Verbigerata di Francesca Perinelli ⥀ Autopoetica
La rubrica Autopoetica, a cura di Marzia D’Amico, destinata ad accogliere testi inediti accompagnati da una dichiarazione critica da parte di chi scrive, presenta oggi il suo quarto contributo, con un’immagine di Gabriele Doria ispirata ai testi. È possibile segnalarsi inviando propri scritti e una dichiarazione di autopoetica alla mail: autopoetica.argo@gmail.com (tutte le pubblicazioni finora apparse nella rubrica possono essere visualizzate qui)
dichiarazione di intenti e di critica auto-prodotta
(si muore sempre da soli) l’io si stacca dal mucch-io e si aggira senza trovare sbocchi tra asintattismo, vuoti di senso, frammenti di discorso sui limiti del tentare, sul tempo trapassato e remoto, sull’inutile, sulla friabilità della memoria, sulla vanità di ciò che è autoprodotto, autogestito, autodigerito (-differito).
la logica del senso (volendo, deleuziana) rivela, e lo fa in fondo, un tempo senza significato come unica strada percorribile e lo spazio come ultima frontiera, per molti e anche per tutti.
(Francesca Perinelli)
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l’orda
quando fu catturata o quando effettivamente l’abbandonarono anche le altre decise una scelta simbolica all’interno di un periodo che era un periodo che da parecchio si verificava in una settimana di marzo – cosa stava succedendo
stava succedendo che non era rimasta ferma davanti a tutto l’inverno, aveva piantato 190.000.000 di livelli interminabili e poi era arrivata la primavera. ecco sembra incredibile ma continuava a essere in qualche misura guidata dalla vicenda delle stagioni. continuare a fare comunque la primavera significava ripartenza
quindi cominciarono le settimane successive. per dire: ad aprile cercò di dirigere tutta la lotta politicamente importante per far vedere il più possibile che aveva contribuito, non aveva aspettato. intanto decise che era arrivato il momento di ordinare di scendere o non avrebbe potuto coordinare l’intera operazione
nella notte la parola in codice diventò famosa. datazioni diverse portarono a risultati già nella serata quando cominciò la distrazione che poi esplose e assunse tutti gli aspetti che possano sembrare secondari ma invece sono molto importanti
e comunque era un’idea precisa di legalità quella per cui le forze erano rappresentanti legittime anche se sotto tutela. alla fine assunse tutti i poteri e pochi giorni dopo decise la data a cui fare riferimento e che era già diventata festa nazionale
una premessa – e cioè che non è necessariamente la cosa più importante anzi
anzi è proprio ciò che si dovrebbe evitare e che sostanzialmente spesso finisce male – è una lezione molto dura: all’inizio nessuno sa bene come si debba fare e allora è particolarmente forte. poi rimane ma all’inizio è fortissima – la componente parentale. il che vuol dire soprattutto sbandati che scavarono gli anni e tesero a immaginare un esempio classico dove concentrare le parti poi diventate leggendarie quelle che appunto radunavano grandi forze
come a dire che molto presto arrivò a un certo punto e diventò un epicentro fino a quando non decise che era ora e quando decise che era ora arrivò a un certo punto anche dai lati e decise di resistere e pensò di poter resistere quindi si schierò e resistette finché poi in realtà si concluse disastrosamente con l’intera orda che fu costretta a imparare la lezione
verbigerata
vorrei chiedermi perché ma mi rendo conto
sono senza inconscio
un inconscio testuale caduto nel dimenticatoio
in fondo è l’idea scartata nonostante l’allusione e via dicendo
è già un pezzo in fondo che evidentemente gioco sul discorso pubblico
in fondo dopo posso cercare ma non trovo
di fatto il riposizionamento è in quanto tale, come discorso collettivo
ma in fondo invece no
da quello che normalmente è in gioco è in fondo è mappatura è switch
anche sui modi della percezione filtrata dalla rappresentazione – a proposito
in realtà è un costante verbigerare una piccola ossessione manualistica
la lezione di un discorso di tempi verbali che in qualche maniera allude
. – ebbi
Francesca Perinelli vive e lavora a Roma. Dal 2012 cura il blog iCalamari ed è presente in rete e in pubblicazioni cartacee. Il suo libro d’esordio, lasaga, esce nell’aprile 2024 per déclic edizioni di Perugia.
Marzia D'Amico
Marzia D'Amico è poeta e traduttorə, il suo esordio è Liricologismo (Zacinto edizioni). Ha pubblicato poesie su diverse riviste nazionali e internazionali in lingua inglese e italiana. La sua prosa, le sue traduzioni e i suoi contributi culturali sono apparsi in radio, su carta e online. Co-edita mensilmente una newsletter transfemminista (Ghinea).