Voce ⥀ Poesie inedite di Rita Filomeni

Pubblichiamo un estratto della raccolta poetica inedita Voce. Fantasia per voce e pianoforte di Rita Filomeni, accompagnato da una fotografia di Davide Gualtieri

 

Pubblichiamo un estratto di Voce. Fantasia per voce e pianoforte, libro inedito di Rita Filomeni, poeta che esordì nel 2011 con Scardinare l’acqua (Lietocolle), di cui si è occupato qui Paolo Giovannetti. Nelle martellate poetiche di Voce la sintassi si spezza sotto il peso di un pensiero distonico, che guarda alla favola come territorio dell’inconscio, sebbene la nomini più che inscenarla, fino a quando la trivellazione giunge al magma libidico. È un esperimento che mima il linguaggio psicotico: l’horror vacui costringe la lingua a battere sempre sulla mente che duole, saturandone i vuoti, riempiendoli di ah, di !, di coazioni a perdersi.

(Valerio Cuccaroni)

 


Lettore,

ho dedicato silenzio all’ascolto.
Nell’”anno triste” della mia vita, esso ha lavorato a fondo dentro di me, ed io ne ho tratto un profondo lamento, un “poema del fuoco”.

Più per essere udito che non letto, se vuoi, questo mio libro, è stato scritto.
Una fantasia, in bilico fra l’occhio e l’orecchio, dove intimo e impetuoso, esperienza vissuta e arte si sono così tanto intrecciate da divenire un tutt’uno.
[…].

R. F.

 

 

Per una mano

presto! fate un cerchio attorno al fuoco
la fiamma, è viva! s’alza, qual serpente
di spira ‘n spira al ciel ci vuole accanto
presto! un cerchio attorno al fuoco fate

fuoco – la fiaba – è brucia dentro i sassi
– oh, silenzio! – prende parola, al fondo
è già, e ‘n noi a ciascun suona l’altezza
del mistero, che ha – di sé – e lì ‘n cerca

va – per un bosco – e di là, oltre, a casa
dove – amor – è a fame, conta ‘n denari
vita, che resta, attorno, presto! al fuoco
canta, oh, voce! agguanta, ancor è viva

fiamma racconta – storia – e altre perse
voci, disperse, presto! attorno al fuoco
ceppo a ceppo, sì! nasce ma qual fiaba
il cerchio è a chiudere, e dentro di noi?

 

 

I.

Vita adulta

[…]

I.2

si offre, al silenzio, qual prima nota
che esce, e tutte, a sé, altre, trascina
di un’anima, lo spazio, è nel tempo
del suono, alla mano, che la rapisce

la pianta la strappa da terra, all’aria
rovescia, capovolti! ah! ‘sì, si nasce
aggrappati, al cielo, com’un uccello
cercando ‘n un bosco vita fra morte

e oltre, al buio, – la luce – ch’acceca
la pelle che sta fuori a quella dentro
che sente, scrive silente ogni giorno
al ventre che notte porta non spegne

adagio lento quel fuoco che mangia
brucia pietre e sogna ceppi di legna
– indistinti – al darsi e lì, un all’altro
acqua a acqua a dividersi nel pianto

 

 

II.

Adolescenza

[…]

II.5

tagliare la testa, è gioco, all’infanzia
a madre e padre star dentro, lontano
per altra via, cammino, è nel tornare
al bosco, con un bicchiere di sangue

della strega e delle bestie, ah, feroci!
al gridare al fuoco un sorso d’acqua
mandare giù le fiamme, e una a una
le colpe, e – i desideri – d’innocenza

in chi dà morte, e suo malgrado vita
spingendo tutto ‘l pugno della mano
nel sesso, lì, ad aprirlo com’un fiore
che piange e respira, uscendo a luce

tra le cosce, spazio-tempo! memoria
– a una donna, un uomo – all’inverno
di sé, qual sassi, al diritto al rovescio
a non saper più chi è un per l’altro …

 

 

III.

Infanzia

[…]

III.12

al fuoco, innamorata, questa fiaba
‘n gola, la sua nota, trova, e suona
curva, dentro al corpo, che lì resta
strumento, sol a vivere, ah, la vita

avere, sempre, e sotto a ogni gesto
in un – tutto – comprenderne il fine
dall’inizio, a tu per tu con la morte
il senso – (se c’è) – decider, le cose

per cui lottare fiocco a neve a neve
coprir la lama, del coltello, e abete
su abete – semi – a nascer in boschi
donne e uomini viceversa e ancora

sperare possano e darsi l’un l’altro
senz’alfabeti lingua o frase o scala
tonale, esser – centro – la – persona
ch’è ceppo e tronco rami e chioma

 

 

III.14

svegliati, Gretel! fuoco è alla brace
il bosco, già ti attende, è da quel dì
che ti chiama, a trapassarlo oltre là
la casa, al padre, ah, dietro lasciare

il passo, ai sassolini e alle briciole,
va’! e, libera! alla forma del cuore
altro non aver che in man te stessa
il ceppo, il tronco i rami la chioma

– tutto – sei, ricordi la chiave d’oro?
ah, riprendila, e sì! apriti! e ascolta
chi si muove dentro e pensa, esiste
‘n poco di vita grande è una donna

innamorata – fiaba – brucia a legna
per l’inverno che viene, neve neve
già ricopre, la terra, e d’ogni seme
la primavera annuncia mentre tace

 

 

Un uomo va

[…]

3

un uomo va, sulla tomba al passato
ne cava, terra, la mastica, inghiotte
sassi a sassi note, a ritmo compone
basso ostinato, al Boléro per donna

cui al cuore s’avvitava a strozzarsi
nei sensi accesi, e notte dopo notte
mai più spenti, calcati nella pancia
giù, e tanto fin da tornargli ‘n gola

peli e con l’odore al sesso la bocca
di lei, su di lui ‘n gesto sottomesso
al piacere d’un gioco, alla violenta
mano al vicino, ah! che ti premeva

il capo a ritmo lento, e al fin veloce
diceva, ah, ‘sì, bimba mia, ah! così,
vengo! ed io con te che ci piangevo
sulla tua infanzia, poi appisolavo…

 

 

 


Rita Filomeni
Davide Gualtieri, My unbearable wonderland.