionamento. Difatti nella varie pubblicazioni, pur mantenendo la sua identità originaria, la terza sezione Sondaggio ha subito varie modifiche e nessuna delle tre versioni esistenti è uguale all’altra.
L’ultimo atto relativo all’iter editoriale di Strategia si è infine avuto nel dicembre 2019, quando Nino Aragno ha ripubblicato il testo integrale in forma autonoma, comprensivo questa volta anche dell’Autopresentazione della prima edizione (che Carlo considerava parte integrante del libro), e con una prefazione di Claudio Damiani:
«Nel 1981, quando uscì, Strategia non ebbe l’attenzione che meritava. Solo in questi ultimi anni Carlo Bordini comincia a essere considerato quel grande poeta, e prosatore, che è. Lui così schivo e candido come persona, nella realtà romana dove tutto appare e tutto si nasconde. La sua poesia così – apparentemente – semplice, apparentemente ironica. Ricordo che io e Beppe Sebaste, poco più che ventenni, vicini come due compagni di banco, partecipammo alla presentazione in cui Carlo lesse tutto il poemetto, rimanendo incantati. Ma oltre ai primati di apripista della nuova poesia, che torna alla chiarezza per dire la complessità, che non cerca ma trova, Strategia è un gioiello del ’900, una delle sue più belle poesie d’amore».
Oggi, ormai a circa quarant’anni di distanza, abbiamo il piacere di ascoltare su Radio Pomona una registrazione inedita, nella quale Carlo Bordini legge tutto il poemetto nella sua prima versione del 1981, accompagnato da altri due testi in apertura e chiusura, per i motivi che l’autore stesso spiega all’interno della lettura.
La registrazione, che proponiamo qui, è stata raccolta a casa di Alessandro Ricci1 il 10 luglio del 1985 ed è stata rinvenuta da Francesco Dalessandro fra le cose di Ricci alla sua scomparsa, avvenuta nel marzo 2004.
(Claudio Orlandi)
Carlo Bordini, Strategia, 1985
Note
1 Alessandro Ricci è anche il protagonista della poesia Amico, pubblicata nell’edizione Manni di Pericolo.
Carlo Bordini (Roma 2 settembre 1938 – 10 novembre 2020). Dopo anni di intensa militanza politica in un gruppo trotskista, Carlo Bordini pubblica nel 1975 la sua prima raccolta di poesie, Strana categoria. A quel lavoro ne seguono altri, ma nonostante l’apprezzamento di alcune figure importanti della cultura del tempo, per molti anni non ottiene una pubblicazione che gli dia vera visibilità. Vive come ricercatore di Studi storici all’Università La Sapienza di Roma. La pubblicazione de I costruttori di vulcani nel 2010, per l’editore Luca Sossella, è una scommessa editoriale, un lavoro di salvataggio poetico, ma anche un guanto di sfida lanciato dall’editore alla critica ufficiale. Il libro infatti raccoglie – come scritto in copertina – Tutte le poesie 1975-2010. In realtà il libro non è una mera raccolta dei libri precedenti, ma una sorta di autoantologia, nella quale Carlo rimodella tutto il suo materiale poetico. Il lavoro in poesia è accompagnato da testi in prosa, che sono raccolti per Luca Sossella in Difesa berlinese (2018) e Pezzi di ricambio (2003). A un anno dalla scomparsa, nel novembre 2021, è uscita la raccolta poetica Un vuoto d’aria per Mondadori.
Claudio Orlandi è nato nell’agosto del 1973 a Roma, dove si è laureato in Scienze Politiche. Da oltre venticinque anni è voce e autore dei testi del gruppo musicale Pane, con il quale ha realizzato numerosi concerti e cinque dischi: Pane (2003), Tutta la dolcezza ai vermi (Lilium, 2008), Orsa Maggiore (2011), Dismissione (Sossella, 2014), The River Knows – A Tribute to the Doors (2018). Del 2009 il disco Corde e martello in duo piano e voce. Dirige su YouTube Radio Pomona, proposta di letture poetiche. Nel giugno 2021 è uscito per Tic edizioni Il mare a Pietralata. Poesie e canzoni 1990-2020.