Il tutto. Microfinzione in tre parti di Lorenzo Mari ⥀ Passaggi

Inauguriamo la terza edizione della rubrica Passaggi, dedicata alla prosa breve, con il testo Il tutto. Microfinzione in tre parti di Lorenzo Mari, illustrato da Luca Cingolani. L’editoriale della rubrica può essere letto qui

Illustrazione in copertina di Luca Cingolani, Mycelium, 2023.

 


The last man on Earth sat alone in a room…
Brown, Knock (1948)

 

I

In questa microfinzione c’è una e una sola microvita reale, condotta all’interno di uno e un solo micropaese reale. Entrambi risultano decisamente adeguati all’intellettualità contemporanea. O meglio, alla microintellettualità contemporanea. Detta anche: intelletto generale.
Però micro.
E nella microvita reale, nel micropaese reale, c’è una stanza, una e una sola stanza, una microstanza. Detta anche monolocale.
Però sempre micro.
In questa microstanza, che è una microstanza reale, c’è l’intelletto generale, ma non si parla, non si studia, non si discute, non si fa politica. In questa microstanza suonano i Sonic Youth, suonano sempre. Suonano di fila per cinque, sette, quattordici, venticinque anni. I rumori della stanza si mescolano con i rumori del vinile, la batteria con le posate, le chitarre con la caffettiera, il basso con i crampi gastrointestinali, le voci con l’ambulanza che va e viene, mentre si porta via un condomino dopo l’altro. Con gli anni diventano diecimila chitarre, diecimila scimmie urlanti.
Però sempre anche diecimilia microchitarre, diecimila microscimmie.
Nell’unica microvita reale c’è una microstanza reale e da quella microstanza si esce solo per andare dall’analista.
Vanno tutti dall’analista, prima o poi.
Non è mai, proprio mai, un microanalista.
Niente è micro, fuori dalla stanza – come dice l’analista – e niente è reale.

 

II

Trent’anni dopo si rimane da soli, nella stanza – sono andati tutti dall’analista – una stanza che non è più una e una sola, non è più soltanto l’unica stanza reale nell’unica microvita reale della microintellettualità contemporanea, del microintelletto generale.
In questa microfinzione, che continua ad essere tale, arriva qualcuno e suona fuori dalla porta.
È Glenn Branca.
Perché niente è micro, fuori dalla stanza.
In questa microfinzione, che continua ad essere tale, arriva qualcuno e suona fuori dalla porta.
È Rhys Chatman.
Perché niente è micro, fuori dalla stanza.
In questa microfinzione, che continua ad essere tale, arriva qualcuno e suona fuori dalla porta.
È Julius Eastman.
Perché niente è micro, fuori dalla stanza.

La porta è la soglia tra la microfinzione nella quale si suonano i Sonic Youth da trent’anni e quello che sta fuori dalla porta. Bisogna saper aprire la porta tenendola chiusa.
Bisogna riconoscere la soglia.
È una microsoglia, ormai.

Aldilà della porta, niente e nessuno dice nulla. Non una parola: solo suoni, rumori, caffettiere, analisti, ambulanze. Poi nemmeno quelli. Soltanto Glenn Branca, Rhys Chatham, Julius Eastman.
Il suono di Glenn Branca, Rhys Chatham, Julius Eastman.
In dissolvenza.
I nomi di Glenn Branca, Rhys Chatham, Julius Eastman.
In dissolvenza.

 

III

Micro, ormai, è soltanto il suono che entra da sotto la porta, come un biglietto, un microbiglietto: un bigliettino. Reca un nuovo microracconto, una nuova microfinzione, che parla di quello che c’è, c’è stato e ci sarà dentro ma al tempo stesso di quello che c’è, c’è stato e ci sarà fuori dalla stanza.
«Il tutto», dice.
Si riferisce al silenzio, ancora una volta.

 

 

 

* Una versione di questo testo è stata presentata nello “Spazio del desiderio” gestito da Gianluca Garrapa all’interno del programma radiofonico “Radioquestasera” di Punto Radio Cascina e si può ascoltare qui.

 


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Mari
Luca Cingolani, Mycelium, 2023.